Bolzano: Kent Nagano tra domande e risposte

Un programma ricco di suggestioni e rimandi quello proposto dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento nel concerto straordinario che ha inaugurato il “Progetto Nagano 22/23” di cui il direttore statunitense sarà protagonista.

Il filo che lega i tre impaginati scelti da Kent Nagano si sviluppa attraverso domande senza risposta, risposte senza domanda e una sintesi conclusiva che pone fine al tormento degli interrogativi sospesi nasce dalla necessità umanissima di dare un senso, in un processo di elaborazione, allo “strappo” causato dalla pandemia e alle sue conseguenze sulla visione del mondo e della vita da parte di ciascuno.

Nelle Sieben Worte – il richiamo alle haydeniane Sette ultime parole di Nostro Signore sulla croce è evidente – Sofija Gubajdulina le questioni poste nelle meditazioni sull’agonia restano sospese in un dialogo tra i due strumenti solisti, il violoncello umanissimo e il bayan (fisarmonica cromatica diffusa nei paesi dell’Est europeo) posto come alternativa all’organo, che resta però volutamente irrisolto mentre gli archi intervengono a sottolineare linee narrative sottili in cui si ritrovano echi di musica popolare uniti a scabrezze dilanianti.

Michele Marco Rossi e Samuele Telari – rispettivamente al violoncello e al bayan – interpretano perfettamente i ruoli loro assegnati. Rossi si rende protagonista di una prova maiuscola fatta di arcate decise e di un fraseggio volitivamente convulso e capace di rendere con pienezza le angosce ritmiche della partitura, così come il bayan incalzante di Telari, bravissimo, sottolinea attraverso cromatismi arditi e una fisicità coinvolgente ulteriori elementi di riflessione, il tutto in un incontro-scontro continuo tra umano e divino..

Nagano tiene saldamente le fila con un gesto di cristallina essenzialità trovando il giusto equilibrio tra suono e silenzio, trasformando quest’ultimo in momento di lucida meditazione, ben assecondato dagli archi della Haydn.

La Sinfonia n. 45 “Degli addii” di Franz Joseph Haydn rappresenta le risposte senza domanda ma al contempo in questa particolare occasione richiama – con gli esecutori che sull’Adagio conclusivo abbandonano uno alla volta il palcoscenico lasciando solo due violini a chiudere la pagina così come fecero alla prima esecuzione nel 1772 per far comprendere al principe Esterházy  il loro desiderio di tornare a casa – il congedo dalla vita di tutte le vittime della pandemia.

Nagano sceglie una narrazione in filigrana, fatta di trasparenze dinamiche e una tavolozza agogica sempre meditata. Parte del pubblico ridacchia sugli “addii” degli orchestrali forse non comprendendo pienamente il senso che in questa occasione si è voluto dare al congedo; succede anche nelle migliori famiglie.

Sintesi salvifica viene da O nata lux dell’argentino Alex Nante, commissione dell’Orchestra Haydn ed eseguita in prima mondiale.

Composizione densa che si inquadra perfettamente nel filone della musica “contemporanea di successo” O nata lux, prendendo le mosse dall’inno cristiano che porta lo stesso nome, coniuga con acume slanci melodici capaci di farla ricordare a momenti di sapido approfondimento armonico.

La direzione di Nagano è apollinea, prodiga di colori oltre che concentrata sull’essenza ultima del suono.

Grande successo di pubblico.

Alessandro Cammarano
(19 febbraio 2022)

La locandina

Direttore Kent Nagano
Violoncello Michele Marco Rossi
Bayan Samuele Telari
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Programma:
Sofija Gubajdulina
Sieben Worte per violoncello, bayan e archi
Franz Joseph Haydn
Sinfonia In Fa Diesis Minore Hob. :I: 45 “Degli Addii”
Alex Nante
O nata Lux (Opera Commissionata)
Commissione: Orchestra Haydn Di Bolzano e Trento

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