Ravenna Festival: l’inaugurazione con Riccardo Muti nel nome della speranza e della positività

Un programma tutto mozartiano preceduto dalla Rêverie, il primo breve brano sinfonico del giovane Aleksandr Skrjabin. Una scelta di brani fortemente simbolica, nel nome della speranza e della positività: dopo la Rêverie, la felice esuberanza del mottetto Exsultate, jubilate K 165 – un invito alla gioia composto da un Mozart appena diciassettenne – e poi l’estasi tenerissima di “Et incarnatus est”, parte di quel capolavoro sublime che è la Messa in do minore K 427; infine, la luce gloriosa dell’ultima sinfonia mozartiana, la n. 41 K 551, intitolata dopo la morte del compositore “Jupiter” per la sua olimpica grandezza. Il concerto che Riccardo Muti ha diretto alla Rocca Brancaleone domenica 21 giugno, Festa della musica e giorno del solstizio d’estate, ha inaugurato la 31a edizione del Ravenna Festival, un’edizione sulla quale nessuno avrebbe scommesso, viste le enormi difficoltà indotte dal cupo periodo di chiusure per il Covid-19. Invece il cartellone, interamente rinnovato rispetto a quello che era stato presentato nel dicembre scorso, è di prim’ordine e propone più di quaranta serate del genere più vario, fino al 30 luglio, con molte presenze illustri e proposte allettanti (qui la nostra presentazione).

Il Festival si è aperto in quella che sarà la sede di tutti i concerti ravennati, la Rocca Brancaleone, dalla capienza limitata a 300 posti per le norme di sicurezza; una parte del programma si svolgerà a Cervia all’Arena dello Stadio dei Pini (300 posti) e un’altra parte a Lugo nello storico Pavaglione (500 posti); per venire incontro ai molti che non riusciranno a trovare un biglietto, si è deciso di diffondere praticamente tutti gli appuntamenti su ravennafestival.live, senza limitazioni di numero di utenti e a titolo gratuito, diversamente da quanto stabilito da altre realtà importanti che richiedono per lo streaming dei concerti un biglietto virtuale dal prezzo non proprio basso. Noi abbiamo visto e ascoltato in streaming il concerto del 21, dopo aver assistito dal vivo alla prova generale del 19.

Dopo un Inno d’Italia particolarmente toccante, visto il messaggio di speranza in una rinascita che questo concerto ha lanciato, e che si estende a livello nazionale, prima di affrontare il programma Riccardo Muti si è rivolto agli spettatori presenti nella Rocca (tra cui spiccavano alcune delle più alte cariche dello Stato e degli enti locali, tra gli altri la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dei Beni e attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale e, con loro,  Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco) e al pubblico diffuso nel mondo grazie allo streaming; ha ricordato che Ravenna, città apparentemente piccola, è stata tre volte capitale, ha un patrimonio inestimabile tra cui ben otto siti che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità, ha consapevolezza del proprio passato e conserva il suo ardore, come ha dimostrato anche in questa occasione. Poi Muti ha ringraziato pubblicamente i ragazzi e le ragazze dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, che hanno lavorato superando le difficoltà del periodo di emergenza e che si sono impegnati a suonare, in quest’occasione e in altre serate del Festival, nonostante il distanziamento dovuto alle norme di sicurezza e il divieto di stare in due allo stesso leggio, che rende complicato perfino il semplice atto di girare le pagine delle parti; ha concluso con un saluto e un augurio ai musicisti e agli artisti di tutto il mondo che hanno sofferto e continuano a farlo per le conseguenze del periodo di chiusura.

Nonostante le difficoltà oggettive, durante il concerto l’Orchestra Cherubini ha fornito una prestazione di gran livello, con file compatte e reattive sia degli archi sia dei fiati, e con punte di eccellenza nei legni, nella Rêverie dall’avvolgente clima tardoromantico come nei due brani mozartiani a cui prestava la sua voce tornita, dal timbro caldo e pieno, il soprano Rosa Feola, finemente espressiva e di una sicurezza luminosa nei passaggi di agilità; e infine nella Sinfonia n. 41 K 551, la “Jupiter”, scolpita da Muti in un marmo purissimo e, al contempo, continuamente animata da correnti vitali nell’equilibrio cangiante dei piani sonori, nei colori e nelle dinamiche come negli infiniti dettagli sbalzati con cura minuziosa.

Il pubblico della Rocca ha reagito, come prevedibile, con grande entusiasmo.


Patrizia Luppi
(21 giugno 2020)

La locandina

Direttore Riccardo Muti
Soprano Rosa Feola
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Programma:
Aleksandr Skrjabin Rêverie op. 24
Wolfgang Amadeus Mozart Exsultate, jubilate KV 165
Et incarnatus est dalla Messa in do minore KV 427
Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551

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