Bolzano: Matthias Mayr e il nuovo corso della Società dei Concerti

Presentata oggi a Bolzano, nell’atmosfera sofisticata dell’Hotel Laurin, la stagione 2024 della Società dei concerti (konzertverein.org): sedici appuntamenti in diverse sale del centro città, prima fra tutte la storica Sala Michelangeli all’interno del Conservatorio “Monteverdi”, che poggiano sulle tre solide colonne di un’attività lunga quasi due secoli e che sono la cameristica, il quartetto d’archi e il recital pianistico. C’è aria di rinnovamento, però, quest’anno e ha le fattezze della dinamica progettualità di Matthias Mayr, nuovo direttore artistico dal 2023, nominato dopo i trent’anni di onorato servizio profusi con dedizione da Josef Lanz.

Bolzanino, classe 1973, studi in violoncello e scienze musicali all’Università di Magonza, programmista e regista RAI e RAI SÜDTIROL e una lunga esperienza in organizzazione e direzione artistica costruita al Festival di Lockenhaus a fianco di Gidon Kremer. Le carte vincenti di Mayr sono un’ampia rete di contatti con artisti che frequentano la scena internazionale, le competenze non solo sui contenuti ma anche sul lato pratico della gestione di un’offerta culturale e il forte desiderio di stringere collaborazioni con altre realtà musicali, anche al di fuori del territorio provinciale.

Abbiamo rivolto alcune domande al nuovo direttore artistico Matthias Mayr per conoscere il suo pensiero e scoprire la nuova stagione cameristica bolzanina che, ci dice, ha progettato con lo stesso interesse di uno ascoltatore alla ricerca di qualità ma anche di novità.

  • Come definisce la nuova stagione che ascolteremo nel 2024?

Sarà una stagione equilibrata, se paragonata a quelle precedenti, che spazia su tutta la cameristica ma più colorata e giovane. Il punto di spicco è sicuramente il quartetto, che presenta due giovani formazioni molto interessanti come il Leonkoro (16/10) e il Simply (14/01); sono entrambi veramente al top, il primo con una forte connotazione sulla figura di interprete, il secondo più incentrato sulla profondità della pagina. Poi c’è la musica da camera con pianoforte, dal trio al sestetto, che vede per esempio da una parte la giovane formazione dell’Amatis Trio (31/01) e dall’altra il celebre Trio di Parma con Simonide Braconi (24/04) che proseguono nell’integrale dei quartetti di Brahms. E ancora, come punto importante della stagione, c’è il recital pianistico, che ospiterà Giuseppe Albanese (17/04) e la giovane Anastassiya Dranchuk (2/10).

  • Non solo un colore più variopinto ma anche dei format concertistici che non sono quelli tradizionali…

Credo di aver dato un esempio già questa estate di cosa intendo per concerti non tradizionali, con il progetto dell’Ensemble Diderot sull’Arte della fuga di Bach, dove la musica barocca veniva presentata attraverso la creatività del light design, una mia idea che è stata creata a Bolzano e che ora viaggia in altre sale (vedi la nostra recensione). Penso che questo sia il mio compito come direttore artistico, far nascere dei progetti, come quello che in primavera vedrà l’ensemble vocale Voktett di Hannover assieme al violoncellista Enrico Bronzi nella Chiesa dei Francescani (27/03), o ancora il progetto spettacolare dell’autunno che vede riuniti in ensemble artisti d’eccellenza come, per citarne alcuni, Ilya Gringolts e i fratelli Hagen (21/11). Sono momenti molto importanti, che vogliono presentare un nuovo corso della stagione.

Tutta l’ultima parte dell’anno sperimenta anche la mia idea di collaborazioni sul territorio, dal concerto con il Leonkoro Quartett alla serata con i docenti del Mozarteum di Salisburgo (21/10), fino ad un diverso e sempre innovativo progetto dell’Ensemble Diderot (2/12) che vestirà l’Offerta musicale di Bach con un effetto visivo di schermi. Sono tutti progetti che verranno ospitati anche nelle stagioni di partner che diventeranno fissi, organizzatori con cui ho instaurato una collaborazione da quando sono direttore artistico della Società dei concerti di Bolzano. Parliamo per esempio della Gioventù musicale di Gardena, del Südtiroler Kulturinstitut di Brunico, della Società Filarmonica di Trento. Non si tratta di una banale replica, ma di una sinergia nella scelta dei programmi, una comune ricerca ed interesse; quindi, non una “svendita”, sono musicista io stesso e non voglio un trattamento da precariato per gli artisti, ma una progettualità comune.

  • Nel repertorio della stagione 2024 troveranno spazio le compositrici, la cui musica è ancora assente dalla quasi totalità delle proposte musicali di teatri e sale da concerto?

Certamente. Abbiamo un progetto molto particolare che è presentato dal soprano guatemalteco Adriana González, vincitrice del Placido Domingo’s Operalia 2019, assieme al pianista Iñaki Encina Oyón (22/02), una Liederabend sull’opera dei compositori francesi Robert Dussaut ed Hélène Covatti, coppia nell’arte come nella vita. Un ascolto che propongo come diverso dalla tradizione precedente non solo perché presenta la musica di un’autrice ma anche perché si spinge verso l’epoca contemporanea. Si tratta di un programma incredibile, inciso da González come cd di debutto.

Monique Cìola
(20 ottobre 2023)

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