Ravenna: Ian Bostridge interprete sopraffino dei Canticles di Britten

Il concerto dedicato a Benjamin Britten e ai suoi Canticles che si è tenuto il 9 giugno, nel corso del Ravenna Festival, sarebbe stato strepitoso anche in una normale sala o in un teatro; ma nell’antica basilica di Sant’Apollinare in Classe, sullo sfondo dei meravigliosi mosaici che ne ornano l’abside, ha visto ancor più esaltate la qualità vocale, la forza interpretativa e la proprietà stilistica di Ian Bostridge, oltre alle considerevoli doti dei musicisti che si sono prodotti con lui.

Il tenore inglese è un interprete di riferimento assoluto del repertorio cameristico vocale – e di quello di Britten in particolare – ormai da decenni, pur con quell’aspetto da eterno ragazzo che conserva e che non rivela i suoi quasi 58 anni. Al suo fianco, un piccolo gruppo di valentissimi cantanti e strumentisti: due nati anch’essi a Londra, il pianista Julius Drake, con cui Bostridge collabora spesso, e il controtenore Alexander Chance; e tre italiani, il baritono Mauro Borgioni, l’arpista Antonella De Franco e il cornista Federico Fantozzi. I due ultimi fanno parte del molto selezionato gruppo di giovani ammessi a far parte dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.

Prima dei Canticles, il Festival dedicato quest’anno a Pier Paolo Pasolini ha reso omaggio ancora una volta al compositore da Pasolini prediletto, Johann Sebastian Bach. La scelta è caduta su alcune trascrizioni per voce e pianoforte che Britten realizzò di cinque Geistliche Lieder (Lieder spirituali) bachiani: “Gedenke dock, mein Geist, zurücke”, “Kommt, Seelen, dieser Tag”, “Liebster Herr Jesu”, “Kommt, süsser Tod” e “Bist du bei mir”. Riunite da Britten, che le aveva realizzate nel 1969 per l’Aldeburgh Festival, sotto il titolo Five Spiritual Songs, le cinque pagine sono state affidate a Borgioni, mentre Chance ha interpretato trascrizioni britteniane di composizioni di Henry Purcell: “Music for a While”, “In the Black Dusmail Dungeon of Despair”, “Evening Hymn” e, infine, “Sound the Trumpet”, vivace brano che ha riunito le voci dei due interpreti. Della linea di basso originale di queste musiche, Britten ha realizzato solo pochi passaggi e ha ideato invece nuove armonie, in vista anche della destinazione pianistica, in un’ottica di reinvenzione rispettosa che ha sortito un risultato di grande raffinatezza.

I sei musicisti, compresa l’arpista, hanno poi mirabilmente interpretato in varia formazione i Canticles, la raccolta di cinque composizioni che Benjamin Britten creò in differenti epoche della sua vita, senza prevederle come parti di un ciclo, e che mostrano più o meno evidenti legami con i lavori da lui realizzati negli stessi periodi. Pensati innanzitutto per la voce tenorile di Peter Pears, realizzati tra il 1947 e il 1974 e basati su testi di provenienze diverse (il poeta secentesco Francis Quarles, il ciclo medievale di Chester e i poeti del Novecento Edith Sitwell e T.S. Eliot), i Canticles sono pagine non di musica sacra, ma intrise di spiritualità; più complessi e articolati di convenzionali songs, potrebbero essere assimilati a cantate in miniatura e addirittura, nel caso del Canticle II “Abraham and Isaac”, a un’opera di dimensioni ridottissime per la forza drammatica che lo pervade.

Quest’ultimo brano, che in prima esecuzione si era avvalso nientemeno che delle voci di Peter Pears e Kathleen Ferrier con Britten al pianoforte, è stato interpretato da Bostridge nel ruolo di Abramo, da Chance come Isacco e dalle loro voci unite in omofonia nell’efficacissima soluzione escogitata dal compositore per le parole di Dio. Ci soffermiamo su Abraham and Isaac perché qui con la maggiore evidenza si è rivelata la capacità di Bostridge di creare un personaggio e un clima espressivo anche solo con un gesto della mano o un’espressione del viso: qualità da vero attore che il cantante inglese unisce alla fine articolazione del canto e alla squisita sensibilità interpretativa. Molto attento e partecipe, il pubblico che affollava la basilica gli ha decretato un grande successo personale, tra i calorosi applausi tributati a tutti i protagonisti della serata.

Patrizia Luppi
(9 giugno 2022)

La locandina

Tenore Ian Bostridge
Controtenore Alexander Chance
Baritono Mauro Borgioni
Corno Federico Fantozzi
Arpa Antonella De Franco
Pianoforte Julius Drake
Programma:
Johann Sebastian Bach/Benjamin Britten
Five Spiritual Songs (“Gedenke dock, mein Geist, zurücke”, “Kommt, Seelen, dieser Tag”, “Liebster Herr Jesu”, “Kommt, süsser Tod”, “Bist du bei mir”)
Henry Purcell/Benjamin Britten
“Music for a While”, “In the Black Dusmail Dungeon of Despair”, “Evening Hymn”, “Sound the Trumpet”
Benjamin Britten
Canticles

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