Trieste: anche l’Italia ha il suo Once

L’Italia ha il suo “Once”. Lo spettacolo, interamente tradotto in italiano da Emma Ray Rieti e da Matteo Volpotti per le liriche, sta iniziando a farsi apprezzare nelle prime città in cui va in scena.

Per capirci: ciò che sta alla base di questa produzione ha già conquistato un Oscar per la migliore canzone con Falling Slowly e ben 8 Tony awards, quindi stiamo parlando di un capolavoro che nasce dalla regia e sceneggiatura di John Carney e come tutti i suoi lavori è pieno di sentimenti autentici. Le musiche, invece, sono di Glen Hansard e Marketa Irglova. Sono proprio loro i protagonisti della pellicola, due ragazzi senza nemmeno un nome.

Due solitudini che si incontrano un giorno per caso a Dublino. Lui canta, fa il busker in giro per le strade, ma sta più che altro sfogando la sua rabbia quando una ragazza si ferma ad ascoltarlo. Accento dell’est e testa sulle spalle, anche lei ama la musica, ed è un’abile pianista. La sua condizione di immigrata dalla repubblica Ceca, con pochi mezzi, le impedisce di avere un pianoforte tutto suo, e così lei va a suonare nel negozio di strumenti musicali. La sua formazione è classica, seria, un po’ come lei. Parte così un’amicizia singolare, che li vedrà in meno di una settimana diventare più che migliori amici, coprotagonisti di un’avventura da brivido, come è quella che porta alla realizzazione di un album. Suonano, cantano, incontrano l’uno la famiglia dell’altra e fanno i conti con chi non c’è più. Per lui la madre e la ex fidanzata, che si è trasferita a New York, per lei il padre e un marito che è lontano.

A guardarlo bene questo spettacolo è semplicissimo, viene fatto con della grafica e alcune sedie, eppure porta in sé una serie di sorprese che lo rendono davvero unico. La prima è il fatto che solitamente viene allestito con un bar sul palco, in cui il pubblico può andare a bere una birra tra molti musicisti che intrattengono i presenti. L’allestimento italiano, spostandosi di sera in sera non prevede il bar, ma mantiene l’intrattenimento musicale prima dello spettacolo. Meglio quindi guadagnare la sala per tempo, così si potrà godere della musica folk irlandese ma anche e soprattutto, della straordinaria voce di Francesca Taverni. Una canzone sola, per lei, che offre nello spettacolo un’interpretazione strabiliante basata principalmente sulla recitazione e sulla danza oltre che sulla sua capacità di suonare uno strumento. È questo un altro particolare di Once: chi canta deve anche suonare. Non c’è un’orchestra aggiuntiva.

La regia di Mauro Simone gioca molto bene nei bilanciamenti tra il vuoto e il pieno, che portano spesso a sorpresa il pubblico a guardare un punto prestabilito. Oltre alla Taverni, il cast ha uno strabiliante Luca Gaudiano che interpreta il protagonista. Voce solida, chitarra alla mano e recitazione credibile, il vincitore di Sanremo Giovani 2021, è un “Ragazzo” perfetto. Jessica Lorusso invece deve portare in scena “Ragazza” e per quanto riguarda canto e pianoforte va benissimo, ma sulla recitazione c’è qualcosa che non va a segno. Ovvio che la difficoltà per lei è doppia, dovendo marcare un accento non facile, ma c’è altro, c’è una predisposizione al sorriso, una sua disposizione d’animo, che dovrebbe riservare alla figlia e che invece traspare troppo nei confronti di Ragazzo. Non è facile quel ruolo, ma  quando sarà più rodata, forse, troverà l’algida compostezza di Ragazza, che a tratti dovrebbe arrivare a essere percepita come quasi antipatica dal pubblico. Certo, perché il pubblico sarà parte inconsapevole di questa storia, vicino di casa che sbircia nei loro cuori e che fa il tifo per il loro nuovo cd. Qualcuno si convince che stiano insieme, qualcuno rimane incuriosito dalle usanze della famiglia di Ragazza. È anche questo che colpisce: con la Brexit e una guerra in corso, non si può che pensare a tutti quelli che come lei hanno lasciato passioni e carriere per avere un futuro per i loro figli.

Molto altro si potrebbe dire di questo piccolo grande spettacolo ma il consiglio migliore è quello di andarlo a vedere. Solo così si potrà vivere un’emozione travolgente, avvolti dalla musica.

Sara Del Sal
(6 dicembre 2022)

La locandina

Direttore Antonio Torella
Regia Mauro Simone
Scene Stefano Antozzi
Videoscenografie Digitalskenè
Costumi Silvia Cerpolini, Fabio Cicolani
Coreografie Gillian Bruce
Disegno fonico Enrico Porcelli
Disegno luci Valerio Tiberi
Con Luca Gaudiano e Jessica Lorusso
E con Francesca Taverni, Maurizio Desinan, Matteo Volpotti, Giulio Benvenuti, Andrea Luterotti, Monja Marrone, Niccolò Minonzio, Miriam Pilla, Andrea Salvadè

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