Firenze: Jeanne Dark, l’opera è viva!

Era dal 2019 che si sentiva parlare di una nuova opera commissionata al compositore Fabio Vacchi dal Teatro del Maggio, nell’era del Sovrintendente Chiarot, ma per molto motivi – non ultimo il Covid – la sua prima esecuzione assoluta  si è avuta il 14 maggio scorso (con repliche il 16 alle 20 e il 18 alle 18), grazie alla tenacia e lungimiranza del Sovrintendente straordinario Onofrio Cutaia – predecessore dell’attuale Sovrintendente in carica, Carlo Fuortes -,  che ha rimesso in piedi il Maggio e ha consentito di mantenere anche questo titolo in cartellone.

E, fra i tanti motivi per cui ne dobbiamo gioire, c’è che questa produzione si inserisce perfettamente nelle corde del Festival del Maggio Musicale Fiorentino e nella politica di valorizzazione delle realtà musicali del territorio, dato che l’esecuzione della parte strumentale è stata affidata all’ottima compagine Contempoarensemble, fiorentina doc.

Tornando all’opera di Vacchi, si tratta della Jeanne Dark, atto unico – suddiviso in 10 Capitoli e un Finale – su libretto di Stefano Jacini, che si è basato sul poema satirico La Pucelle d’Orléans di Voltaire, satira feroce contro il culto di Giovanna d’Arco quindi contro il clero, tanto che fu censurato  e circolò solo clandestinamente. In effetti in contenuto è assai dissacrante nei confronti dell’eroina francese e Jacini ne ripropone le situazioni grottesche, le scene di sesso e di stupro, di lussurioso desiderio del frate Bordone, le avventure di e con i Santi protettori di Francia (Dionigi) e d’Inghilterra (San Giorgio), la discesa all’Inferno: tutto descritto in maniera caricaturale, compreso il Delfino di Francia. Fra tutti spicca Giovanna, che resiste a ogni tentazione, perfino all’Ermafrodito – donna di notte e uomo di giorno – che tenta di “spulzellarla” – come il libretto recita più volte – ma viene da lei messo ko a pugni.

Il titolo Jeanne Dark è dovuto a una lettura noir che Vacchi con Jacini hanno voluto dare di questa storia leggendaria e lo stesso Vacchi aveva dichiarato di aver scritto la musica immedesimandosi nella storia intrisa di intolleranza religiosa che rende il mondo sconclusionato e che ancora considera attuale per molti aspetti. Come altre volte si è detto, Vacchi utilizza un linguaggio che non si può etichettare, ma certo si sente la sua formazione con compositori che hanno fatto la storia della musica del Novecento. Ma la sua indipendenza da ogni “scuola” toglie via in questa partitura, per fortuna, le assurde asprezze di tanti suoi colleghi che scrivono una musica talmente cerebrale e fatta “a tavolino” che risulta sgradevole all’orecchio e inadeguata a esprimere sentimenti, caratteri, storie, come, invece, l’opera deve fare. Vacchi riesce a rivestire di musica questa vicenda tragicomica agilmente e lascia il suo segno con alcune cifre stilistiche, soprattutto nella vocalità dei personaggi, che scorre con dialoghi vivaci, praticamente mai sovrapposti. È Interessante che le voci maschili abbiano tutte alcune battute in falsetto, in particolare in concomitanza con momenti del testo che esprimono ironicità.

Molto vicino a volte a una sorta di sprechgesang il canto racconta la storia nella modalità che dal tardo Ottocento l’opera persegue, il durchkomponiert, non più i numeri chiusi. Per questo Jeanne Dark scorre abbastanza bene, sebbene ci siano momenti in cui la scrittura strumentale – difficilissima, e che ci fa sottolineare la bravura degli esecutori del Contempoartensemble, oltre che del direttore Alessandro Cadario – non si senta ben amalgamata con quella vocale. Ci sono momenti molto ben riusciti, come il vero e proprio dialogo fra il canto di Jeanne e il violoncello in orchestra (Antonella Costantino) nel Capitolo 4; oppure l’uscita dei due Santi alla fine del Capitolo 7, il cui lamento “ahhh” è sottolineato da una sorta di “marasma sonoro” da parte dell’orchestra. Ancora, i duetti, come quello, esilarante e anche molto ben riuscito nella scrittura musicale e vocale, fra Agnese e lo Stalliere nel Capitolo 6 (Ti sei ammaccata? /Mi duole qui e poi qua, su e giù/Ti duole qui e poi qua, su e giù ecc.). Una debolezza è data dal fatto che forse la linea vocale dei bassi quando va verso il grave è, perdonate l’assonanza, troppo ‘bassa” e i due Santi e frate Bordone (tutti bassi, appunto) sono stati effettivamente poco udibili in quella gamma sonora, ma non quando la linea musicale non è profonda, anzi.

Tutto il cast è stato apprezzato dal pubblico, con particolare intensità per il bravo Lorenzo Martelli (lo Stalliere), Olha Smokolina (Agnese), Davide Piva (frate Bordone), Gianluca Margheri (San Dionigi) e, ultima ma non ultima, la protagonista Alexia Voulgaridou (Jeanne).

Un plauso anche alla voce recitante che ha intepretato Voltaire e l’Ermafrodito (Elia Shilton), il cui ruolo è molto importante: raccorda i momenti della vicenda e rende dunque più scorrevole la partitura.

Apprezzati dal pubblico anche il Delfino di Antonio Zambuto, il Gilles de Rais di Anicio Zorzi Giustiniani, il San Giorgio di Giovan Battista Parodi, l’asino di Michele Galbiati e  il soldato inglese di Dielli Hoxha.

Molto bravi i componenti del coro di soldati: Diego BarrettaDalai ChenHyunmo ChoDavide CiarrocchiManuel EpisSergio Mutalipassi, Luca Tamani.

E in questo spettacolo così completo, un ruolo importante e ben svolto è stato quello dei figuranti speciali: Marco Angelilli, Cosimo Grilli, Vincenzo Luongo, Francesco Napoli, Matteo Santinelli e Davide Varone.

Ha contribuito non poco al successo dell’opera anche la regia di Valentino Villa, che ha avuto ottimi elementi a disposizione, a partire dalle scene di Serena Rocco, i costumi geniali di Gianluca Sbicca, le belle luci di Pasquale Mari e i movimenti coreografici di Marco Angelilli. Insomma, un’opera con tutti i requisiti e che da un lato dimostra che questo genere vive ancora e che anche un linguaggio musicale che si è sviluppato molti secoli dopo la nascita del melodramma può essere ancora un veicolo per raccontare storie nella forma complessa e bellissima che è.

Donatella Righini
(14 maggio 2024)

La locandina

Direttore Alessandro Cadario
Regia Valentino Villa
Scene Serena Rocco
Costumi Gianluca Sbicca
Ideazione luci Pasquale Mari
Realizzazione luci Oscar Frosio
Movimenti coreografici Marco Angelilli
Personaggi e interpreti:
Voltaire Elia Schilton
Jeanne Alexia Voulgaridou
Agnese Olha Smokolina
Stalliere Lorenzo Martelli
Asino Michele Galbiati
Delfino/Re/Diavolo Alfonso Zambuto
Gilles de Rais Anicio Zorzi Giustiniani
San Giorgio Giovan Battista Parodi
San Dionigi Gianluca Margheri
Frate Bordone Davide Piva
Soldato Francese/Primo Soldato Inglese Luca Tamani
Soldato Francese/Secondo Soldato Inglese Dielli Hoxha
Voci soliste Diego Barretta, Dalai Chen, Hyunmo Cho, Davide Ciarrocchi, Manuel Epis, Sergio Mutalipassi
ContempoArtEnsemble

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