Milano: atmosfere lugubri per la Dama di Picche

Il minimal torna alla Scala con la regia di Matthias Hartmann per la Pikovaja Dama di Pëtr Il’ič Čajkovskij. 

Se le lugubri scene spoglie, firmate da Volker Hintermeier, rappresentano probabilmente il mondo interiore di Hermann, viene a mancare tuttavia l’aspetto nevrotico-ossessivo-visionario del personaggio nonchè tutto il contorno nostalgico sentimentale che appartiene alla contessa e in parte a Liza.

A parte la caduta di stile nel ballo in maschera del quadro terzo, eccessivamente e inutilmente ridondante, i quadri centrali hanno restituito un senso più appropriato alla drammaturgia sottesa nella geniale partitura di Čajkovskij, complice -indubbiamente- il soggetto tratto da un racconto di Aleksander Puškin. 

La scena della camera nella contessa, la nebbia che invade il quadro sesto ottenebrando la mente di Hermann, il finale estremizzato, nonché la presenza in scena -non prevista- del conte di Saint-Germain, sono momenti e spunti interessati ma registicamente incompiuti e troppo spesso affidati alla bravura degli interpreti. 

Lugubri atmosfere come i tempi che stiamo vivendo. 

Sul podio non più Valery Gergiev ma il suo giovane assistente Timur Zangiev la cui notizia della sua bravura si era già diffusa durante le prove di questa produzione. 

Gesto chiaro, ben calibrato, puntuale ed espressivo, Zangiev ottiene dall’orchestra scaligera sonorità personali di rara bellezza e raffinato equilibrio, esaltando l’incantevole scrittura di Čajkovskij. 

Il tessuto leitmotivico, l’omaggio a Mozart, il melodismo vivido e il finale mistico fanno di questa partitura uno dei capolavori della letteratura musicale russa, qui assecondata con estrema eleganza dal giovane maestro Zangiev che dimostra introspezione e maturità interpretativa. 

Sul piano vocale siamo al cospetto di un’ottima compagnia di canto. 

Najmiddin Mavlayanov non solo è un Hermann scenicamente convincente ma anche vocalmente vincente. La parte non è affatto semplice sia dal punto di vista psicologico che per una scrittura vasta ed estesa che richiede una tenuta notevole. Mavlayanov inquadra perfettamente il carattere ossessivo di Hermann risolvendo con estrema duttilità l’articolata e impervia scrittura di Čajkovskij, esibendo una voce corposa anche nei momenti più appassionati e tecnicamente solida. 

Al suo fianco Elena Guseva è una Liza delicata e al contempo determinata nella sua purezza sentimentale. Capace di abbandoni lirici, il suo è un canto sentimentale la cui pasta vocale affascina per il timbro pieno ed intenso e accenti mai eccessivi.

Splendida la Polina di Elena Maximova che con intenso magnetismo rapisce il pubblico nella celebre e sublime romanza del primo atto, creando in sala un insolito silenzio soprannaturale. 

Seducente è la voce della contessa di Julia Gertseva, la cui la beltà sfiorita traspare in tutto il suo portamento altero, gelido, distaccato, ma estremamente umano, nella malinconica canzone «Je crains de lui parler la nuit» tratta dal Richard-Coeur-de-Lion di André-Ernest-Modeste Grétry. 

Il cast si completa con gli ottimi Maria Nazarova, Roman Burdenko, Alexey Markov, Sergey Radchenko e Evgenij Akimov.

Un plauso al coro istruito dal maestro Alberto Malazzi che nel finale ha regalato un indimenticabile momento di sublime elevazione. 

Ora, dopo tanta bellezza, non ci resta che invocare la pace. 

Gian Francesco Amoroso
(8 marzo 2022)

La locandina

Direttore Timur Zangiev
Regia Matthias Hartmann
Scene Volker Hintermeier
Costumi Malte Lübben
Luci Mathias Märker
Drammaturgo Michael Küster
Coreografo Paul Blackman
Personaggi e interpreti:
Hermann Najmiddin Mavlyanov
Il conte Tomskij Roman Burdenko
Il principe Eleckij Alexey Markov
Čekalinskij Yevgeny Akimov
Surin Alexei Botnarciuc
Čaplickij Sergey Radchenko
Narumov Matías Moncada
Il maestro di cerimonie Brayan Ávila Martínez
Contessa Julia Gertseva
Liza Elena Guseva
Polina Elena Maximova
La governante Olga Savova
Maša/Prilepa Maria Nazarova
Milovzor Olga Syniakova
Orchestra e coro del Teatro alla Scala
Maestro del Coro Alberto Malazzi

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