CD: Francesco Durante, Requiem Sol minore
Nel contesto napoletano del Diciottesimo secolo la figura di Francesco Durante costituisce se non un unicum perlomeno un’”anomalia”. Allievo di Alessandro Scarlatti e poi maestro di compositori illustri – Paisiello, Jommelli, Pergolesi e Traetta, per citarne solo alcuni, furono suoi allievi – si distingue in un coté culturale in cui è l’opera a farla da padrona dedicandosi in modo pressoché esclusivo alla composizione di musica sacra; a lui si ascrive una sola produzione destinata al teatro, ovvero i cori per la tragedia Flavio Valente di Annibale Marchese.
Dei sei Requiem – genere che nella Napoli del Sei e Settecento assume forme caratterizzate da una spiccata teatralità integrandosi con la pompa solenne dei riti funebri e delle architetture barocche delle chiese – a lui ascritti solo tre sono attribuibili con sicurezza, e tra essi il Requiem in Sol minore a quattro voci.
Dell’impaginato, datato al 1738, esiste un considerevole numero di copie manoscritte, di cui molte contemporanee all’autore, il tutto a testimoniare il favore di cui questo Requiem godette sin da subito.
Appare immediatamente evidente la perizia nell’uso dell’armonia, di cui Durante fu codificatore di forme docente; l’uso del modello “chiamata e risposta” nelle voci torna con insistenza, così come è palpabile l’influenza della polifonia romana di impronta palestriniana che Durante riconduce però completamente all’estetica del suo tempo.
L’incisione di questo Requiem in Sol minore che l’Astrarium Consort – progetto nato nel 2014 unendo talenti internazionali sotto la direzione di Carlo Centemeri – ha realizzato per la Brilliant Classics coglie nella sua interezza lo spirito della pagina, rendendola all’ascolto con cristallina acribia e riscaldandola allo stesso tempo al calore del sole napoletano e alle fragranze d’incensi barocchi.
La direzione all’organo di Centemeri è tesa nelle dinamiche, fantasiosa nelle scelte agogiche ma neppure per un momento dimentica della prassi esecutiva, qui posta a servizio della musica e non – come purtroppo talvolta accade – di se stessa in un mero ed algido esercizio accademico.
Ottimi i violini di Alfonso Rizziello e Aki Takahashi, il violoncello di Marlise Goidanich, il fagotto di Cecilia Medi e la tiorba di Elisa La Marca.
Gagliardamente appassionato ed omogeneo il quartetto vocale formato dal soprano Francesca Cassinari, dal contralto Elena Carzaniga, dal tenore Roberto Rilievi e dal basso Matteo Bellotto.
Incisione da ascoltare, riascoltare e meditare.
Alessandro Cammarano
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