Firenze: che delizia il Pinocchio di Tarabella

Scrivere opere per bambini non è facile, anche quando il soggetto è Pinocchio, anzi! Aldo Tarabella, compositore e regista, che ha una vasta esperienza anche nel campo dell’opera per ragazzi e bambini, è riuscito a creare un lavoro ad hoc, avvalendosi per il libretto di quello del compianto Valerio Valeriani, che è scomparso nel 2018 e il cui ultimo lavoro è stato proprio questo. “La scena finale, quella in cui tutti i personaggi ripescano Pinocchio che emerge con le sembianze di un bambino vero, la ha scritta due giorni prima di morire” ci racconta Tarabella. Sono state selezionate le parti fondamentali della storia del celebre burattino e il risultato è un lavoro “a misura di bambino”, un’opera in miniatura, perché è davvero tutta cantata dall’inizio alla fine: solo recitativi e ariosi, niente parlato. È quella che è andata in scena sabato 20 gennaio al Teatro Verdi di Firenze, per la Stagione dell’ORT, in collaborazione con il Teatro del Giglio di Lucca e con la Fondazione Collodi.

Tarabella ha scelto di affidare il personaggio di Pinocchio a un soprano (Eleonora Boaretto), Geppetto al baritono (Clemente Antonio Daliotti), il gatto a un mezzosoprano (Antonia Fino) che duetta con la volpe/mezzosoprano (Consuelo Gilardoni). Ancora un baritono per il grillo parlante e Lucignolo (Andrea De Luca) e ancora un soprano per la Fata turchina (Chiara Prucher).

A sostenere la parte di Geppetto e Mangiafuoco, prevista per basso-baritono, è stato Paolo Pecchioli, sostituto dell’ultimo momento del previsto Piero Terranova, che ha avuto un importante problema di salute.
Il lavoro originale, nato per il Teatro del Giglio di Lucca, con la regia dello stesso Tarabella e le scene e costumi di Enrico Musenich, ha dovuto subire degli adattamenti sul pacoscenico del Teatro Verdi di Firenze. Non era possibile utilizzare le stesse scene e quindi è stata fatta la scelta di avvalersi soprattutto delle elaborazioni video di Emiliana Paoli su disegni di Musenich e di qualche accessorio di scena. Niente coro di voci bianche, che è stato sostituito da un coro del momento: il pubblico. Il direttore d’orchestra, infatti, e il Grillo Parlante in video con le scritte a mo’ di lavagna, hanno invitato i tantissimi presenti in sala a leggere in maniera ritmata le frasi proiettate. Ha funzionato abbastanza…

I bravi cantanti, tutti giovani e ottimi anche come attori, sono stati guidati, come l’Orchestra, dalla bacchetta di Jacopo Rivani e sono stati messi in risalto nei rispettivi ruoli dai bei costumi, sempre di Musenich, che hanno convinto molto più delle sue scene del video: il suo stile grafico, infatti,  fortemente modellato su quello del suo maestro, Lele Luzzati, non ha sortito l’effetto di dinamicità e di restituzione coinvolgente della storia (peraltro ben nota al folto pubblico) che invece ha la musica di Tarabella. La sua scrittura, come dice lui stesso, riflette la sua storia artistica.

Linguaggio atonale come cifra stilistica, ma conoscitore di Nino Rota e di generi extra colti, che si sentono emergere nella partitura con garbo: la musica è stata declinata di scena in scena, ma anche di personaggio in personaggio, in maniera sempre adeguata, e anche la linea vocale dei cantanti è quanto mai azzeccata a ciascun ruolo. Tarabella non ha privilegiato l’aria, perché, come ci ha detto lui stesso, “dalle esperienze del passato ho visto che il pubblico dei giovani segue con maggiore attenzione la storia che sia cantata in maniera continuativa, anche se usi un linguaggio atonale”. Insomma uno stile durchkomponiert che ha funzionato molto bene. Peccato che per i tagli non si sia potuto sentire il rap del Grillo parlante, ma per i prossimi allestimenti verrà ripristinato. Fra gli emendamenti resi necessari da questo allestimento, c’erano alcune scene che Valerio Valeriani aveva inserito nella sua riduzione librettistica, ad esempio il dialogo dei burattini di Mangiafuoco (Arlecchino e Pulcinella) che riconoscono Pinocchio nel pubblico, oppure lui che ruba l’uva, o Pinocchio in prigione.

Alla luce di un libretto così ben selezionato dalla storia, viene spontaneo chiedere al compositore se c’è stato un lavoro a quattro mani con il librettista oppure “prima le parole e poi la musica”.  E Tarabella risponde che “C’è stato un fifty-fifty, assolutamente un lavoro a quattro mani. Anzi, Valerio mi ha spinto a usare meno possibile l’atonalità in favore della melodia. Era nato per fare il librettista e soprattutto per scrivere quello di Pinocchio: lui, fiorentino, profondo conoscitore e ammiratore di Collodi, ha scritto un libretto fantastico e quindi è stato un piacere discutere con lui le mie scelte musicali”. Pinocchio, personaggio universale, ora celebrato anche dall’opera in musica: due patrimoni culturali che viaggiano assieme. Evviva.

Donatella Righini
(17 gennaio 2024)

La locandina

Direttore Jacopo Rivani
Musica e regia Aldo Tarabella
Costumi e scene Enrico Musenich
Elaborazioni video Emiliana Paoli
Personaggi e interpreti:
Pinocchio Eleonora Boaretto
Geppetto/Mangiafuoco Paolo Pecchioli
Il Gatto Antonia Fino
La Volpe Consuelo Gilardoni
Il Grillo Parlante/Lucignolo Andrea De Luca
La Fata Turchina Chiara Prucher
Orchestra della Toscana

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