Potsdam: ritorna l’Idalma di Pasquini

Il Musikfestspiele Potsdam Sanssouci presenta per questa edizione l’opera di Bernardo Pasquini su libretto di Giuseppe Domenico de Totis Idalma – overo chi la dura la vince. Si tratta dell’allestimento prodotto dall’Innsbrucker Festwochen der alten Musik nel 2021 che si avvale della nuova edizione curata da Giovanna Barbati e Alessandro De Marchi.

La regia è affidata alla giovane regista italiana Alessandra Premoli mentre le scene sono di Nathalia Deana, i costumi di Anna Missaglia e le luci Antonio Jesús Castro Alcaraz. La parte musicale è affidata allo stesso Alessandro De Marchi alla guida dell’Innsbrucker Festwochenorchester mentre i solisti sono nell’ordine: Arianna Vendittelli nel ruolo di Idalma e poi Anicio Zorzi Giustiniani (Lindoro), Margherita Maria Sala (Irene), Morgan Pearse (Almiro), Rocco Cavalluzzi nelle vesti di Pantano, Juan Sancho come Celindo ed infine Anita Rosati, soprano, nel ruolo di Dorillo.

Il soggetto dell’opera, che ha visto la sua premiere nel 1680 al Teatro Capranica di Roma, tratta di due coppie Idalma e Lindoro e Irene e Celindo e dei loro rispettivi servitori che per un accidente si trovano entrambe sotto lo stesso tetto: la casa di Irene. Qui la confusione su amore, lealtà e gelosia fa il suo corso. Chi la dura la vince…

La acuta regista italiana ambienta la storia in una abitazione romana del Seicento, che con il passare dei 3 atti che compongono l’opera viene man mano restaurata. Il sottotitolo “chi la dura la vince” diventa l’iscrizione all’ingresso della casa che accoglie gli ospiti: monito per il pubblico ma anche per gli artisti stessi che in tempi così difficili vivono la loro azione scenica sempre sorvegliati da questa iscrizione. I personaggi si sovrappongono, su due piani temporali distinti che interagiscono brillantemente con gag e tiri burloni, a due malcapitati muratori/restauratori e all’architetta che coordina i lavori di restauro. Il tutto sempre ben aderente al libretto e all’azione scenica che ne deriva. Ne risulta una scorrevolezza non sempre aiutata dalla partitura che vede una grandissima quantità di recitativi, in maggioranza rispetto ai numeri musicali. I costumi di Anna Missaglia sono in stile e caratterizzano bene i personaggi con colori specifici, ben curati e rifiniti nei dettagli. Stessa cura per le scene di Nathalia Deana che ben si sono adattate al piccolo palcoscenico del Teatro di Corte di Potsdam.

Qualcosa in più forse ci si poteva aspettare dalle luci curate da Antonio Jesús Castro Alcaraz che erano ben fatte ma non di pari eleganza rispetto al resto dell’allestimento.

Veniamo ora ai solisti. Serve qui una premessa: prima dell’inizio della rappresentazione è stato annunciato al pubblico che il tenore Anicio Zorzi Giustiniani, per una indisposizione, non aveva potuto svolgere le prove e che avrebbe cantato la parte dalla fossa d’orchestra.

La regista Alessandra Premoli avrebbe recitato la parte di Lindoro in palcoscenico in costume. La prima cosa quindi che teniamo a sottolineare è l’incredibile prova della Premoli che ha mimato e recitato quasi perfettamente tutte le arie e i recitativi di Lindoro a memoria con il labiale, mentre il tenore le cantava dalla buca con una voce in discreta condizione. Qualche esitazione da parte sua anche per quanto riguarda la memorizzazione del testo, ma grazie alla possibilità di usare la parte tutto è andato per il meglio.

Arianna Vendittelli invece è stata un’Idalma brillante, sia scenicamente che vocalmente: perfette le agilità e le qualità attoriali di questa ormai affermata soprano italiana.

Margherita Maria Sala molto gradevole in scena e musicalmente sempre interessante. Forse ci aspettavamo una voce con un colore più scuro da un contralto ma questo non compromette una prova convincente sotto tutti gli aspetti. L’australiano Morgan Pearse ci ha molto convinto per una dizione italiana molto chiara e per la chiarezza del testo, che a dire il vero è stata un aspetto che ha caratterizzato tutto il cast.

Bene anche Rocco Cavalluzzi nei panni di Pantano, servo di Lindoro. Juan Sancho probabilmente è il solista che ci ha convinto un po’ meno rispetto agli altri: la voce è un po’ nasale e salendo nel registro acuto non sempre l’intonazione è impeccabile, mentre perfetta nel ruolo di un giovane ragazzo la soprano tirolese Anita Rosati ottima attrice e cantante ricca di buon gusto.

Alessandro De Marchi guida una compagine strumentale molto variegata che consente molte combinazioni di “continuo” con tiorbe, liuti, chitarre, due cembali, organo oltre a flauti dritti, gamba, archi e percussioni. Tutto ciò permette di dare al pubblico molti colori diversi nella grande quantità di recitativi dell’opera. La direzione è sempre precisa e con un gesto estremamente chiaro, non sempre caratteristica ordinaria nei direttori specializzati nel repertorio barocco.

Grande successo per questa Idalma; il pubblico del festival, in un teatro sold out e climaticamente non molto confortevole per il grande caldo, ha chiamato più volte gli artisti a ricevere gli applausi sul palcoscenico. Personalmente grande è stata la soddisfazione di ascoltare questo titolo sconosciuto e di assistere ad uno spettacolo riuscito sotto tutti gli aspetti.

Nota amara: alla fine delle recite le scene saranno rottamate ed è una vera sciagura in quanto le si sarebbe potute riutilizzare per altre produzioni. Così va il mondo

Hans Schneider
(23 giugno 2023)

La locandina

Direttore Alessandro De Marchi
Regia Alessandra Premoli
Scene Nathalia Deana
Costumi Anna Missaglia Kostüme
Luci Antonio Jesús Castro Alcaraz
Presonaggi e interpreti:
Lindoro Ancio Zorzi Giustiniani
Irene Margherita Maria Sala
Idalma Arianna Vendittelli
Pantano Rocco Cavalluzzi Pantano
Almiro Morgan Pearse
Celindo Juan Sancho
Dorillo Anita Rosati Dorillo
Innsbrucker Festwochenorchester

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