Venezia: il Quartetto Esmé per Musikàmera

La Stagione 2022 di Musikàmera prosegue domenica 19 e lunedì 20 giugno nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia con il doppio recital del Quartetto Esmé, primo premio al prestigioso concorso internazionale della Wigmore Hall di Londra nel 2018, composto da Wonhee Bae e Yuna Ha ai violini, Jiwon Kim alla viola e Yeeun Heo al violoncello. Le quattro giovani musiciste coreane eseguiranno un particolare programma comprendente il Quartetto in sol maggiore op. 77 n. 1 di Haydn, il Quartetto n. 1 in re maggiore op. 11 di Čaikovskij e il Quartetto n. 2 in mi bemolle maggiore op.26 di Erich Wolfgang Korngold, interessante compositore tardoromantico austriaco, vissuto fra il 1897 e il 1957, di cui Mahler disse: «è un genio della musica». Trasferitosi in America negli anni Trenta per sfuggire alla persecuzione razziale, si dedicò anche alla musica da film ottenendo due candidature agli Oscar nel 1940 e nel 1941.

 

Il Quartetto op. 77 n. 1 venne composto da Franz Joseph Haydn nel 1799: come spesso accadeva all’epoca, il numero d’opera ospitava più titoli, probabilmente tre (come d’uso), anche se poi l’autore riuscì a completarne soltanto due. Nonostante le difficoltà di salute, probabilmente dovute all’età, la bellezza e l’armonia formale di questi ultimi Quartetti spiccano appieno, pur apparendo una soffusa, autunnale malinconia.

Cajkovskij si dedicò nel 1871 alla stesura di questa partitura spinto dalla necessità di colmare le proprie necessità materiali; sotto lo stimolo di aumentare le proprie entrate egli accolse il suggerimento dell’amico Nikolaj Rubinstein di realizzare una serata concertistica di sue musiche, e ritenne opportuno destinare a tale serata appunto un Quartetto, in mancanza della disponibilità di un’orchestra. Svoltosi il 28 marzo 1871, il concerto, al quale presenziò fra gli altri Ivan Turgenev, si componeva anche di numerosi brani vocali e pianistici, e riscosse un caloroso successo.

Korngold scrisse il suo secondo Quartetto per archi nel 1933, predisponendone la prima esecuzione per l’anno successivo. Il compositore si apprestava allora a trasferirsi negli Stati Uniti, cosa che avvenne nel 1934 alla proclamazione della Anschluss. Il compositore ceco abbandonava così non solo Vienna (nella quale peraltro ritornò alla conclusione del conflitto mondiale), ma anche la sua sicura sistemazione come docente alla Wiener Staatsakedemie für Musik. Il suo trasferimento a Hollywood peraltro fu ricco di vantaggi economici e di riconoscimenti e influì ulteriormente in un modo di scrivere accattivante, che riuscì a mediare tra la musica del cognato, quella di Max Reger e quella di Richard Strauss.

 

 

 

 

QUARTETTO ESMÉ

Composto da quattro giovani musiciste coreane residenti in Germania, è stato fondato nel 2016, e prende il suo nome da un’antica parola francese che significa “amato”. Nel 2018 il Quartetto Esmé si è affermato sulla scena internazionale con la vittoria del Concorso internazionale per quartetto d’archi della Wigmore Hall di Londra, nel quale si è aggiudicato il Primo Premio e quattro premi speciali (miglior esecuzione di Mozart e di Beethoven, premio della Proquartet di Parigi e premio della Fondazione Esterhazy). In precedenza, il quartetto ha ricevuto anche il terzo premio al Concorso internazionale di musica da camera di Trondheim nel 2017, e il Premio del pubblico al concorso Irene-Steels Wilsing nel 2018. Si è recentemente esibito con grande successo in prestigiosi festival europei ed è frequente ospite della Wigmore Hall di Londra. Tra i prossimi progetti, nel 2022 debutterà in tour in Nord America e in Giappone. Formatosi presso la Hochschule für Musik und Tanz di Colonia in Germania, il Quartetto Esmé ha studiato presso la Musikhochschule di Lubecca sotto la guida di Heime Müller (Quartetto Artemis) e si perfeziona attualmente con Oliver Wille (Quartetto Kuss) a Hannover. Il Quartetto Esmé incide in esclusiva per Alpha Classics (Outhere): il primo CD, pubblicato nel 2020 (premiato con 5 stelle dalla rivista francese Diapason, e nominato tra i migliori album classici del 2020 dalla radio WQXR di New York) accosta a Beethoven e Bridge una innovativa composizione della compositrice coreana Unsuk Chin.

 

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