Firenze: Falstaff chiude il Maggio

Ha preso il via con un flash mob dei dipendenti del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino la serata della prima del Falstaff di Giuseppe Verdi, il 16 giugno scorso, ultimo titolo operistico dell’edizione numero 85 del più antico festival d’Italia.  Il messaggio letto al pubblico si è agganciato al celebre verso “tutto nel mondo è burla”, che conclude, appunto, il Falstaff, e ha sottolineato l’urgenza di una risposta da parte delle istituzioni locali alla richiesta del Commissario Cutaia. In alternativa il rischio è il silenzio. Ma il pubblico non lo vuole di certo, come ha mostrato il grido dalla platea “forza Maggio” che ha dato il via al lungo applauso di solidarietà, che speriamo sia arrivato alle orecchie delle autorità locali, assenti alla rappresentazione.

Subito dopo, i professionisti hanno fatto ancora una volta capire il livello di qualità di base che il teatro possiede: un’orchestra e un coro magnifici, che hanno offerto un’esecuzione sopraffina, grazie anche alla guida di Daniele Gatti, la cui lettura del capolavoro verdiano – ottima nella alternanza di momenti concitati ad altri rallentati e attenta alle diamiche e a tutte le sfumature delle agogiche e delle sonorità – ha evidenziato come sia orchestra che cantanti e coro “cantino” tutti, alternatamente e insieme, tutti membri dello stesso cast. “Ogni stato d’animo dei cantanti, dall’allegria alla nostalgia, viene perfettamente messo in evidenza dall’orchestra, in misura decisamente maggiore rispetto alle opere verdiane precedenti. Falstaff è davvero un unicum, non c’è un’opera che possa aver fatto da ‘apripista’ così come non troveremo nulla di anche solo vagamente simile dopo; nessuno ha seguito questo tipo di struttura operistica o di evoluzione narrativa” aveva dichiarato il maestro Gatti prima della messa in scena e diremmo che riassume perfettamente il risultato di questa recita.

Sicuramente hanno contribuito al risultato le scene di Julian Crouch e i costumi di Kevin Pollard, che, come la regia di Sven-Eric Bechtolf erano gli stessi dell’allestimento del Teatro del Maggio del dicembre 2021. Insieme anche alle luci di Alex Brok (riprese da Valerio Tiberi) e ai video di Josh Higgason, questa azzeccatissima e dinamica regia (per l’occasione ripresa da Stefania Grazioli), che ha usato nel finale tutto lo spazio di palcoscenico e proscenio, ha funzionato a meraviglia per coinvolgere il pubblico nella vicenda dell’ultimo capolavoro verdiano, eccezionalmente basato non su una storia tragica ma su una commedia, traendo spunto dal suo amatissimo Shakespeare, principalmente da The merry wives of Windsor – sebbene il personaggio di John Falstaff fosse anche nell’Enrico IV del Bardo -. In particolare ci piace evidenziare l’utilizzo dei pannelli mobili che permettono di allestire la scena iniziale della taverna e passare con facilità a creare una casa con giardino e alberi che calano dall’alto, come, successivamente, le onde mobili del Tamigi con modellini di imbarcazioni: insomma, un allestimento forse più tradizionale di tanti, ma funzionale e intelligente.

Molto buono anche il cast, forse più per l’arte scenica che per la vocalità, ma con qualche eccezione: da evidenziare, ovviamente, Michael Volle, nel ruolo del protagonista, Matthew Swensen, unico del cast che faceva parte anche del precedente allestimento, migliorato nel ruolo di Fenton e Markus Werba (Ford). Molto buona la prova di Rosalia Cìd, giovane cantante dell’Accademia del Maggio (altra realtà d’eccellenza del Teatro), che ha intepretato Nannetta. Dignitosi anche tutti gli altri, magari con minore “espansione sonora” della voce di quanto ci saremmo aspettati, ma che hanno fatto ridere e riflettere nel narrare questa storia, che in realtà sempre comica non è, e che il librettista Arrigo Boito aveva scientemente mantenuto in linea con  lo spirito shakespeariano, i cui ingredienti Verdi ha messo in risalto con uno stile musicale così nuovo e affascinante che spiace che questo sia il suo unico titolo “allegro” e che sia l’ultimo lavoro che ha regalato a noi posteri.

Repliche il 19 (con diretta su Rai Radio 3) e il 21 alle 20, il 23 alle 18.

Donatella Righini
(16 giugno 2023)

La locandina

Direttore Daniele Gatti
Regia Sven-Eric Bechtolf
ripresa da Stefania Grazioli
Scene  Julian Crouch
Costumi Kevin Pollard
Luci Alex Brok
riprese da  Valerio Tiberi
Video Josh Higgason
Personaggi e interpreti:
Falstaff Michael Volle
Alice Ford Irina Lungu
Mrs. Quickly Adriana Di Paola
Mrs. Meg Page Claudia Huckle
Ford Markus Werba
Nannetta Rosalia Cíd
Fenton Matthew Swensen
Pistola Tigran Martirossian
Bardolfo Oronzo D’Urso
Dr. Cajus Christian Collia
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini

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