Venezia: romanticismo francese nel repertorio a quattro mani

Il festival dedicato a Jules Massenet – primo ciclo di concerti che il Palazzetto Bru Zane ha presentato a Venezia per la stagione 2022-2023 – si è concluso il 28 ottobre con un concerto per pianoforte a quattro mani, una tra le formazioni cameristiche più intime ed interessanti per la simbiosi richiesta ai due interpreti che devono esprimersi sul medesimo strumento. Protagonisti erano i due trentenni francesi David Salmon e Manuel Vieillard, che nella formazione del Geister Duo si presentavano con il prestigioso titolo di ultimi vincitori del famoso Concorso ARD di Monaco (sezione per duo pianistico, 2021). Riconoscimento conquistato a ragione, per quello che una sala gremita di pubblico ha potuto apprezzare attraverso l’ascolto di un programma ben compilato, con pagine solitamente poco eseguite.

Apriva la serata il compositore cui era dedicato l’intero ciclo di concerti autunnali, Jules Massenet. Di lui venivano proposte, in un sapiente abbinamento che le valorizzava entrambe, due opere molte diverse nella scrittura e di rarissimo ascolto: una, l’Ouverture dell’opera Le Roi de Lahore, mostrava tutta la sua funzione teatrale di preludio ad una contrastata storia d’amore ambientata nell’India dei tempi antichi, cercando ora la grandiosità – dove la trascrizione dall’orchestra abbonda di tremoli e registri estremi – ora lo struggimento, attraverso una melodia scarna che cerca l’effetto di voce sola; l’altra, Premiére Suite op. 11 in tre parti, riduceva l’ambiente sonoro in uno scrigno segreto, con tempi dilatati, eleganza e raffinatezze compositive (vedi la parte del secondo pianista nel primo pezzo, Andante, costruita su una piccola serie discendente continuamente ripetuta), animandosi leggermente solo nel pezzo centrale, Allegretto quasi allegro, una danza di folletti che anticipava il clima popolare delle pagine di Hahn.

Seguivano nel programma i Six Piéces Romantiques op. 55 di Cécile Chaminade, altra musica che a torto viene ignorata nelle proposte concertistiche e che meriterebbe invece una più frequente esecuzione per la ricchezza timbrica, la varietà stilistica e la fantasia melodica che abbondano in queste pagine, capaci sia di catturare l’ascoltatore sia di mostrare le qualità degli interpreti. Nell’alternarsi di pagine virtuosistiche, disimpegnate e sentimentali, il Geister Duo si faceva apprezzare per l’equilibro tra le due parti. Suonare a quattro mani porta con sé il rischio di eccedere nel suono, creando una confusione che non solo appesantisce l’ascolto ma offusca anche l’intenzione compositiva dell’autore, minando l’identità e quindi la bellezza di un’opera. I due pianisti francesi hanno saputo privilegiare in ogni partitura cosa sottolineare e cosa invece portare in secondo piano, valorizzando ogni pagina e restituendo il pensiero dietro alla mano che l’ha scritto. Riguardo all’interpretazione musicale, se da un lato conquistava l’andamento quasi spinto scelto in La chaise à porteurs (n. 2) e in Danse hindoue (n. 5), dall’altro risultava fin troppo lezioso il rubato profuso in alcuni brani, trasformando per esempio Rigaudon (n. 6) in una danza della Fata confetto, quasi l’intenzione fosse quella di premere sul genere femminile dell’autrice.

I Tre preludi su arie irlandesi di Reynaldo Hahn, assai brevi e semplici nel richiamare tre canti popolari, erano l’intervallo utile per prepararsi ad ascoltare un altro ciclo interessante come quello di Chaminade, ossia Jeux d’enfants op. 22 di Georges Bizet. Dodici pezzi dedicati al mondo dell’infanzia dove ogni pagina dipinge un gioco diverso, come indicato nel titolo (la trottola, i cavalli di legno, mosca cieca, le bolle di sapone, i soldatini di piombo…). Ogni pezzo è monolitico: trovato lo stilema che meglio descrive l’attività ludica, questo è percorso e ripercorso in maniera chiara ed inequivocabile, con qualche ricercatezza di scrittura che strizza l’occhio ai pianisti (vedi il moltiplicarsi delle volatine nel n. 5, Le Volant) e alcuni passaggi tecnici veramente impegnativi. Bravo il Geister Duo, che ne restituisce un’esecuzione avvincente.

Chiude il concerto, chiamato dagli applausi, un bis nuovamente francese che prosegue la nutrita letteratura pianistica legata al mondo dell’infanzia: Laideronnette, impératrice des pagodes dalla raccolta Ma mère l’Oye di Ravel, in un’interpretazione raffinata.

Monique Cìola
(28 ottobre 2022)

La locandina

Geister Duo
Pianoforte David Salmon e Manuel Vieillard
Programma:
Jules Massenet
Le Roi de Lahore
Ouverture (trascrizione per pianoforte a quattro mani di Charles Théodore Malherbe)
Première suite op. 11
Cécile Chaminade 
Six Pièces romantiques
Reynaldo Hahn
Trois Préludes sur des airs irlandais
Georges Bizet
Jeux d’enfants

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