Fiume: Elektra debutta e convince

Per la prima volta a Fiume, al Teatro Ivan Zajc, è arrivata Elektra, l’opera in un atto di Richard Strauss su libretto di Hugo von Hofmannsthal, che lo derivò dalla sua omonima tragediain versi, la quale si rifà a sua volta al dramma di Sofocle. Assieme alla precedente Salome, Elektrarientra nel primo periodo del teatro musicale di Strauss, caratterizzato in chiave espressionista.

L’orchestra, molto nutrita anche nella versione ridotta qui adottata, tiene i fili di un discorso musicale caratterizzato da aspre dissonanze e sonorità parossistiche cui si alternano ampi squarci tonali, ma nei pieni spesso travolge le voci cui è affidato un canto prevalentemente declamatorio.

L’opera fu rappresentata in prima assoluta alla Königliches Opernhaus di Dresda il 25 gennaio1909, diretta da Ernst von Schuch, raccogliendo scarso successo. La sua fortuna iniziò l’anno seguente, quando fu eseguita per la prima volta alla Royal Opera House, Covent Garden di Londra, diretta da Thomas Beecham.

A Fiume, e l’anno prossimo a Lubiana che coproduce il nuovo allestimento per la regia di Marin Blazevic, le scene dello stesso Blazevic con la collaborazione di Alan Vukelic e i costumi di Sandra Dekanic, la presenza dell’orchestra sul palcoscenico ne sottolinea l’importanza nell’economia di uno spettacolo di grande impatto visivo e rara suggestione emozionale.

All’alzarsi del sipario Elektra è riversa a terra, sul podio orchestrale che funge da luogo d’incontro tra la protagonista e gli altri personaggi che qui la raggiungono attraversando la fossa orchestrale vuota che diventa essa stessa spazio scenico. Le sono compagni nella sua solitudine l’ascia con cui è stato ucciso il padre Agamennone e le vesti di lui, che la giovane indossa quasi a sancire il legame indissolubile che la spinge a volerlo vendicare.

La drammaturgia di Blazevic segue alla lettera il dettato hofmannsthaliano, prendendosi qualche libertà. L’uccisione di Clitennestra e dell’amante Egisto è ben visibile dagli spettatori e non soltanto evocata dalla protagonista. Nel finale, prima che la sorella Crisotemide venga ad assistere impotente alla danza mortale di Elettra, appare il fantasma di Agamennone che accompagna la figlia verso la sua ineluttabile fine.

Sono libertà, in ogni caso, che ben sottolineano lo svolgimento dell’azione e si mettono a servizio di un’esecuzione musicale, governata con mano sicura da Ville Matvejeff, coinvolgente e a tratti appassionante.

La compagnia di canto è dominata dall’Elettra del giovane soprano tedesco Maida Hundeling, un elemento in piena ascesa nel ​repertorio wagneriano e straussiano, che coniuga un canto vibrante e a tratti potente, ad ampi squarci di espressività dolente e ripiegata su se stessa offrendo della protagonista un ritratto capzioso e sfaccettato nel suo desiderio di vendetta. Accanto a lei non demeritano, anzi si mettono in bella evidenza, la Crisotemide ricca di pathos e forza espressiva del soprano finlandese Helena Juntunen e la regale Clitennestra del mezzosoprano croato Dubravka Separovic Musovic che nel suo intervento tiene testa alla figlia con grande autorità, vocale e scenica. Un bel terzetto di voci femminili, insomma, che rende giustizia alle tre indimenticabili creature straussiane.

Gli altri, tutti encomiabili, sono artisti stabili del Teatro Nazionale Croato di Fiume, una struttura piccola ma molto dinamica che offre al suo pubblico una programmazione varia e di alto livello qualitativo. Ricordiamo, per la precisione con cui ne restituisce il testo cantato, l’Oreste di Dario Bercich e nella sua breve apparizione l’Egisto di Marko Fortunato, due artisti in continua crescita.

Dell’orchestra in palcoscenico si è detto: Ville Matvejeff la guida con polso sicuro e ne ottiene sonorità potenti cui si alternano ampi momenti, soprattutto nell’incontro tra fratelli, in cui il lirismo prende il sopravvento e induce alla commozione. Come dire, una prima di Elektra a Fiume che non è passata inosservata e che il pubblico – il teatro registrava il tutto esaurito – ha accolto con grande calore. Al termine delle due ore abbondanti di musica ha decretato un autentico trionfo alla protagonista Hundeling e applausi interminabili a tutti gli artefici della bella serata.

Rino Alessi
(1° giugno 2019)

La locandina

Direttore Ville Matvejeff
Regia Marin Blažević
Scene e luci Alan Vukelić / Marin Blažević
Costumi  Sandra Dekanić
Personaggi e Interpreti
Elektra Maida Hundeling
Chrysothemis Helena Juntunen
Klytaemnestra Dubravka Šeparović Mušović
Orest Dario Bercich
Aegisth Marko Fortunato
Orchestra e coro del Teatro Nazionale Croato
Maestro del coro Nicoletta Olivieri

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