Klaus Manfrini: la Filarmonica di Rovereto parla ai giovani

Con il “Preludio di Stagione” – dal 7 al 10 ottobre – prende il via la 102ª Stagione dei Concerti e Sinfonica dell’Associazione Filarmonica di Rovereto, che si aprirà ufficialmente il 2 novembre. Molte le novità, soprattutto nel campo della didattica e della divulgazione “alta” trovano, o ritrovano, posto nella programmazione diventandone punti focali soprattutto per il pubblico più giovane ma anche per i giovani esucutori.

A questo proposito abbiamo fatto qualche domanda al Direttore Artistico Klaus Manfrini.

  • Quali le conferme e quali le novità?

Dopo il successo della Stagione 22/23, che tra l’altro ci ha portato la collaborazione del Quartetto Vision, la punta di diamante per la prossima è il progetto “Frammenti”, che per altro ha avuto una gestazione molto lunga.

Nella stagione 19/20 – quella che ha risentito più di tutte, come tante altre realtà della pandemia – nell’ambito di un corso di formazione scuola-lavoro avevo proposto un corso sulla direzione artistica, ovvero su come si tratta una stagione di musica classica.

Partiti da questo, con un gruppo di una ventina di studenti – molti di loro sono poi diventati volontari al Festival Settenovecento – davvero convolti, abbiamo spiegato anche la parte amministrativa che sta dietro al programma.

  • Qual è stata la reazione dei ragazzi?

I ragazzi hanno confessato candidamente quanto poco conoscessero della musica classica, che è a loro nota attraverso alcuni pezzi ai quali magari non sanno dare un nome: da qui l’idea di portare in scena una specie di spettacolo con una serie di evergreen con l’orchestra sul palco, con un attore a fare da collante, che suona il primo movimento della Quinta di Beethoven, Eine kleine Nachtmusik, il Canone di Pachelbel, il Valzer di Šostakovič, più il Mattino di Grieg e la Danza dela fata Confetto di Čajkovskij; il tutto in ordine cronologico.

Ne è nato uno spettacolo pianificato con Elisabetta Garilli che ha curato la regia e con gli attori Sebastiano Bronzato e Athos Mion, corredato da video e da interviste ai ragazzi il tutto in una forma molto coinvolgente.

Il progetto, andato in scena lo scorso novembre ha avuto un grande riscontro e sono arrivati dei finanziamenti dal ministero tanto che lo spettacolo a dicembre prossimo andrà in tournée nel Nord Italia con otto date, appoggiandoci a realtà musicali locali come le Società del Quartetto a Milano e Vicenza o l’Unione Musicale a Torino.

Lo spettacolo sarà preceduto da un progetto didattico su ogni bacino territoriali per le scuole superiori, con le classi coinvolte in una sorta di sfida, come avveniva nella trasmissione “Per un pugni di libri”, il tutto con l’Orchestra Giovanile diretta da Sebastiano De Salvo.

  • Quanto è importante creare un patrimonio musicale comune?

È importantissimo fissare dei patrimoni comuni, come quando si andava a scuola e c’erano dei libri, magari consigliati dagli insegnati, che avevamo alla fine letto tutti. Adesso c’è un’enorme frammentazione del sapere, manca la “comunità” culturale, e nella musica il discorso si fa ancora più ampio. Io ho proposto di mettere dei punti fermi: sarà banale, ma se tutti abbiamo ascoltato le Quattro Stagioni siamo in grado di discuterne e approfondire e abbiamo una base per costruire. Il discorso vale per tutte le arti.

I ragazzi di liceo, negli incontri, sapevano più o meno distinguere qualche pittura ma non avevano idea di come collocare temporalmente gli esempi musicali.

Mancando l’alfabetizzazione per i soggetti che operano nella proposta musicale la difficoltà è enorme, ed ecco perché serve il progetto “strano” che fornisca strumenti e metri di giudizio.

  • E il concorso per giovani quartetti d’archi italiani?

Riusciamo a fare anche la seconda edizione del concorso “Pietro Marzani” a dicembre, per avere una formazione giovane per le prossime due stagioni della filarmonica più due del Settenovecento.
aAnche quest’anno la giuria è di altissimo livello: Cecilia Ziano, primo violino del Quartetto Lyskamm, Marie Magdalena Fuxova, secondo violino del Quartetto Pražák (già secondo violino del Quartetto Pavel Haas), Hélène Clement, viola del Doric Quartet, e Francesco Dillon, violoncello del Quartetto Prometeo.

  • A chi è rivolto il concorso?

Esclusivamente a giovani quartetti italiani, con l’idea di base di dare un supporto a giovani quartetti che hanno cominciato un percorso artistico ma non sono ancora pronti per concorsi internazionali, non volevamo fare il cugino povero del “Borciani”, il tutto sulla falsariga di “Frammenti”. Le fasi finali saranno il 3 il 4 dicembre.

Alessandro Cammarano

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