Siena: Nach italienischen Gusto – Nel gusto italiano

Come un concerto di musica barocca si possa inquadrare in un festival dal titolo From Silence non è stato un passaggio immediato, ma come ci ha abituato con la programmazione negli ultimi anni il direttore artistico Nicola Sani bisogna a pensare il suono su più piani: quello naturale, quello artificiale, quello musicale, quello ambientale. Ecco che è il rapporto tra questi tipi di suono e la loro esistenza o meno ci può far facilmente capire che con la musica barocca, in realtà addirittura fino alla metà dell’Ottocento, siamo in un’epoca che potremmo definire “del silenzio” non esistendo nessuna possibilità di avere registrazione e riproduzione di un suono registrato. La vita dell’uomo quindi scorreva nel silenzio con rare possibilità di poter beneficiare dell’ascolto della musica, l’esatto opposto di quello che viviamo sulla nostra pelle oggi. Quindi forse in un certo senso, in questa occasione più che in altre, la musica che ascolteremo è realmente e concretamente “from silence”.

Il palcoscenico di Sant’Agostino vedrà alternarsi gli 8 docenti dei corsi di musica barocca che la Chigiana ospita in collaborazione con il Mozarteum di Salisburgo: Andreas Scholl, controtenore; Dorothée Oberlinger, flauto dolce; Marcello Gatti, flauto traversiere; Alfredo Bernardini, oboe barocco; Hiro Kurosaki, violino barocco; Vittorio Ghielmi, viola da gamba; Marco Testori, violoncello barocco e Florian Birsak, clavicembalo.

Il concerto comincia con una Sonata a tre in re minore per flauto dolce e viola da gamba soprano di Georg Friedrich Telemann. Genere nato nel lombardo-veneto la sonata a tre viene qui interpretata da Telemann con un raro strumento come la viola da gamba soprano. Oberlinger, Ghielmi e Birsak fanno dell’unità di intenti un punto di forza dell’esecuzione, una compattezza d’insieme invidiabile e una sonorità che viene valorizzata dall’acustica di Sant’Agostino. Sempre in Germania Bach rilegge la sonata a tre in un modo completamente diverso con la Sonata per flauto BWV 1030 dove al flauto dolce si sostituisce il traversiere. L’austerità contrappuntistica non va a scapito della gran padronanza dello stile italiano che per un compositore tedesco mai uscito dai propri confini linguistici e culturali, nel Settecento sarebbe un errore parlare di confini nazionali, è sicuramente un unicum. Il virtuosismo della scrittura anche qui è mirabilmente risolto dagli interpreti con agilità e trasparenza della trama polifonica. Ecco dunque il primo brano vocale: l’aria “Leget Euch dem Heiland unter” dalla cantata Himmelskönig, sei willkommen BWV 182. Andreas Scholl è di una grande intelligenza musicale e questo valorizza la scrittura concertante di quest’aria nel continuo intreccio che il controtenore ha con il flauto dolce di Dorothée Oberlinger.

Passiamo finalmente al repertorio italiano in senso stretto con la Sonata op.5 n.10 di Corelli. Ritenuto il grande virtuoso internazionale del violino dell’epoca, Corelli nelle sue dodici sonate dell’op.5 sfoggia una scrittura che denota una padronanza dello strumento a dir poco invidiabile. Il pubblico chigiano, entusiasta alla fine dell’esecuzione, ha avuto la fortuna di sentire la trascrizione per flauto dolce e basso continuo, saggio di bravura della Oberlinger e monito per tutti gli studenti italiani sulle possibilità del tanto bistrattato flauto a scuola. Una meravigliosa sonata per violino di Caldara affidata al mirabile Hiro Kurosaki precede due arie inframezzate da un recitativo dall’opera del medesimo autore “Da’ tuoi lumi e dal tuo core” affidate nuovamente alla voce di Scholl. Qui i brani sono un po’ penalizzati da una dizione italiana non molto chiara che rende il testo non sempre intellegibile all’ascoltatore. Rimane comunque il fascino di queste pagine del compositore veneziano grazie ad un ensemble di sommo valore.

Avviandoci verso la fine della serata gli ultimi due compositori in programma sono Abel e Johann Christian Bach con due brani strumentali: un Adagio per sola viola da gamba, magnetico per scrittura ed esecuzione da parte di Vittorio Ghielmi ed un Quintetto del Bach milanese/londinese che vede finalmente anche la partecipazione dell’oboe barocco di Alfredo Bernardini in un brano che è ormai più classico che barocco, in quella fase di transizione dove la commistioni di stili, la coabitazione di vecchi e nuovi strumenti segnano un punto di passaggio nella storia della musica.

A grande richiesta del pubblico Alfredo Bernardini presenta un bis di Georg Friedrich Haendel: un’aria dall’opera Rodelinda che era stata cantata alla prima esecuzione dal celebre controtenore Francesco Bernardi(ni?, ci scherza) detto il senesino, scelta filologica anche dal punto di vista geografico! Una grande ovazione del pubblico in una chiesa gremita sancisce la conclusione di questa meravigliosa serata senese di un Chigiana International Festival 2022 che in poco meno di due mesi ha fatto un più che esauriente compendio di più di cinque secoli di musica.

Luca Di Giulio
(31 agosto 2022)

La locandina

Controtenore Andreas Scholl
Flauto traversiere Marcello Gatti
Oboe barocco Alfredo Bernardini
Viola da Gamba Vittorio Ghielmi
Clavicembalo Florian Birsak
Flauto dolce Dorothée Oberlinger
Violino barocco Hiro Kurosaki
Violoncello barocco Marco Testori
Programma:
Musiche di
Johann Christian Bach, Karl Friedrich Abel, Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Telemann, Antonio Caldara, Johann Adolf Hasse

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