Aspromonte e Begelman, anime innamorate

Una volta si sarebbe detto “Compagni nella vita e nell’arte”: Boris Begelman e Francesca Aspromonte sono una formidabile coppia.
Nelle scorse settimane è uscito per la Pentatone il CD “Un’alma innamorata”, progetto incentrato sulle cantate romane di Händel che trovano qui i loro interpreti ideali insieme all’ensemble Arsenale Sonoro.
Abbiamo incontrato Aspromonte e Begelman per un’intervista a due voci.

  • La scelta di proporre alcune delle cantate romane di Händel è tutt’altro che banale. Come è nato il progetto?

BB
È stato uno dei primi programmi che abbiamo eseguito insieme. Tutto è cominciato con un programma che avevo proposto a Francesca alcuni anni fa, come ce ne sono molti in giro: una sfilza di arie per soprano e violino obbligato senza alcun fil rouge. L’abbiamo fatto una volta in concerto, dopodiché per fortuna Francesca ha preso la situazione in mano e mi ha detto: “Maestro, senti un po’…”

FA
Eravamo giovani … stavamo da poco insieme e cercavamo un pretesto per incontrarci anche sul palco.
L’idea più ovvia fu quella di andare alla ricerca di pezzi per soprano e violino obbligato e per dare un minimo di unità alla questione, ci concentrammo su Handel. Il primo concerto fu, lasciatemelo dire, un fritto misto, bisognava ripensare la cosa. La cantata Un’alma innamorata era già all’interno del programma, quindi, con abile fare sopranile, convinsi il Maestro che era il caso di partire da lì e dedicarci esclusivamente alle cantate. Con un po’ di ricerca in più siamo arrivati al programma che è oggi nel disco, che offre non solo la solita monografia, ma anche un viaggio un po’ frizzante nelle diverse esperienze amorose, senza prendersi troppo sul serio.

  • Domanda per Begelman: lle cantate, dove il violino dialoga con la voce, si alternano composizioni strumentali “mature”. Che criterio ha seguito negli accostamenti?

In realtà la sonata a tre, anche se “matura” nella forma e nel contenuto, è scritta da Handel giovane. Si crede che sia stata composta durante il suo soggiorno a Roma. È una delle sue sonate a tre meno eseguite. Non saprei individuare esattamente il motivo, trovo che sia uno dei suoi pezzi strumentali più belli. Potrebbe essere che la difficoltà tecnica dei movimenti veloci scoraggi i musicisti. Comunque vada, io l’ho scelta per il terzo movimento, l’affettuoso: è struggente ed è uno dei pezzi di musica più belli di Handel, secondo me.

Per la sonata a violino solo e basso continuo invece la scelta è molto più semplice. È una sonata che ho eseguito molte volte in concerto e ogni volta che ne studio la giga, Francesca viene nella stanza a ballare. Non potevo non inserirla nel programma.

  • Passiamo la palla a Francesca Aspromonte: la vocalità richiesta dallo Händel giovane è diversa da quella delle opere e dei grandi oratori?

Penso che sia esattamente la stessa. Il giovane Handel scrisse in pochi anni durante il suo soggiorno italiano, moltissime cantate, ma anche il Trionfo del Tempo e del DisingannoLa Resurrezione e Agrippina. Negli anni e in seguito ai suoi spostamenti possiamo notare come il compositore trovi la sua strada e la sua personalità, il suo stile unico e riconoscibile, diciamo, ma l’uso della voce nelle sue composizioni (al netto delle ovvie differenze tra le tipologie vocali) è sempre lo stesso.

La voce dev’essere sostenuta, libera e flessibile, il testo dev’essere articolato chiaramente e il tutto è messo a totale servizio del dramma. Sicuramente, in ambito cameristico non troviamo particolare virtuosismo, piuttosto un’attenzione maggiore al racconto della cantata: immaginate strillare dei sovracuti in un salotto di non troppi metri quadri!

Per darne ulteriore prova, basti pensare che il soprano per cui Handel compose molte delle sue cantate italiane fu Margherita Durastanti, la stessa che fu prima interprete di Agrippina, che fu forse quella donna che destò scandalo alla prima della Resurrezione nei panni di Maddalena, e per cui fu scritto il ruolo di Sesto in Giulio Cesare in Egitto.

  • Essere una coppia nella vita oltre che nell’arte è sicuramente un vantaggio. Come lo avete sfruttato?

BB
Sicuramente può essere sia un vantaggio che uno svantaggio. Andiamo molto d’accordo sulla maggior parte delle scelte musicali, però portiamo il lavoro “a casa”. Quindi a volte è difficile smettere di lavorare o pensare a progetti, dischi e concerti.

FA
Non siamo una famiglia proprio normalissima, le conversazioni della domenica mattina spaziano da “cosa mettiamo nella pasta al forno?” a “ma in questo caso secondo te il trillo è meglio dalla nota reale o da quella superiore”? Ci piace studiare insieme, questo è una soldissima base nella creazione dei nostri progetti, passiamo ore a scambiarci idee. 
Oserei aggiungere che il povero Begelman è molto bravo a sopportare tutte le conseguenze di avere un soprano per moglie!
Ma la cosa più bella è forse avere Arsenale Sonoro che fa le prove in salone: se non sono prevista in organico, pasta al forno per tutti!

Quali sono i vostri progetti e programmi futuri?

BB
Quest’anno, oltre a una nuova registrazione, abbiamo alcuni concerti sia in Italia che all’estero (in Germania e in Spagna) con Arsenale Sonoro impiegato con organici di grandezza diversa, dal cameristico all’orchestrale.

Essendo un gruppo con base a Bologna, abbiamo deciso di dedicare una parte sostanziosa della nostra ricerca a musica bella, ma dimenticata del repertorio Emiliano, che tra l’altro ci piace molto. Infatti, nella seconda metà dell’anno eseguiremo un oratorio Bolognese. È un progetto molto importante per noi, che al momento eseguiremo all’estero, ma che sarebbe bello riportare in Italia, specialmente nel territorio in cui questa musica è nata.

FA
Nelle nostre rispettive carriere solistiche abbiamo eseguito tanta (nel mio caso anche troppa!) musica che non tocca le nostre corde. Quindi per i progetti che nascono con noi, l’obbiettivo è fare il repertorio che ci piace e su cui abbiamo qualcosa da dire, da comunicare al pubblico.

C’è un altro disco che bolle in pentola, musica sublime…ma non è ancora il momento di parlarne apertamente, dovrete aspettare un po’!

Alessandro Cammarano

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