Milano: Oropesa e Bernheim sono un inno alla freschezza

In questa primavera anomala, il Teatro alla Scala propone un recital di canto che ha visto protagonisti il soprano Lisette Oropesa, il tenore Benjamin Bernheim e il direttore Marco Armiliato a capo dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala.

Una serata spensierata, complice la presenza di un’orchestra che suona con quella freschezza propria dei giovani e che qualsiasi orchestrale dovrebbe mantenere fino all’ultimo giorno di carriera.

Il programma, metà italiano e metà francese, ha alternato arie, duetti e sinfonie operistiche regalando oltre a celebri melodie anche pagine più ricercate.

Dopo l’energica Sinfonia de La forza del destino si è passati al giocoso duetto dall’Elisir d’amore in cui Benjamin Bernheim (con tanto di bottiglia di vino in scena) ha dipinto un grazioso bozzetto con Lisette Oropesa. Non poteva mancare l’omaggio a Puccini con Recondita armonia in cui Bernheim ha tratteggiato la romanza di Cavaradossi con particolare sensibilità e gusto dal sapore francese. Sicuramente la pagina di maggior interesse è stata l’aria Dall’infame banchetto… Tu del mio Carlo al seno da I Masnadieri di Giuseppe Verdi ma ancor di più la singolare Sinfonia della sopraccitata opera che ha rivelato la bravura e la maturità musicale del giovane violoncellista Andrea Cavalazzi il quale ha riscosso il meritato tributo da parte del pubblico.

Si è conclusa la prima parte col duetto Signor né principe… Addio, addio dal Rigoletto eseguito con la cadenza integrale che ancora nell’Anno Domini 2024 troppo spesso, anche in gloriosi teatri, si sente inspiegabilmente tagliata.

La seconda parte ha principiato col duetto Ange adorable dal Roméo et Juliette di Charles Gounod, capolavoro del romanticismo francese, seguita dall’Air des bijoux dal Faust di Gounod. Je crois entendre encore è di sua natura una pagina perigliosa, qui risolta da Bernheim con molta astuzia.

Il programma è proseguito con l’Ouverture dal Roméo et Juliette di Gounod, pagina di densa bellezza ed effetti timbrici, ben gestita da Marco Armiliato che, con gesto plastico, ha saputo dominare con musicalità e mestiere un’orchestra giovanile estraendo il meglio che si poteva ottenere.

Infine Lisette Oropesa ha sfoderato un suo cavallo di battaglia: Robert, toi que j’aime da Robert le diable di Giacomo Meyerbeer per poi concludere il recital con la scena Je suis seul! dalla Manon di Massenet.

Applausi fragorosi per tutti gli artisti, orchestrali compresi, che hanno regalato un solo bis: O soave fanciulla da La Bohème di Giacomo Puccini.

Sicuramente più a suo agio nella vocalità leggera, Lisette Oropesa, nonostante un po’ di metallo nella zona acuta, sa essere comunicativa soprattutto nelle parti maggiormente belcantiste, come ha dimostrato nell’aria di Meyerbeer.

Benjamin Bernheim invece ha giocato di più sulle mezze voci anche laddove sarebbe richiesto maggior volume e uniformità timbrica. Il suo è più un approccio cameristico che meglio si sposa col repertorio francese.

Nonostante ciò anche la resa scenica ha contribuito alla buona riuscita della serata grazie anche alla presenza dell’orchestra che, per un recital operistico, dovrebbe essere una regola.

Una serata spensierata, che in un periodo storico segnato da tragici eventi mondiali può aiutare ad evadere, almeno per un attimo, dalla realtà.

Ce ne auguriamo altri.

Gian Francesco Amoroso

(29 aprile 2924)

La locandina

Direttore Marco Armiliato
Soprano Lisette Oropesa
Tenore Benjamin Bernheim
Orchestra dell’Accademia del Teatro Alla Scala
Programma:
Giuseppe Verdi
da La forza del destino
Sinfonia
Gaetano Donizetti
da L’elisir d’amore
Caro elisir! sei mio!
Giacomo Puccini
da Tosca
Recondita armonia
Giuseppe Verdi
da I masnadieri
Tu del mio Carlo al seno
Sinfonia
Giuseppe Verdi
da Rigoletto
Signor né principe… Addio, addio
Charles Gounod
da Roméo et Juliette
Ange adorable
Charles Gounod
da Faust
Air des bijoux!
George Bizet
da Les Pêcheurs de perles
Je crois entendre encore
Charles Gounod
da Romeo et Juliette
Ouverture
Giacomo Meyerbeer
da Robert le Diable
Robert, toi que j’aime
Jules Massenet
da Manon
Ah! Fuyez, douce image

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