Sciopero in Arena

Sciopero in Arena, luci spente invece della rappresentazione di Aida prevista per giovedì 15 luglio. La decisione è stata presa unitariamente da tutte le sigle sindacali dei dipendenti della Fondazione. L’annullamento di uno spettacolo in anfiteatro è un evento decisamente raro, e ancora più raro è che avvenga per decisione comune di tutte le organizzazioni dei lavoratori. Motivazioni e modalità dello sciopero saranno illustrate nel corso di una conferenza stampa unitaria convocata per lunedì 12 luglio alle 14 nella sede della Cgil veronese in via Luigi Settembrini 6.

In realtà, a quanto risulta a Le Salon Musical, la comunicazione di questa iniziativa sindacale risale ancora al 2 luglio scorso, quando le segreterie territoriali di Cgil-Slc, Cisl-Fistel, Uil-Uilcom e Fials-Cisal, insieme alla Rappresentanza Sindacale Unitaria della Fondazione hanno informato la sovrintendente Cecilia Gasdia della decisione assunta all’unanimità. Era lo sbocco dello stato di agitazione proclamato il 26 giugno, in seguito al quale però non si erano aperte trattative né erano stati attivati contatti per affrontare la situazione denunciata dai lavoratori. Prima del raggiungimento dell’inedita unità, la reazione degli autonomi della Fials a quella che era stata definita “melina delle relazioni sindacali da parte della Fondazione” era stata ancora più dura, con la proclamazione di due giornate di sciopero per il 3 e il 10 luglio, poi revocate una volta fissata l’iniziativa del 15 luglio.

Dopo la proclamazione dello sciopero è passata un’altra settimana, ma a quanto pare in Fondazione questo tempo non è stato sufficiente per provare a imboccare la via del confronto con i dipendenti, a dimostrazione del fatto che le relazioni sindacali non sono considerate una priorità.

Non è un caso che fra le motivazioni dello sciopero ci sia la mancata consultazione, prevista per legge, sulla Nuova Dotazione Organica, che molto preoccupa i lavoratori ma sulla quale i sindacati lamentano non sia stato possibile aprire alcuna discussione. Poi ci sono le questioni legate alle graduatorie e al completamento degli organici, la decisione della Fondazione di richiedere agli aggiunti, per la loro assunzione a termine, la formale rinuncia ai diritti pregressi, definita dai sindacati “coercizione contrattuale”. E non ultime, problematiche prettamente artistiche come quelle riguardanti il coro – collocato lateralmente e fuori scena in tutti gli spettacoli di quest’estate – e l’organizzazione del lavoro degli orchestrali. Fra le preoccupazioni finora inascoltate dei dipendenti della Fondazione ci sono inoltre le verifiche sui protocolli sanitari e sulla loro corretta applicazione, così come la richiesta di avere comunicazioni settimanali sui dati di biglietteria. È diffusa infatti la preoccupazione che il festival estivo – oltre l’ottimismo ufficiale nella comunicazione e nel marketing – possa determinare criticità gestionali ed economiche.

A questo punto i tempi per salvare la serata del 15 luglio sono strettissimi. Lunedì i sindacati spiegheranno ai mezzi d’informazione e dunque al pubblico perché hanno deciso di scioperare. La sovrintendente Gasdia e il sindaco di Verona Federico Sboarina, presidente del Consiglio d’Indirizzo della Fondazione, avranno a quel punto poco più di 48 ore per evitare che sull’Arena cali il silenzio invece delle note di Verdi. Al momento, non è affatto chiaro se basterà una convocazione delle rappresentanze sindacali – ammesso che arrivi – a fermare lo sciopero.

C.G.

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