Bolzano: Arsenii Mun conquista Il Premio Busoni

Il 64° Concorso Pianistico Internazionale “Ferruccio Busoni” si è concluso domenica 3 settembre nella cornice della sala grande del Teatro Comunale di Bolzano e ha decretato il suo vincitore: il Primo Premio va ad Arsenii Mun, russo di San Pietroburgo, allievo alla Juilliard School of Music a New York di Sergei Babyan, che è stato l’insegnante anche di Daniil Trifonov, uno dei migliori pianisti in circolazione.

Il ventiquattrenne Arsenii Mun vince tutto il banco, perché non si porta a casa solamente – si fa per dire – il diritto di entrare nell’Albo d’Oro di un concorso così prestigioso (con un premio in denaro di 30.000 euro) e di cominciare una tournée concertistica che per due anni lo farà conoscere sui palcoscenici di Europa, Asia e forse più; le sue doti hanno convinto a tal punto la giuria da ricevere anche il Premio Michelangeli (ulteriori 5.000 euro), un riconoscimento speciale che non veniva assegnato da 15 anni e che va di diritto al vincitore che viene decretato con l’unanimità dei voti dei membri della giuria; e ancora, Mun ha raccolto il Premio del Pubblico (3.0000 euro), il Premio della Senior Jury (novità di quest’anno, è formata da un gruppo di appassionati conoscitori del mondo musicale che potevano autocandidarsi e che assegna un concerto nel Festival Busoni 2024), il Premio “Alice Tartarotti”(2.000 euro, di diritto al Primo classificato), il Premio Keyboard Career Development (che offre al Primo Premio un concerto a Londra alla Steinway Hall).

Arseni Mun è un pianista certamente particolare. La tecnica è indiscutibile – come, tra l’altro, per tutti i concorrenti che si sono esibiti se consideriamo il livello dei candidati giunti a questa competizione – mentre la sua personale via interpretativa può dividere; il suo modo di suonare risulta a volte bizzarro nel seguire strade timbriche e musicali che si discostano da quello che ti aspetti o da quello che sarebbe consono (un esempio per tutti, consigliamo di andare ad ascoltare la Sonata di Haydn da lui presentata nella serata della finale cameristica; tutte le esibizioni dei concorrenti sono presenti sul sito del concorso https://www.busoni-mahler.eu/competition/it/busoni/). Il fatto che questo tipo di pianista abbia raccolto non solo il plauso della giuria qualificata ma abbia anche conquistato il pubblico, che ha accolto la sua proclamazione con grande esultanza, è segno che qualcosa è cambiato nel gusto musicale e questo è un punto su cui riflettere.

Il podio della 64° edizione si completava così: Secondo Premio ad Anthony Ratinov, protagonista nella finalissima di un’avvincente esecuzione del Terzo concerto di Prokofiev, in cui anche l’Orchestra Haydn dava il meglio di sé; Terzo Premio a Ryota Yamazaki, pianista dal tocco morbido e gentile, che si aggiudica anche il Premio della Junior Jury, formata dagli allievi delle scuole di musica locali; Quarto Premio ad Antonio Chen Guang, il beniamino “italiano” del pubblico, sostenuto da un grande tifo in sala ed il concorrente con la maggiore visibilità sulla stampa locale, che si è aggiudicato anche il Premio per la migliore interpretazione di un’opera di Ferruccio Busoni; Quinto Premio a Ron Maxim Huang, il più giovane concorrente tra i sei finalisti, per questo ha ricevuto anche il Premio Marisa Windisch; Sesto Premio a Zitong Wang, pianista molto interessante, dal tocco espressivo e dalla musicalità poetica, che si aggiudica anche il Premio speciale per la migliore l’interpretazione di musica pianistica contemporanea.

«Mi piacerebbe invitare ognuno di voi qui presenti ma anche le persone nel mondo che ci stanno seguendo – ha dichiarato la presidente di giuria Ingrid Fliter durante la premiazione ufficiale – a continuare ad ascoltare la musica classica; non abbiate paura di scoprire un repertorio difficile, profondo, chissà quante cose potrete scoprire anche di voi stessi. Penso che l’arte potrà salvarci a noi essere umani nel futuro o almeno darci una migliore qualità di vita. Per me l’essenza fondamentale di questo concorso è stato non soltanto trovare dei vincitori che potranno fare una carriera internazionale professionale, con i quali mi congratulo ed auguro il meglio, penso sia stato proprio il desiderio di portare questa musica dei grandi maestri ovunque nel mondo e credo che l’obbiettivo sia stato veramente compiuto».

La finalissima si è confermata una grande festa attorno al pianoforte: pubblico che dialoga animatamente nelle pause per difendere il preferito, schieramento di televisioni per dirette internazionali, commenti non celati di soddisfazione o delusione per i verdetti a suon di applausi e gridolini. La musica ringrazia, e la tripletta di concerti – Terzo di Prokofiev, Rapsodia di Rachmaninov, Primo di Čajkovskij – cala il sipario sul “Busoni” invitandoci a fare il tifo per la città di Bolzano che il prossimo mese di ottobre, a Parigi, potrebbe essere nominata dall’UNESCO come Città Creative nel settore della Musica per l’Italia; titolo che si meriterebbe di gran lunga, in considerazione dell’investimento economico che da decenni il capoluogo altoatesino dedica alla cultura musicale!

Monique Ciola (3 settembre 2023)

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