Palermo: settant‘anni d’opera in un gala

Il Teatro Massimo di Palermo, domenica 27 novembre, ha offerto una pregevole serata di belcanto italiano con un’Opera Gala di grande livello. Sul palco tre talenti tutti siciliani: il soprano Federica Guida, il tenore Enea Scala e la direttrice Manuela Ranno che ha diretto l’orchestra del teatro e il coro preparato dal maestro Salvatore Punturo.

Il programma ha percorso, attraverso arie, sinfonie, cori e duetti, settant’anni di opera italiana, ma non solo: dalla sinfonia di Semiramide di Gioacchino Rossini (1823) fino allo splendido intermezzo da Manon Lescaut di Giacomo Puccini (1893), passando per pagine dal sapore risorgimentale, come il coro “O Signore dal tetto natio” da I lombardi alla prima crociata di Giuseppe Verdi e con incursioni nel repertorio d’oltralpe come i Pas de quatre da Jerusalem (scelta non casuale, in quanto versione francese proprio de I lombardi) e la funambolica aria della bambola Olympia da Les contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach. Il programma scelto per l’occasione, articolato e raffinato, non è stato per nulla scontato per una serata di gala e ha scansato con maestria il rischio delle consuete scelte banali e piacione.

L’orchestra è apparsa in splendida forma e gli si potranno perdonare le rarissime défaillance che non hanno offuscato affatto l’ottimo lavoro della direttrice che già sin dalle prime battute della sinfonia d’apertura di Semiramide ha mostrato un piglio deciso e grintoso, coinvolgendo e tirando fuori quel sorprendente senso di spazialità che solo un uso intelligente delle dinamiche sa dare. L’orchestra, padrona assoluta, per volume, timbrica e brillantezza, ha saputo cedere il passo soltanto alla voce del soprano Federica Guida che dalla sua prima aria, “Ah, non credea mirarti… Ah non giunge” da La sonnambula, ha subito mostrato qualità e capacità. La voce di questa giovanissima cantante non ha tradito le aspettative di chi aveva scommesso su di lei nel lontano 2017 quando, appena ventenne, si è aggiudicata la seconda edizione del Premio Abbado, dando avvio ad una brillante carriera internazionale in ascesa. Il timbro è morbido e la tecnica eccellente, mostrando impressionanti doti di virtuosismo; non sarà infatti sfuggita la padronanza tecnica nei vocalizzi sul finale dell’aria di Amina e soprattutto nella divertente aria di Olympia “Les oiseaux dans la charmille” da Les contes d’Hoffmann che, incorniciata da un simpatico siparietto con la direttrice, ha chiuso il programma.

Al tenore Enea Scala sono state affidate le arie dell’intrepido eroe innamorato esordendo proprio con la scena e aria di Rodrigo “Eccomi a voi miei prodi” da La donna del lago di Rossini. Dopo un avvio un po’ titubante, soprattutto in termini di volume, con l’orchestra a tratti eccessivamente sovrastante, il tenore ha sfoderato il meglio del suo talento nell’ottima tenuta della voce, soprattutto nei salti repentini tra il registro grave e l’acuto, e in dolcezza, espressa benissimo nel canto d’amore sul finale della scena “Ma dov’è colei, che accende”.

Le doti, oltre che vocali, ma anche interpretative ed espressive dei due solisti si sono apprezzate nel successivo duetto d’amore verdiano tra Gilda e il Duca di Mantova dal primo atto di Rigoletto che ha chiuso la prima parte dello spettacolo.

La seconda parte del concerto si è aperta sulle note dell’intermezzo da Manon Lescaut da cui forse ci si attendeva maggior enfasi lirica, offuscata invece da una scelta di tempo leggermente più rapido e dalla mancanza di corposità. Da qui alla fine è stato un crescendo entusiasmante che non ha disatteso le premesse della prima parte. In splendida forma i due solisti hanno continuato ad affascinare con l’intera quinta scena dal primo atto della Lucia di Lammermoor “Lucia perdona” con il duetto finale tra Edgardo e Lucia “Verranno a te sull’aure”. Dopo il coro “O Signore dal tetto natio” ancora un’aria per ciascuno dei cantanti: “Tomba degli avi miei” in cui il tenore è stato particolarmente apprezzato dal pubblico, con qualche entusiasmo da standing ovation, e per Federica Guida la già citata brillante e virtuosistica aria di Olympia di Offenbach.

Al grande entusiasmo del pubblico i due protagonisti della serata hanno risposto regalando un lungo fuori programma con cinque perle apprezzatissime dai presenti. Enea Scala si è avventurato brillantemente nell’interpretazione della celebre canzone di Augustìn Lara Granada e nell’immortale Mattinata di Ruggero Leoncavallo. Federica Guida ha deliziato il pubblico con Mein herr Marquis dal Fledermaus di Strauss e con l’aria di Musetta “Quando m’en vo soletta” da Boheme. Ha chiuso la bella serata l’immancabile duetto e coro del brindisi da La traviata, tra applausi e ovazioni.

Giuseppe Migliore
(27 novembre 2022)

La locandina

Direttore Manuela Ranno
Tenore Enea Scala
Soprano Federica Guida
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Maestro del Coro Salvatore Punturo
Programma:
Gioacchino Rossini
Sinfonia da Semiramide
Vincenzo Bellini
“Ah, non credea mirarti… Ah non giunge” da La sonnambula
Gioacchino Rossini
“Eccomi a voi, miei prodi” da La donna del lago
Giuseppe Verdi
Pas de quatre da Jerusalem
“È il sol dell’anima… Addio, addio” da Rigoletto
Giacomo Puccini
Intermezzo da Manon Lescaut
Gaetano Donizetti
“Lucia perdona… Verranno a te sull’aure” da Lucia di Lammermoor
Giuseppe Verdi
“O Signore dal tetto natio” da I lombardi alla prima crociata
Gaetano Donizetti
“Tombe degli avi miei” da Lucia di Lammermoor
Jacques Offenbach
“Les oiseaux dans la charmille” da Les contes d’Hoffmann

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