Trieste: The Choir of Man è una festa al Pub

The Choir of Man è in Italia, fino a domenica, al Rossetti. Poteva sembrare complesso, a priori, uno spettacolo ambientato in un pub in cui succedeva non si sa cosa. Ma il pubblico di Trieste ha capito una cosa fondamentale: gli inglesi hanno sempre qualche sorpresa, ed è così che ha festeggiato il debutto dello spettacolo con un gioioso tutto esaurito.

Ma allora cos’è The Choir of Man? Uno spettacolo complesso che sembra una grande festa.

Ballerini, cantanti, acrobati e polistrumentisti, i nove ragazzi sul palco devono sapere fare davvero di tutto, non ultimo creare un legame immediato con il pubblico.

L’ingresso in sala diventa infatti un ingresso al pub (e se si entra con London Calling di sottofondo sembra ancora tutto più reale) con birre offerte dal cast. Ed è così che tutto ha inizio, nella realtà come nella finzione. In un pub ci si entra, si ordina qualcosa e si esce.

Ma se non si è turisti, ci si può tornare, magari più volte in una settimana, per bere una birra, ma in realtà per fare quattro chiacchiere, per meditare, per una partita a carte o per guardare una partita. Un pub è una piccola comunità in cui le cose della vita si ridimensionano, sia che si decida di parlarne, sia semplicemente con la vicinanza delle altre persone.

Tutto questo emerge chiaramente nei fantastici versi di Ben Norris. È tutta in rima, infatti la parte recitata dal narratore, un ragazzo come gli altri, che frequenta un pub (emozionante il momento in cui ognuno degli artisti brinda al suo pub di riferimento) in cui incontra altri conoscenti o forse amici.

Un microcosmo in cui c’è il ragazzo sposato presto, quello che non dimentica la sua fidanzata ma che ne ha comunque portate fuori una trentina dopo di lei, quello che va in palestra. Nulla è affidato al caso in questo spettacolo, anche se potrebbe sembrare.

Oltre alla storia ci sono le canzoni, riarrangiate e armonizzate per un coro, che permettono ai protagonisti di fare gran sfoggio dele loro vooci. Una scaletta imprevedibile che parte con Welcome to the jungle dei Guns’n’Roses per arrivare a Man of La Mancha con Impossible Dream passando per Hello di Adele, Under the bridge dei Red Hot Chili Peppers o la divertentissima 500 miles che è il tormentone della serie tv How I met your mother. Il tutto per arrivare a un momento fortemente emozionante con The parting glass, una canzone folk che riassume il mood della serata al pub. Ricapitolando: un coro di ragazzi, un bar, una storia e tanta musca. Potrebbe già bastare, ma c’è altro. I ragazzi suonano le canzoni che cantano e ballano, saltano, fanno acrobazie.

È una forma di teatro di forte impatto, che va dritta a segno e che coinvolge il pubblico non solo portandolo sul palco. The Choir of Man è uno show che non è solo show, è una serata fuori con gli amici, di quelle da ricordare.

Sarah Del Sal
(14 novembre 2019)

La locandina

Creato da Andrew Kay & Nic Doodson
Scritto da Ben Norris
Regia Nic Doodson
Scene Oli Townsend
Costumi Verity Sadler
Supervisione musicale e arrangiamenti Jack Blume
Suono Max Hunter
Luci Richard Dinnen
Produzione Andrew Kay & Nic Doodson
Coreografie e movimenti di regia Freddie Huddleston
Regista associato Jim Fortune
Interpreti Mikey Shearer, Tom Reade, James Hudson, Johnny Sheehy, George Bray, Tom Gadie, Ben Langridge, Matthew Hobbs, Freddie Huddleston

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