Salisburgo: il Mozart-Matinée incorona il Re Pastore

Una delle certezze incrollabili del Festival di Salisburgo è costituta dai Mozart-Matinée I Mozart Matinée sono il più salisburghese tra gli appuntamenti proposti dalla kermesse estiva.

Amatissimi dal pubblico locale che nel corso di decenni ne ha fatto una tradizione, affidati all’Orchestra del Mozarteum, uno dei pilastri muscoli della città, i Matinée rappresentano una sorta di rito laico dei fine settimana durante il Festival.

Sembrano tra di loro conoscersi tutti gli spettatori che affollano la Großer Saal del Mozarteum e che passano da un abbraccio a una tartina al salmone per poi commentare il concerto brindando con una flûte di Sekt; lo spettatore occasionale è quasi di troppo, eppure anch’egli viene coinvolto dall’atmosfera effervescente in nome della musica del Genius Loci.

Il programma del concerto di sabato 19 agosto – con replica il giorno seguente – rappresenta una chicca mozartiana ghiottissima, il Re Pastore KV 408.

La serenata i due atti su libretto di Metastasio fu rappresentata il 23 Aprile 1775  a Salisburgo nella Rittersaal del Residenz-Theater in occasione della visita dell’arciduca Massimiliano – il più giovane del figli dell’imperatrice Maria Teresa  e coeataneo di Mozart– in viaggio per l’Italia.

Nell’occasione il vescovo-principe Colloredo aveva commissionato anche un altro lavoro al compositore di corte Domenico Fischietti, Gli orti esperidi sempre su libretto di Metastasio e in entrambe le produzioni figurava un ruolo di Primo Uomo per castrato, in questo caso Tommaso Consoli.

Rappresentata “am Hofe”, ovvero senza strutture sceniche, l’opera– perché alla fine di un’opera si tratta – del diciannovenne Mozart è un capolavoro di freschezza capace di non cadere mai in una laudatio fine a se stessa del potente a cui è dedicata.

In questo spirito si è mossa la direzione di Adam Fischer, animata da tempi serratissimi e da scarti di metronomo repentini – il tutto senza tuttavia mai mettere in difficoltà i cantanti e conferendo allo sviluppo dei numeri una mercurialità coinvolgente.

Brillante la prova della Mozarteumorchester Salzburg e del suo primo violino Frank Stadler chiamato ad accompagnare la celeberrima aria di Aminta “L’amerò, sarò costante”.

Cura estrema è stata messa nella cura dei recitativi, affidata a Birgit Katjtna  ­–­ responsabile anche di una riuscitissima mise-en espace tra i leggii dell’orchestra, la platea e la balconata della sala ­– che ne mette in risalto tutta l’importanza drammaturgica grazie anche all’acribia del continuo realizzato da Marcus Pouget al violoncello e Julian Perkins al fortepiano.

Lodi incondizionate alla compagnia di canto, tra conferme e piacevoli scoperte.

Al personaggio di Alessandro dà voce e corpo Daniel Behle, nobilitandolo con un fraseggio scolpito e agilità perentorie.

Emöke Baráth, barocchista di rango, è Aminta volitivo e incardinato su una linea di canto limpidissmi, mentre la giovanissima Nikola Hillebrand tratteggia un’Elisa tutta giocata su una variegata tavolozza di colori.

Assai bene fa anche Julie Roset capace di conferire con il suo bel timbro chiaro quel pizzico di pepe che caratterizza Tamiri.

Sontuoso l’Agenore di David Fisher, voce baciata da tutte e nove le Muse e padrone di un fraseggiare capace di passare in un battito di ciglia dall’impeto alla riflessione. Ci piacerebbe ascoltarlo come Max nel Freischutz o ancora come Walther nel Tannhäuser, passando per tutti i personaggi tenorili del catalogo mozartiano.

Pubblico galvanizzato e applausi prolungati.

Alessandro Cammarano
(19 agosto 2023)

La locandina

Direttore Adam Fischer
Movimenti scenici e recitativi Birgit Katjtna
Violino Frank Stadler
Violoncello continuo Marcus Pouget
Fortepiano continuo Julian Perkins
Personaggi e interpreti:
Alessandro Daniel Behle
Aminta Emöke Baráth
Elisa Nikola Hillebrand
Tamiri Julie Roset
Agenore David Fischer
Mozarteumorchester Salzburg

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