S | CONFINAMENTI: la Stagione 23-24 dell’Opera di Roma

Il debutto italiano nell’opera di registi internazionali come Simon Stone, Ersan Mondtag e del duo Le Lab. La prima volta all’Opera di Roma di Claus Guth, Allex Aguilera e Luca Micheletti in veste di regista. Il ritorno di Barrie Kosky, Deborah Warner e Damiano Michieletto. La presenza di celebrati coreografi come William Forsythe, Benjamin Millepied e, per la prima volta al Costanzi, di un lavoro di Uwe Scholz. Accanto a loro grandi bacchette come quelle di Marc Albrecht, Juraj Valčuha, Omer Meir Wellber e naturalmente del direttore musicale Michele Mariotti, che propone ben quattro titoli operistici e due concerti. Star della lirica come Lisette Oropesa, Maria Agresta, Vittorio Grigolo, Erwin Schrott, John Osborn, Karita Mattila, Gregory Kunde e Simon Keenlyside. Un’equilibrata alternanza di opere poco frequentate come Mefistofele di Boito, L’heure espagnole di Ravel, Jenůfa di Janáček e Peter Grimes di Britten, con altre del grande repertorio come Il flauto magico, Otello, La sonnambula, oltre a Tosca e Turandot proposte a Caracalla in omaggio a Puccini nel centenario della scomparsa, e che segnano il debutto all’opera dell’archistar Massimiliano Fuksas. Una prima assoluta con L’ultimo viaggio di Sindbad, commissionata a Silvia Colasanti, e tratta dall’omonimo testo di Erri De Luca. E il ritorno del direttore onorario a vita, Riccardo Muti, alla testa della Chicago Symphony Orchestra.

È la stagione 2023-24 dell’Opera di Roma, la cui immagine è stata affidata a un grandissimo artista figurativo come Giulio Paolini, scelto in collaborazione con il MAXXI, e che ha realizzato una serie di evocativi collage volti a rappresentare con la sua raffinata poetica i titoli in cartellone.

«La nuova stagione rappresenta la conferma e il potenziamento di un’idea di teatro che lo scorso anno avevamo definito con cinque aggettivi: aperto, curioso, sensibile, inclusivo, sfidante – dice il sovrintendente Francesco Giambrone. La nostra visione non cambia, e si arricchisce grazie a uno sforzo produttivo ancora più sostenuto, con scelte progettuali ambiziose e itinerari anche insoliti. S|Confinamenti diventa il nostro motto: con una linea a separare, ma anche a unire, il confine e il suo superamento. Abbiamo cercato di avere uno sguardo ampio e di abbracciare sia il grande repertorio di Verdi, Mozart, Boito, Puccini e Bellini, sia lo straordinario patrimonio di capolavori assoluti del Novecento europeo, da Britten a Janáček, da Strauss a Ravel, senza tralasciare la contemporaneità con voci come quelle dei compositori italiani Silvia Colasanti e Fabio Vacchi. Anche nella proposta di danza affianchiamo i tre celebri balletti romantici di Čajkovskij e creazioni di grandi coreografi del nostro tempo come Forsythe, Uwe Sholz e Benjamin Millepied. Il nostro – conclude Giambrone – vuole essere un teatro che accetta la sfida di porre domande, di interrogarsi su quello che accade nel mondo attorno a noi, sui mutamenti sociali, sui grandi temi della contemporaneità e anche su quelli che sono propri dell’umanità da sempre. Non un universo chiuso in sé, che si autocompiace degli spettacoli che produce o degli artisti che porta in scena, ma un luogo che si apre al pensiero, al desiderio di conoscenza e a percorsi di crescita che, come tutti i viaggi che hanno come meta un teatro, non possono che renderci migliori».

Il cartellone si presenta quindi con 10 nuove produzioni, di cui 6 d’opera e 4 di danza, 11 titoli operistici, 7 balletti e 5 concerti, con un totale di 28 serate in più dello scorso anno: il 25% in più di attività. La stagione sarà seguita dal Caracalla Festival 2024 di cui possiamo già anticipare alcuni titoli: il balletto Carmen e l’omaggio a Puccini con Tosca e Turandot, proposte nel progetto creativo di Massimiliano Fuksas.

Sempre molto proficua la collaborazione con la Rai. Rai Cultura riprenderà ben tre titoli – il Mefistofele inaugurale proposto in diretta, il Dittico formato da Gianni Schicchi di Puccini e L’heure espagnole di Ravel, e La sonnambula di Bellini – e li trasmetterà su Rai5, mentre Radio3 trasmetterà tutta la stagione d’opera e di concerti.

«Il Teatro dell’Opera di Roma è un’istituzione di grande tradizione per la cultura cittadina, nazionale e internazionale – dichiara Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e Presidente della Fondazione – che con i suoi programmi di altissima qualità ha raggiunto negli ultimi anni consensi di pubblico vastissimi. I successi e il ruolo del Teatro nell’ampio panorama artistico mondiale sono la linfa vitale nell’ideazione di un programma di assoluta qualità, che in questa nuova stagione vedrà un incremento di titoli e serate per soddisfare una richiesta sempre più vasta, capace di raggiungere l’intera città. Il Teatro dell’Opera di Roma sarà ancora una volta espressione culturale del grande patrimonio di bellezza che custodisce con cura e passione, dalla musica al canto, dalla danza agli allestimenti scenici. Grazie al sovrintendente Francesco Giambrone e a tutti i professionisti che con il loro prezioso lavoro rendono tangibile la magia dell’arte».

LA RETE DI COLLABORAZIONI ISTITUZIONALI E IL TEATRO DIFFUSO

La cura nella proposta artistica della stagione procede di pari passo con l’apertura del Teatro alla città. Per questo la rete di collaborazioni istituzionali all’interno di Roma si allarga sempre di più e si arricchisce di nuove relazioni progettuali e di future condivisioni. Con il MAXXI, Musica per Roma, con EUR S.p.A. attraverso EUR Culture per Roma, Romaeuropa Festival, l’Istituzione Università e Concerti, Festival Equilibrio, la Soprintendenza Speciale di Roma, le Università e il mondo della scuola, con Atac, con i quindici Municipi di Roma Capitale, presìdi fondamentali del territorio, e con alcuni pezzi della grande rete diffusa dell’associazionismo culturale di comunità.

Accanto alla stagione ufficiale di opere, balletti e concerti, e alle attività di “Fabbrica” Young Artist Program e della Scuola di Danza, fioriscono quindi iniziative nuove o nate in questi mesi e che si consolideranno: Linea Opera, che ha iniziato a costruire una forte relazione con i tanti territori, Una notte a teatro, che ci aiuterà a rafforzare, soprattutto tra i bambini e tra i giovani, l’idea che il teatro è come una casa, e Cantamondo, corso di formazione al canto corale per i bambini delle scuole primarie per promuovere il loro processo di integrazione attraverso il linguaggio della musica.

La stagione e tutte le attività della Fondazione sono rese possibili grazie alla collaborazione con i nostri soci privati Camera di Commercio di Roma e ACEA. Così come è fondamentale l’apporto di aziende che da anni – o anche più di recente – hanno scelto di sostenere le nostre attività in qualità di Mecenati e Sponsor: Banca del Fucino, Terna, BMW Roma e Aeroporti di Roma.

LE COPRODUZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI

All’apertura alla città corrisponde uno sguardo rivolto all’Italia e all’Europa: sono state strette collaborazioni con alcuni dei più importanti teatri nazionali e internazionali. Con il Teatro Real di Madrid per Mefistofele firmato da Simon Stone; con il Festival Puccini di Torre del Lago per il Dittico formato da L’heure espagnole e da Gianni Schicchi; con la Royal Opera House di Londra per Jenůfa; mentre Peter Grimes è coprodotto con il Teatro Real di Madrid, il Covent Garden di Londra e l’Opéra National di Parigi.

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