Al centro delle cose: dedica a Pierluigi Cappello

Si intitola “Al centro delle cose” ed è dedicato al poeta Pierluigi Cappello il nuovo album di Elsa Martin e Stefano Battaglia, prodotto e registrato presso i rinomati studi Artesuono di Stefano Amerio. È un’antologia musicale e poetica su versi scelti del poeta friulano, dove le sue parole trovano nell’intesa compositiva della cantante Elsa Martin e del pianista Stefano Battaglia, un nuova veste sonora ed espressiva, in grazia di un processo compositivo di ricerca, indagine e improvvisazione che unisce i due artisti da tempo e in diverse esperienze, non da ultimo nell’album “Sfueâi” (Artesuono, 2019) incentrato nei mondo della poesia del Novecento in lingua friulana.

Elsa Martin, con già diverse e importanti esperienze discografiche alle spalle e due candidature alle finali del Premio Tenco, e Stefano Battaglia, pianista e compositore dalla nomea internazionale con oltre cento produzioni discografiche, tra cui si ricordano quelle per Ecm, e migliaia di concerti in tutto il mondo, si ritrovano insieme senza essersi in realtà mai lasciati, grazie a diversi e fortunati concerti che hanno tenuto e tengono insieme con grandi consensi.

Il nuovo album è d’imminente uscita e verrà presentato in prima esecuzione venerdì 21 agosto in Piazza Libertà a Udine per il festival “Nei suoni dei Luoghi” (info: neisuonideiluoghi.it), e domenica 23 agosto a Tolmezzo per il festival delle Alpi Carniarmonie. È composto da dieci tracce, i cui versi sono stati selezionati dalla ricca produzione lirica del poeta Cappello, in italiano e friulano:  “Scluse” che apre l’album, “Da lontano”, “Le lucciole”, “La retroguardia”, “Al centro delle cose”, “Cîl tal cîl”, “Mont”, “Scrivere il nome”, Inniò”, “Chiusaforte”. Elsa Martin alla voce e ai live electronics, Stefano Battaglia al pianoforte e alle percussioni, per atmosfere mutevoli tra evocazioni liederistiche, approcci stilistici che guardano alla contemporaneità e pregnanti, estemporanee improvvisazioni, da cui, ad un dato momento, emerge anche la viva voce del poeta friulano. Abbiamo chiesto ad Elsa Martin di raccontarci questa nuova esperienza.

  • Cosa significa per te musicare i versi di Pierluigi Cappello?

Ho avuto il grande dono di entrare in contatto con poeti della mia terra, in particolare proprio con Pierluigi Cappello, di goderne della compagnia e della sensibilità e di percepire come tanta bellezza di parola fosse il risultato di ore e ore di studio e artigianato, di cesello instancabile e di sintesi finale in grado di far percepire, leggendo la semplice parola “erba”, l’odore umido della terra del Friuli al calar della sera. Cosa che non può essere spiegata, perché intrisa di mistero, che per sua natura rifiuta ogni tipo di comprensione esclusivamente intellettuale. Cappello mette in vibrazione certe mie corde profonde e le immagini che descrive nei suoi versi riesco quasi a toccarle con mano, è come se si materializzassero. Musicare i suoi versi vuole essere prima di tutto un dirgli grazie per la bellezza che ci ha donato. È un gesto di riconoscenza.

  • Qual è il filo di questo lavoro, del comporre, tra musica e poesia?

Amo definire il lavoro mio e di Stefano Battaglia un cammino di ricerca, in questo caso rivolta alla poesia di Pierluigi, in cui ci siamo immersi e di cui ci siamo impregnati. Ci siamo avvalsi di liriche provenienti dalla sua produzione poetica sia in friulano che in italiano ed è un percorso che esplora, attraverso il linguaggio della musica, nuovi e possibili terreni di approdo. Abbiamo prediletto liriche brevi, in modo da poter avere più libertà e margine esplorativo, anche perché ci piaceva l’idea di poter lavorare a partire dall’essenzialità del verso. Una poesia breve, quando riuscita, è una lama che fende il velluto. Va dritta al bersaglio, disarma.  Il titolo che abbiamo scelto, “Al centro delle cose”, rivela proprio questa verità. È un moto centripeto, un viaggio a ritroso dal verso, alla singola parola, al fonema, al silenzio, verso il centro delle cose/lontani dal mondo/nel punto più profondo. L’approdo è la nuda essenzialità del chi siamo, un sussurro, il nostro nome, poche lettere. Forse è proprio questo il filo conduttore di questo lavoro. Musicalmente, a livello di ricerca, si è proceduto in maniera analoga, attraverso un processo a ritroso che conducesse al primordio del suono che è all’origine della parola stessa, mediante la destrutturazione della parola e l’utilizzo dei parametri del suono come elementi di narrazione, in dialogo».

  • Lavorare con un “big” come Stefano Battaglia. Cosa significa per te comporre e realizzare progetti e concerti con lui?

«Lavorare con Stefano significa concedersi di entrare in una bolla dove i limiti dello spazio e del tempo si dissolvono. Significa affondare le radici dentro la terra ed espandere i rami verso il cielo. Significa concedersi di osare, provare e riprovare per ore ed ore, senza sentire per un solo momento la sensazione di essere piccoli vicini ad un grande Maestro della musica come lui è. Significa un grande privilegio. Significa scavare dentro di sé e scoprirsi e stupirsi. Significa ambire al bello e non accontentarsi dei risultati fin qui raggiunti. Significa emozionarsi a leggere una poesia ed emozionarsi a suonarla, poi, insieme. Significa condividere l’ambito di ricerca e di lavoro: entrambi amiamo la poesia, entrambi la potenza di una lingua così bella e a-tempore come il friulano, entrambi condividiamo una certa estetica nella musica».

L’album “Al centro delle cose”, con la copertina e i ritratti di Pierluigi Cappello a firma di Danilo De Marco e le foto di Martin e Battaglia ad opera di Ulderica Da Pozzo, è un lavoro di ottima fattura e qualità, sia sotto gli aspetti artistici che tecnici, garantito dalla produzione Artesuono. Sarà disponibile in occasione della sua presentazione, venerdì 21 agosto in Piazza Libertà a Udine, sul sito artesuono.it e nei principali digital store come Spotify, Amazon, Deezer, I Tunes, mentre la distribuzione del cd fisico è affidata a IRD International.

Alessio Screm

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