Firenze: la Historia de Carmen, un progetto vincente

30 anni di vita da festeggiare e un riconoscimento prestigioso per questa crescita: Venti Lucenti, associazione (ma molto  più di questo) fondata e diretta dalla vulcanica e straordinaria Manu Lalli, lo ha fatto con uno spettacolo in cartellone nell’attuale 85esimo festival del Maggio Musicale Fiorentino, La Historia de Carmen, ispirata alla Carmen di Georges Bizet. Sono 16 anni che Venti Lucenti cura, con il supporto dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, il Progetto All’Opera…Le Scuole al Maggio, che ormai è diventato un progetto di Fondazione CR Firenze a cura di Venti Lucenti. Questo riconoscimento la dice lunga e, in effetti, dopo aver assistito a una delle recite de La Historia de Carmen si capisce che è meritato.

Venti Lucenti sceglie ogni anno un’opera dal cartellone del teatro del Maggio e ne crea una riduzione che unisce prosa (per la narrazione) e musica, trascritta talvolta per un organico ridotto. Poi coinvolge centinaia di bambini e ragazzi della scuola del primo ciclo (primaria e secondaria di primo grado): le maestre e le professoresse che aderiscono con le proprie classi cominciano un percorso con lo staff coordinato da Manu Lalli, durante il quale i banbini e ragazzi imparano la storia dell’opera ridotta a loro misura e poi vengono inseriti come attori e cantanti di coro in alcune delle sue parti. Vari operatori si recano nelle scuole per preparare i ragazzi, per insegnare loro le parti musicali, per organizzare i costumi, ma anche per provare. Finché a un certo punto le prove si fanno in teatro e lì scatta la magia. Anche chi non aveva partecipato con coinvolgimento nella fase di preparazione nei locali della scuola, arriva in teatro e cambia idea, se ne innamora.

Ma per fare tutto questo occorre una squadra numerosa e Manu Lalli la ha. Addirittura ci sono ex bambini dei progetti che hanno talmente amato l’esperienza da voler continuare a farla anche da adolescenti. Ed eccoli ne La Historia de Carmen ad affiancare i figuranti professionisti – senza i quali le centinaia di bambini in scena non potrebbero essere coordinati – e a partecipare all’allestimento. E, insieme a loro, anche giovani studentesse e studenti della scuola secondaria di secondo grado che svolgono la loro esperienza di PCTO (la ex alternanza scuola-lavoro).

L’opera viene ridotta nei tempi, ma le parti che non vengono cantate sono affidate alla narrazione di attori che raccordano i momenti musicali. Ci sono due scuole di pensiero, una delle quali guarda dubbiosa a questa modalità di allestimento, temendo che sia una banalizzazione dell’opera originale e che dunque non trasmetta realmente ai bambini e ai ragazzi la tradizione del melodramma. Manu Lalli, invece, ha sempre sostenuto che di queste centinaia di bambini alcuni possono, invece, essere incuriositi a vedere tutta intera l’opera a cui hanno partecipato. La presenza di questi giovani figuranti, ex bambini dei progetti, ne è una prova. Talvolta i ragazzi con le famiglie vanno a vedere l’opera integrale che il teatro allestisce in cartellone. Quest’anno c’è stata una collocazione in calendario un po’ poco pratica: prima il teatro aveva la Carmen intergrale/originale in cartellone e dopo più di un mese La Historia de Carmen: il vecchio sovrintendente non ha capito bene lo scopo del progetto, forse, quindi ha invertito gli allestimenti e la ricaduta consueta non c’è stata.

Nella La Historia de Carmen sono stati inseriti cantanti prossimi alla carriera, giovani dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, due cast molto validi. L’orchestra, invece, non è stata quella del Maggio, come auspicato, ma l’Orchestra Giovanile Italiana, diretta dal bravo Giuseppe La Malfa. Le recite erano calendarizzate al mattino per le scuole (e i bambini presenti, preparati da operatori del percorso alternativo, hanno cantato dai loro posti in platea insieme al coro che era sulla scena, tutti attenti alla direzione del maestro e creando un’atmosfera bellissima, eomozionante) e la sera per il pubblico adulto.

La scelta di questo titolo è coraggiosa e impegnativa se pensata per i ragazzi e i bambini, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, nel quale il femminicidio è così frequente. Carmen è una donna che vuole essere libera, ma trova un innamorato possessivo, che alla fine la uccide e lo fa in un momento in cui, contemporaneamente, c’è in corso una corrida e la gente acclama il torero: in pieno giorno, quindi e nell’indifferenza del mondo, Carmen viene uccisa. Attualissima situazione, che, ha detto Manu Lalli, i bambini hanno compreso perfettamente: «i bambini capiscono, immaginano, fanno collegamenti e decidono, molto più di come credono gli adulti e stanno già costruendo un futuro diverso dal presente che gli raccontiamo».

Ecco quindi la ricaduta anche educativa e civica, che si affianca al fatto che con questo porgetto tutti i bambini, di qualsiasi provenienza sociale o etnica, molto democraticamente possono conoscere il mondo del teatro d’opera e, speriamo, da più grandi riempirlo come spettatori consapevoli.

Donatella Righini

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