Trieste: Gil Blae, un Focus sul Preludio

Protagonista assoluta del secondo appuntamento stagionale con Cromatismi 3.0, il cartellone cameristico firmato dall’Associazione Chamber Music di Trieste e amorevolmente curato da Fedra Florit, è stata Gile Bae, olandese di Rotterdam ma di origini orientali, classe 1994, una delle più seguite pianiste del nostro tempo. Al Teatro Miela ha condiviso con l’affezionato pubblico dell’associazione musicale, fra cui cominciano a fare capolino spettatori più freschi della media elevata che caratterizza Trieste, Bae ha proposto una sorta di focus sul Preludio, accostando arditamente una prima parte più severa, dedicata a Johann Sebastian Bach con le celeberrime Toccata in do minore BWV 911 e Toccata in me minore BWV 914 che contenevano una selezione di Preludi e Fughe dal Clavicembalo ben temperato, e una seconda, sulla carta più appassionata, in cui rifulgeva il genio di Frederic Chopin con i suoi non meno noti ventiquattro Preludi op.28.

Gile Bea, con la sua lunga coda di cavallo, il suo incedere deciso, il suo tailleur pantalone color rosso spento che lasciava intravvedere calzature a brillantini, già nel presentarsi ha fatto capire di che pasta è fatto il suo pianismo. Che dallo strumento ricava un suono nutrito, vivido, e agli autori restituisce uno stile preciso, fatto di esattezza, rigore, compostezza alla tastiera, senza cercare facili effetti in Chopin, e senza impallidire di fronte al virtuosismo contrappuntistico che le pagine bachiane chiedono all’esecutore. Le sue due ore di recital Gile Bae le ha affrontate con la concentrazione che a questi grandi autori, spetta, forte dei lunghi anni di studio alla scuola di Franco Scala e delle collaborazioni con musicisti del calibro di Vladimir Ashkenazy e Fabio Luisi. In Bach, che intende il Preludio come un brano libero e improvvisativo, quasi come una Toccata, ed esplora da varie prospettive una figurazione ritmica, una trama sonora o un motivo melodico, il suono brillante, ma senza eccessi, di Gile Bae ha avuto tutto il modo per stupire e fare proprio il continuo sviluppo del discorso musicale. Insomma, per citare Schumann, il “pane quotidiano” che il Clavicembalo ben temperato rappresenta per ogni musicista che si rispetti, Giles Bae l’ha più che metabolizzato. Discorso diverso per Chopin e per il Chopin dei Preludi op. 28 in particolare. Qui la pianista olandese sembra voler sistematicamente rifiutare l’emotività della scrittura – che risente delle precarie condizioni in cui si trovava Chopin nel tormentato soggiorno a Maiorca con l’amata George Sand, siamo alla fine degli anni Trenta dell’Ottocento – e ne raggela l’espressività. In parole povere emoziona sì, ma più per le capacità pirotecniche insite nelle miniature chopiniane, che per la sobrietà con cui il sentimento umano vi è rappresentato, e che il musicista polacco fa scorrere con soluzioni armoniche a tratti spericolate, queste sì, ben rese dall’interprete. Al termine molti applausi e due bis. Ancora Chopin per la gioia di tutti gli appassionati di questo grande musicista. Bella serata, non c’è che dire.

Rino Alessi
8 febbraio 2024

Info:
www.acmtrioditrieste.it
bellaunavitaallopera.blogspot.com

La locandina

IL PRELUDIO
Pianoforte: Gile Bae
Programma:
Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Toccata in do minore BWV 911
Preludio e Fuga in do Maggiore BWV 870 (Libro 2)
Preludio e Fuga in sol minore BWV 861 (Libro 1)
Preludio e Fuga in sol Maggiore BWV 884 (Libro 2)
Preludio e Fuga in re minore BWV 875 (Libro 2)
Preludio e Fuga in mi Maggiore BWV 878 (Libro 2)
Toccata in mi minore BWV 914
Frédéric Chopin (1810 – 1849)
24 Preludi op.28

0 0 voti
Vota l'articolo
Iscriviti
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti