Ravenna: giovani orchestre e fulgidi solisti

I due significativi concerti che si sono tenuti a Ravenna in due pomeriggi successivi nello scorso fine settimana – il primo con la Theresia Orchestra diretta da Giovanni Antonini e il violinista Dmitry Smirnov, il secondo con l’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani diretta da Tito Ceccherini e il violoncellista Michele Marco Rossi – inducono a riflettere su un grande mutamento avvenuto in Italia negli ultimi decenni.

Onore sempre a Piero Farulli che, nel 1984, fu il primo a fondare un’orchestra giovanile nel nostro Paese. Convinto dalle analoghe esperienze diffuse all’estero, e in aperto contrasto con i Conservatori che coltivavano il culto del solismo, l’ex violista del Quartetto Italiano intraprese nella sua Scuola di Musica di Fiesole un’iniziativa che è tuttora in atto, quella dell’Orchestra Giovanile Italiana, allo scopo di preparare i partecipanti alla professione. In questi quarant’anni, la strada da lui indicata è stata seguita da molti: le compagini di questo genere si sono moltiplicate e continuano a nascere. Se la mentalità è cambiata, se i giovani non considerano più il lavoro in orchestra come un ripiego, è in gran parte merito di un precursore sagace e lungimirante come Farulli.

L’Italia, d’altra parte, ha fame di orchestre. Nella sola città di Seul, come ricorda spesso nei suoi accorati appelli Riccardo Muti (che in prima persona ha fondato e segue con grande attenzione l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini), ci sono diciotto orchestre sinfoniche: un dato impressionante, soprattutto se confrontato al fatto che nel nostro Paese intere regioni non hanno neanche una compagine stabile. Le orchestre giovanili non possono e non devono, per loro natura, avere il compito di colmare questa grave carenza; ma intanto assicurano un proliferare di proposte che si rivelano, in molti casi, di livello ragguardevole.

E molto alta è stata la qualità dei due concerti organizzati dall’Associazione Angelo Mariani. Il primo, quello della Theresia Orchestra in occasione del suo decimo anniversario, era frutto di una collaborazione con la Fondazione ICONS di Lodi, fondata e diretta da Mario Martinoli. ICONS è un’organizzazione internazionale attiva nella comunicazione scientifica e nel mecenatismo culturale, di cui la Theresia è uno dei principali oggetti; si è assunta anche, tra l’altro, la responsabilità della European Union Baroque Orchestra, che a Ravenna si è prodotta nello scorso mese di novembre.

Formata da musicisti sotto i ventott’anni provenienti da molti diversi Paesi e formatisi nelle principali istituzioni accademiche europee, la Theresia Orchestra, il cui nome è un omaggio all’imperatrice Maria Teresa d’Austria, è specializzata nel repertorio del periodo classico su copie di strumenti d’epoca; tiene concerti, in Italia e all’estero, con periodi di residenza per la preparazione e le prove: così è stato a Ravenna, città che da qualche tempo dimostra di essere una casa accogliente per le orchestre di giovani.

Qui la Theresia ha perfezionato e poi eseguito in concerto, nell’Auditorium di San Romualdo, un programma tutto beethoveniano, con l’Ouverture da Egmont, il Concerto per violino e orchestra op. 61 e la Sinfonia n. 8. Si è fatta ammirare per molte doti, tra cui la compattezza delle file, la perizia dei singoli strumentisti, la qualità del suono, la pronta adesione alle intenzioni del direttore. Giovanni Antonini, uno dei più reputati interpreti della musica barocca e classica, ha assicurato una scrupolosa proprietà stilistica a interpretazioni sempre ben calibrate e ricche di sfumature e di mordente.

Solista del Concerto per violino era Dmitry Smirnov, nato a San Pietroburgo nel 1994 in una famiglia di musicisti. Vincitore di numerosi premi internazionali, ha dimostrato di esserseli ampiamente meritati: è raro ascoltare una fusione così completa, così sorgiva, tra musicista e strumento e un’emissione tanto limpida, insieme con una raffinata qualità e varietà timbrica e una precisione millimetrica. Il suo grande successo personale si è aggiunto a quello, vivissimo, che il pubblico presente ha tributato alla Theresia Orchestra e ad Antonini.

Il giorno successivo, al Teatro Alighieri, si è prodotta invece l’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani, che tiene a qualificarsi come una compagine di giovani, non giovanile; è una Filarmonica a tutti gli effetti e, avendo sede a Orvieto, punta a diventare orchestra stabile dell’Umbria, una delle regioni italiane prive di questa ricchezza. A fondarla è stato un mecenate, Stefano Calamani, che l’ha dedicata al padre; è nata nel contesto del Festival della Piana del Cavaliere con il determinante apporto di Anna Leonardi, che è direttrice artistica sia del Festival sia dell’Orchestra.

Con la Calamani, l’Associazione Angelo Mariani porta avanti dal 2022 un progetto triennale incentrato ogni anno su uno strumento solista (nella scorsa edizione la chitarra, questa volta il violoncello) che è protagonista del concerto e del brano scritto per l’occasione da un compositore dei nostri tempi. L’anno scorso è stato Solbiati ad accettare la commissione della Mariani, mentre quest’anno l’ha fatto Salvatore Sciarrino.

In apertura del concerto si è così ascoltato il nuovo lavoro, Linee d’aria, che rispecchia la ricerca dell’essenzialità sempre più accentuata nella musica di Sciarrino; un percorso confermato dal confronto con un altro notevolissimo brano scritto dallo stesso compositore nel 1977, Il paese senz’alba per orchestra, posto all’inizio della seconda parte. In Linee d’aria, violoncello solista e orchestra producono segmenti di frasi, suoni isolati, brevi accenni, con rimandi e ripetizioni sottilmente variate, in un’accuratissima costruzione formale. A volte paiono spirare refoli di vento leggero in un’atmosfera rarefatta: suggestione del titolo, che il compositore rimanda all’accezione di “aria” come brano vocale, perché la scrittura è legata al suo modo di usare la voce; ma che potrebbe anche riferirsi al fatto che tutto il lavoro, nella sua trasparenza, sembra disegnato proprio con una linea d’aria.

Bravissima, come anche nel resto del concerto, la Calamani, del tutto esposta dalla partitura in una varietà di gesti strumentali e in suoni al limite del percettibile; e mirabile Michele Marco Rossi – Premio Abbiati del Disco 2022 – nella parte solistica del violoncello, con la sua impeccabile precisione e il suo catturante modo di suonare, che ne rispecchia la personalità comunicativa e vibrante. Qualità evidenti anche nel famosissimo Concerto per violoncello n. 1 di Camille Saint-Saëns, ideale contrappeso, con la sua pienezza di suoni, alla rarefazione del lavoro di Sciarrino.

Il direttore Tito Ceccherini, rinomato esperto di musica contemporanea, ha guidato con sicurezza l’Orchestra in un programma che dai nostri giorni arrivava fino al Settecento di Mozart, di cui si è ascoltata la Sinfonia n. 39. Con il suo senso dello stile, Ceccherini ha offerto interpretazioni sempre puntuali e di notevole finezza, ben coadiuvato dalla Calamani, che si è mostrata sensibile e ricettiva, oltre che solida e precisa.

Con applausi molto calorosi, il pubblico ha mostrato il suo gradimento alla fine di ogni parte del concerto. Una sola voce di dissenso si è levata dopo Linee d’aria; ma, come Michele Marco Rossi ha spiegato dopo aver eseguito il brano, ascoltare un pezzo di musica per la prima volta è come entrare in relazione con una persona che non si conosce. Ci vogliono disponibilità e apertura mentale, doti che un’appropriata educazione può aiutare a sviluppare. L’Associazione Angelo Mariani, con il suo direttore artistico Romano Valentini, si impegna nella formazione del suo pubblico e continua con convinzione a farlo incontrare con la musica nuova: una disposizione rara nel panorama delle istituzioni musicali italiane.

Al concerto è seguito un incontro con i protagonisti, Sciarrino, Ceccherini e Rossi. L’ha condotto con abilità e competenza il musicologo e critico musicale Gianluigi Mattietti, permettendo ai presenti, tra i quali diversi giovani del locale Conservatorio, di conoscere più da vicino, e con interessanti approfondimenti, il compositore e la sua musica.

Patrizia Luppi
(25 e 26 febbraio 2023)

La locandina

Direttore Giovanni Antonini
Violino Dmitry Smirnov
Theresia Orchestra
Programma:
Ludwig van Beethoven
Ouverture da Egmont op. 84
Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61
Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93
–––––––––––––––––––––––––––––––––––
Direttore Tito Ceccherini
Violoncello Michele Marco Rossi
Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani
Programma:
Salvatore Sciarrino
Linee d’aria
Il paese senz’alba
Camille Saint-Saëns
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in la minore op. 33
Wolfgang Amadeus Mozart
Sinfonia n. 39 in la bemolle maggiore K 543

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