Beatrice Limonti: quando i giovani artisti spiccano il volo

La recente attribuzione del Global Talent and Violin Performer Award, avvenuta il 17 giugno 2023, da parte di Saverio Spina, presidente del Lions Club di Castrovillari, a Beatrice Limonti, è stata l’occasione per conversare con una giovane artista e per tracciarne la poliedrica attività internazionale.

Calabrese di nascita, la giovane violinista annovera una solida formazione classica e jazz presso il Conservatorio di Cosenza e ulteriori studi musicali nella prestigiosa Londra con Omar Puente, a cui ha affiancato l’attività musicale di solista o di violino da spalla d’orchestra, sempre vissuta come «una straordinaria avventura»: secondo la musicista «è un compito quello del mediatore tra gli strumentisti e il direttore. Mi sono trovata molto a mio agio a svolgerlo, in particolare nelle orchestre londinesi – ad esempio la Ernest Read Orchestra, la Blue Light Symphony Orchestra, la Lambeth Orchestra e la London Euphonia Orchestra –, per il buon rapporto, amichevole e all’insegna del rispetto, stabilito con gli orchestrali, spesso abituati a suonare repertori diversi e, quindi, senza pregiudizi. Mi è capitato di collaborare con diversi direttori, succedutisi sul podio della stessa orchestra, nell’arco di una stessa stagione. Tra questi, la scorsa primavera, con la London City Orchestra abbiamo avuto il piacere di suonare sotto la direzione di Philip Keller, direttore della Northern Ballet e della Royal Philarmonic Orchestra, nell’esecuzione della Prima Sinfonia, “Titan”di Gustav Mahler e dell’ouverture di “The Wreckers” della compositrice inglese Ethel Smyth».

Accanto all’attività orchestrale, dedicata soprattutto al repertorio sinfonico del XIX e XX secolo, Beatrice Limonti ha portato avanti il suo interesse per il jazz e le “musiche attuali”, ereditato dalla sua famiglia: «mio padre, suonava la chitarra ed aveva la passione per Pat Metheny. Fin da quando ero in fasce mi cullava con il suo CD di Last Train Home. Sono sempre stata incuriosita dall’improvvisazione e dal jazz. L’eccitazione che deriva dall’improvvisare è indescrivibile e ho sempre apprezzato i violinisti che incorporano l’improvvisazione nel loro stile esecutivo, come Stephane Grappelli».

Come violinista annovera anche altri modelli, come Jean Luc-Ponty, importante esponente del jazz fusion, con il suo lavoro solista e le sue collaborazioni con Frank Zappa e i “Return to Forever”, ma anche il grande trombettista Miles Davis, «il più cool» dei jazzisti. «C’è stato un momento della mia vita nel quale il repertorio classico è stato secondario e ha lasciato il posto a una “deriva” musicale verso il pop, il rock e il folk. Durante un festival etno-jazz ho conosciuto Alfredo Biondo e Geoff Westley, che mi hanno incoraggiato a proseguire con il jazz. Il 2016 per me è stato un anno particolare, suonavo con le orchestre classiche e contemporaneamente iniziavo a frequentare altri musicisti di altri generi». A questa fase di esplorazione musicale, si deve l’organizzazione del Festival della Canzone Arbëreshe, la partecipazione e la vittoria della XIII edizione del National Arts Award 2018 – Original Pop Rock Music (Sezione dedicata a Pino Daniele, con la performance di brani inediti, presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano), e molto altro.

Tali esperienze hanno condotto Beatrice a trasferirsi a Londra, nel 2021, per continuare gli studi jazzistici ed esplorare nuovi generi. «Attualmente è il Fusion Jazz ad appassionarmi: ho cominciato a studiare, presso la Royal Academy of Music di Londra, con Omar Puente, da cui ho appreso che mi ha permesso di acquisire una conoscenza armonica approfondita, e con essa, una straordinaria libertà”. Grazie al musicista cubano, definito dai critici come un “violinista classico con un cuore che batte con a Ritmo cubano, un’anima africana e una casa nel West Yorkshire”, la giovane musicista ha imparato «a suonare il jazz alla maniera cubana libera e felice».

Studio e prassi, rigore tecnico e libertà improvvisativa: le numerose e multiformi esperienze hanno le permesso di acquisire una evidente versatilità, che le permette di passare disinvoltamente dal grande repertorio sinfonico a quello jazzistico, a interessanti progetti e collaborazioni artistiche.

Alessandro Cammarano

(19 giugno 2023)

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