Salisburgo: Orfeo si fa marionetta (e trionfa)

Non il trionfo dell’Amore ma l’apoteosi della Musica: questa l’essenza ultima dell’Orfeo di Monteverdi. Le vicende amorose fanno da sfondo ad un più ampio contesto in cui è il canto ad assurgere a espressione prima della natura umana, necessità irrinunciabile per elevarsi sino alla deificazione.

Nel libretto di Striggio  Euridice è personaggio a tutti gli effetti secondario rispetto alla vicenda, più catalizzatore che non parte agente, soprattutto se lo si confronta con la profondità espressiva della Messaggera o di Proserpina. In fondo a lei si chiede solo di permettere l’ascesa al cielo di Orfeo, che per riaverla dall’Ade compie un percorso di crescita e catarsi attraverso il canto.

Attorno al protagonista si muove un contesto fatto di pastori e dei che nei cori glorificano il madrigale, moltiplicando le voci degli strumenti chiamati ad un esercizio polifonico lussureggiante.

Questa volta il racconto della Favola è affidato – scelta davvero felice – alle marionette, in questo caso quelle meravigliose della gloriosa Compagnia Carlo Colla e Figli, che hanno il potere sublime di risvegliare il bambino nel pubblico oltre alla sublime arte della “meraviglia” che è il fondamento primo del barocco.

C’è tutto quello che serve per rimanere a bocca aperta: nel teatro costruito sul palcoscenico delle Haus für Mozart ci sono Monteverdi, Orfeo e la sua lira, pastori, spettri, Caronte con tanto di “occhi di bragia”, Proserpina con che accarezza i suoi draghetti da compagnia, un teatrino piccolissimo con due micro marionette, e ancora pastori e gli animali incantati dalla musica, per finire con Apollo sul suo carro a far ascendere il figlio prediletto tra gli dei.

La regia sapientissima di Franco Citterio – che cura anche scene, luci, mentre i costumi sono di Maria Grazia Citterio – fa sì che le marionette recitino assai meglio di alcuni umani che calcano abitualmente le assi di palcoscenici, anche importanti.

Impossibile non farsi coinvolgere dal racconto, di cui chi scrive ha potuto godere – essendo seduto posizione ottimale – di ogni singolo particolare.

E poi c’è la musica e il canto e qui le emozioni si moltiplicano all’infinito, a cominciare dalla

compagnia di canto – in buca insieme all’ orchestra – interamente italiana e dunque in grado di rendere completamente intellegibile la parola che mai come in Monteverdi si fa musica: nulla va perduto del libretto dello Striggio.

A dar voce al protagonista è Renato Dolcini che, parafrasando gli antichi agiografi, “suggé il recitar cantando con il latte materno” e, aggiungiamo noi, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

Il suo Orfeo luminoso palpita di mille accenti, e riluce di una miriade di colori.

Non gli è da meno Sara Mingardo, capace come sempre di emozionare nel profondo e qui nella doppia veste di Messaggera e Speranza entrambe cesellatissime.

Splendido anche il Caronte scolpito di Salvo Vitale, padrone di una cavata grave impressionate per potenza.

Davvero bravissimi tutti gli altri, ovvero Carlotta Colombo (La Musica/Euridice), Marco Saccardin (Plutone/Pastore IV/Eco/Spirito III), Massimo Altieri (Apollo / Pastore 1/Spirito I), Francesca Cassinari (Ninfa), Elena Carzaniga (Proserpina), Massimo Lombardi (Pastore II/Spirito II) e Jacopo Facchini (Pastore III).

Ancora una volta sugli scudi Gianluca Capuano – al suo terzo impegno in questo Festival di Pentecoste tutto dedicato ad Orfeo – protagonista insieme ai sempre incredibili Musiciens du Prince – Monaco che restituisce all’ascolto un Orfeo turgido nel suono, sensuale nelle tinte, sempre e fortunatamente lontano dai suoni ossuti prediletti dagli oltranzisti della filologia, il tutto senza mai venir meno all’informazione storica dell’esecuzione.

Magnifico ancora una volta il coro Il Canto di Orfeo e il suo direttore Jacopo Facchini.

Trionfo di pubblico, tutto in piedi ad applaudire lungamente.

Alessandro Cammarano
(28 maggio 2023)

La locandina

Direttore Gianluca Capuano
Regia Franco Citterio, Giovanni Schiavolin
Scene e luci Franco Citterio
Costumi Cecilia Di Marco, Maria Grazia Citterio
Personaggi e interpreti:
Orfeo Renato Dolcini
La Musica / Euridice Carlotta Colombo
La Messaggera / La Sperenza Sara Mingardo
Caronte Salvo Vitale
Plutone/Pastore IV/Eco/Spirito III Marco Saccardin
Proserpina Elena Carzaniga
Apollo / Pastore 1/Spirito I Massimo Altieri
Ninfa Francesca Cassinari
Pastore II/Spirito II Massimo Lombardi
Pastore III Jacopo Facchini
Marionettisti della Compagnia Carlo Colla e Figli Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette
Les Musiciens du Prince – Monaco
Il Canto di Orfeo

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