San Vito al Tagliamento: una Spoon River goriziana per non dimenticare

Commissionata dalla Storica Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pordenone nell’ambito del progetto di divulgazione “Orpheus” di cui è magna pars un musicista colto e sensibile come Eddi De Nadai, è tornato in scena all’Auditorium Comunale Zotti di San Vito al Tagliamento, dopo il debutto pordenonese dello scorso novembre, il melologo in dieci quadri per voci recitanti, mezzosoprano ed ensemble Canti dalla casa dei viventi.

Poco meno di due ore di musica e recitazione che unisce i testi originali di Angelo Floramo, il ben noto docente, storico, ricercatore, medievalista, affabulatore scrittore e intellettuale friulano – vincitore quest’anno del Premio Nonino -, alle musiche composte ad hoc dal compositore milanese Carlo Galante in un’opera che fa del tema del confine il proprio ubi consistam.

La produzione ha avuto il sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, e il patrocinio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia e del Comune di San Vito al Tagliamento, che l’ha inserita tra le manifestazioni promosse dalla città per la “Giornata della Memoria”.

L’ispirazione del lavoro si trova, infatti, sulle lapidi delle tombe del piccolo cimitero ebraico di Valdirose (Rošna Dolina), oggi nel Comune sloveno di Nova Gorica. Ogni lapide una storia, sapientemente sviluppata nel testo di Floramo, che racchiude, in una sorta di poetica “Spoon River” transfrontaliera, vicende, ora drammatiche, ora buffe, o almeno raccontate con ebraica ironia, di uomini e donne di una Mitteleuropa che si perde nella notte dei tempi.

Un’operazione di memoria? Non ci pare, diremmo piuttosto un’operazione di creazione artistica originale sul filo della memoria, che si colloca nella più ampia cornice del progetto GO!2025 – Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura per il 2025, nella narrazione di un territorio dove la geografia dei confini fu sempre mutevole e mai del tutto impermeabile per le genti in continua osmosi tra Paesi, lingue, sogni e orizzonti.

Sotto la direzione sapiente di Eddi De Nadai, lo spettacolo ha la caratteristica di rinnovarsi a ogni ripresa, per giugno ne è prevista una replica a Gorizia, perché le voci e i corpi che rappresentano i personaggi della “Bet ha-ḥayyim”, ossia, come da titolo, della “Casa dei viventi” – o Bet ‘olamim, “Casa dell’eternità” -, come sono chiamati i cimiteri nella cultura ebraica, sono quelli di studenti degli Istituti Superiori della Regione Friuli-Venezia Giulia, un istituto diverso per ogni replica, che attraverso dei percorsi laboratoriali mirati sono guidati nell’interpretazione e nella restituzione del testo di Floramo e avvicendano le loro alla voce di un mezzosoprano, a San Vito la brava Silvia Regazzo, che ne amplifica il significato poetico. All’Auditorium Zotti erano quindici allievi del Liceo Le Filandiere, coordinati e magnificamente preparati dall’attrice Norina Benedetti. Bravissimi tutti, ma soprattutto i ragazzi che più delle colleghe hanno saputo cogliere le qualità ironiche di un testo che rimanda a tante storielle ebraiche raccontate, tanto per fare un nome, da Moni Ovadia.

Sul palcoscenico della località friulana affiancavano i musicisti di Ex Novo Ensemble, sei virtuosi del rispettivo strumento come Gabriele Bressan (oboe/corno inglese), Davide Teodoro (clarinetto/clarinetto basso), Ludovica Borsatti (una funambola della fisarmonica), Alessandro Fagiuoli (violino), Andrea Amendola (viola) e Carlo Teodoro (violoncello) che restituivano nel migliore dei modi le atmosfere rarefatte delle musiche di Galante.

Le parti affidate alla voce solista rivelavano la calda vocalità e la sensibile musicalità dell’intensa Silvia Regazzo, un’artista che, chissà perché si ascolta meno di quel che si dovrebbe. Al termine sono stati tutti molto applauditi, assieme al Maestro e all’autore delle musiche, dal folto pubblico che ha seguito con partecipazione lo spettacolo.

Citando Floramo, ci piace ricordare che un’antica massima cara alla cultura ebraica rammenta che “la terra è delle genti che vi abitano e che sono disponibili a unirsi a coloro che vi giungono migrando”, dimostrando una sapienza del vivere che molto potrebbe e dovrebbe insegnare anche a noi, oggi, così tanto smarriti e spaventati dal confronto con tutto ciò che reputiamo diverso da ciò che siamo o che supponiamo di essere. E’ stato bello, per una sera, poter immaginare di vedersi aprire i cancelli della Bet ha-ḥayyim, e trovarvi a raccontare le loro storie di ex viventi il gruppo multietnico dei ragazzi de Le Filandiere, la solista vocale, gli strumentisti coordinati da Eddi De Nadai, pronti a restituirci parole, suggestioni ed emozioni che abbracciano e intersecano vita e morte e ci fanno comprendere che tutti i confini sono fatti per essere sconfitti. Perfino quello che apparentemente divide i vivi dai morti.

Rino Alessi
(25 gennaio 2024)

La locandina

Direttore Eddi De Nadai
Soprano Silvia Regazzo
Voce recitante Norina Benedetti
Ex Novo Ensemble
Programma:
Carlo Galante – Angelo Floramo
Canti dalla casa dei viventi

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