Genova: al Carlo Felice ancora una volta La bohème è un gioco

L’allestimento della Bohème che va in scena in questo periodo a Genova non è una novità: memore del successo delle passate edizioni a partire dal 2011, il Teatro Carlo Felice ha pensato bene di ripescarlo in occasione del centenario pucciniano, e ancora una volta il pubblico è andato in visibilio.

Di grande impatto l’impostazione generale, con la scenografia e i costumi fiabeschi firmati dal pittore Francesco Musante: nel programma di sala, il regista Augusto Fornari afferma «m’è parso di ritrovare nei meccanismi drammatici del capolavoro pucciniano il “Gioco”, quello serio, con la G maiuscola, quello dei bambini, quello che va fino in fondo» e ancora spiega come Puccini presenti alla fine il conto ai personaggi, «svelando in maniera cruda, improvvisa e inesorabile, il meccanismo di questo enorme giocattolo che si inceppa e s’arresta solo davanti alla Morte».

L’idea, molto interessante, è sviluppata nello spettacolo in modo scorrevole e coerente e riserva qualche notevole coup de théâtre, da inevitabili applausi a scena aperta, per esempio quando la soffitta di Rodolfo e dei suoi amici gira come un carillon con tanto di chiavetta e diventa il Caffè Momus. Qui il regista muove con efficacia la folla di adulti e bambini che variamente si affaccendano con mille gesti sul palcoscenico, nelle loro vesti coloratissime; altrettanto colorati sono gli indumenti dei protagonisti e dei personaggi di contorno, e rosa come l’amata cuffietta è il costume di Mimì.

La sfortunata ricamatrice è impersonata da Anastasia Bartoli. Voce e presenza importanti, Bartoli sostiene sempre con maestria tecnica e ricchezza di colori la linea vocale, recita con disinvoltura, rende bene soprattutto il lato romantico e passionale di Mimì. È evidente la sua attenzione alla parola, di cui esprime il significato con cura; qualità che non sempre emerge invece nella prova di Galeano Salas, Rodolfo. Il giovane tenore messicano-statunitense ha comunque doti generose e, a parte qualche suono acidulo nel primo quadro, le ha sciorinate in modo soddisfacente.

Benedetta Torre è graziosa, spigliata e piccante come conviene al ruolo di Musetta; dal punto di vista vocale, il soprano genovese ha molte belle qualità: in particolare il nitore, la morbidezza dell’emissione, il bel timbro. Alessio Arduini, Marcello, Gabriele Sagona, Colline, e Pablo Ruiz, Schaunard, possono essere accomunati in un elogio per le loro ottime prove; tra gli altri, da citare il simpatico ed elegante, oltre che ben impostato, Alcindoro di Matteo Peirone.

Composta nel 1896 da un Puccini trentottenne (mentre Henri Murger, autore del romanzo originario Scènes de la vie de bohème, ne intraprese la scrittura a venticinque anni), La bohème è un’opera sulla gioventù e sulla sua brusca fine, di cui la protagonista è incarnazione e simbolo: «Ah! Mimì, mia breve gioventù!» canta Rodolfo all’inizio del quarto quadro, che al Carlo Felice si conclude con un carretto carico di bambini (a volte in scena come alter ego degli interpreti) che con i loro saluti sanciscono la fine della gioventù.

Opportunamente giovane è la compagnia di canto a Genova, un poco più maturo il direttore Francesco Ivan Ciampa, nato nel 1982, che sostituisce l’indisposto Riccardo Minasi e imprime i caratteri della gioventù alla sua interpretazione: slancio vibrante, colori vividi, energia a tutto campo. Non avrebbe guastato una maggiore attenzione al volume di suono dell’orchestra, che in alcuni momenti sopraffaceva i cantanti; ma nel complesso la sua è stata una valida prova che, infatti, il pubblico e la stessa Orchestra hanno salutato con fervore.

Impeccabili l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche Opera Carlo Felice Genova e meritato il successo per tutti, con applausi lunghi e scroscianti.

Patrizia Luppi
(14 aprile 2024)

La locandina

Direttore Francesco Ivan Ciampa
Regia Augusto Fornari
Scene e costumi Francesco Musante
Luci Luciano Novelli
Personaggi e interpreti:
Mimì Anastasia Bartoli
Rodolfo Galeano Salas
Marcello Alessio Arduini
Musetta Benedetta Torre
Colline Gabriele Sagona
Schaunard Pablo Ruiz
Benoît Claudio Ottino
Alcindoro Matteo Peirone
Parpignol Giampiero De Paoli
Orchestra, Coro e Tecnici Opera Carlo Felice Genova
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
Maestro del Coro di voci bianche Gino Tanasini

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