Cagliari: Una Fanciulla del West timida

20.000 lire!  Tanto costò al Metropolitan Opera Theatre il contratto con Puccini per la composizione de La Fanciulla del West nel 1910.
Era una cifra enorme che però gli americani sborsarono volentieri, oltre a viaggio, vitto e alloggio per il maestro a New York e ad un cast stellare, in virtù del nome importantissimo che garantiva al loro teatro prestigio e quel riconoscimento artistico di primo livello sulla scena mondiale.

Oggi La Fanciulla del West è lavoro che a causa della complessità vocale e drammaturgica seppur raffinatissima, che spinse Puccini alla ricerca di nuovi stimoli e linguaggi musicali di provenienza extraeuropea, si rappresenta raramente.

A Cagliari si è vista l’ultima volta nel 1985 all’anfiteatro romano e questo allestimento, coprodotto assieme alla New York City Opera, al Teatro del Giglio di Lucca, e all’Opera Carolina di Charlotte, segna quel percorso di collaborazione, internazionalizzazione e dialogo interculturale, (oltre ad ottimizzare energie e risorse), che il Lirico cagliaritano ha intrapreso negli ultimi anni.

La regia di Ivan Stefanutti (che firma anche scene e costumi) è “tradizionale”, nel senso che non fa danni all’impianto drammaturgico, e si limita ad indicazioni di entrata ed uscita delle numerose presenze artistiche sul palcoscenico.

Certo, per un’opera corale com’è questa Fanciulla, ci saremmo aspettati qualche idea più convincente, poiché il libretto di Civinini e Zangarini, di occasioni ne offre parecchie.

Stefanutti preferisce non rischiare e sceglie di adagiarsi su di un mero convenzionalismo fatto di cow-boy cattivi e pistoleri impacciati e impellicciati.

A salvare un po’la situazione ci pensa il maestro d’armi e coordinatore lotte (!) Kara Wooten che con i suoi movimenti aggiunge un po’ di pepe ad una regia altrimenti un po’ soporifera e oratoriale.

Pure l’impianto scenico è minimal e si limita ad una pedana di legno e a pochi elementi di scena oltre che al classico schermo di fondo sul quale vengono proiettate vedute panoramiche ed elementi atmosferici tipo diapositiva che strappano più sorrisi che ammirazione.

Sul podio troviamo il debuttante (nella partitura) Donato Renzetti che a 67 anni decide di cimentarsi con il lavoro più innovativo di Puccini.
È un debutto riuscito a metà poiché Renzetti sceglie anch’esso di non rischiare e preferisce una concertazione senza nessun stimolo musicale o ricerca di effetti in una partitura stracarica di cromatismo e sperimentalismi.

L’Orchestra suona benissimo e il rapporto con il palcoscenico è preciso e corretto, ma nulla più.

Il cast ha visto una straordinaria Tiziana Caruso a dar voce e corpo ad una Minnie pressoché perfetta. Voce immensa che non si perde di fronte al tumultuoso muro orchestrale pucciniano e nella vastissima sala gira alla perfezione. La Caruso possiede una voce “wagneriana” (sarebbe una splendida Kundry) brunita nel registro centrale e d’acciaio in quello più acuto che aderisce perfettamente alla scrittura pucciniana per questo ruolo, oltre che ad essere raffinatissima interprete.

Al confronto Enrique Ferrer si perde nel ruolo di Dick Johnson, poiché la voce é piccola, dagli armonici inesistenti e spesso al limite dell’udibile per volume. Un ruolo decisamente fuori luogo per il cantante madrileno.

Sergio Vitale è un Jack Rance un po’spaesato che non ha nulla del perfido sceriffo né nella voce né nel personaggio. È sembrato come se si fosse trovato a passare di lì e buttato una pelliccia sulle spalle avesse iniziato a cantare. Pur corretto e volenteroso, non possiede il giusto carisma vocale e scenico per questo ruolo.

Nella folta selva dei perfetti comprimari (termine un poco fuori luogo in questo lavoro) spiccano Manrico Signorini (Ashby) dalla voce scurissima, Giovanni Guagliardo (Sonora) e Francesco Leone (Jack Wallace), tranne lo scialbo Nick di Tatsuya Takahashi.

Alla fine successo per tutti in un teatro che ha visto una folta presenza di ragazzi attenti ed interessati.

Pierluigi Guadagni

(Cagliari, 28 ottobre 2017)

La locandina

Direttore Donato Renzetti
Regia, scene e costumi  Ivan Stefanutti
Luci e video Michael Baumgarten
Coordinatore lotte e maestro d’armi Kara Wooten
Maestro del coro Donato Sivo
Minnie TizianaCaruso
Jack Rance Sergio Vitale
Dick Johnson (Ramerrez) Enrique Ferrer
Nick Tatsuya Takahashi
Ashby Manrico Signorini
Sonora Giovanni Guagliardo
Trin Andrea Schifaudo
Sid Gianni Giuga
Bello Simone Marchesini
Harry Marco Voleri
Joe Tiziano Barontini
Happy Giuseppe Esposito
Larkens/Billy Jackrabbitt Federico Cavarzan
Wowkle Martina Serra
Jack Wallace Francesco Leone
José Castro Francesco Musinu
Un postiglione Michelangelo Romero
   
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari 

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