Tours: le seduzioni di Orfeo

Non il trionfo dell’Amore ma l’apoteosi della Musica: questa l’essenza ultima dell’Orfeo di Monteverdi. Le vicende amorose fanno da sfondo ad un più ampio contesto in cui è il canto ad assurgere a espressione prima della natura umana, necessità irrinunciabile per elevarsi sino alla deificazione.

Nel libretto di Striggio – per altro lontano dalla perfezione di Busenello e di Badoaro che verranno – Euridice è personaggio a tutti gli effetti secondario rispetto alla vicenda, più catalizzatore che non parte agente, soprattutto se lo si confronta con la profondità espressiva della Messaggera o di Proserpina. In fondo a lei si chiede solo di permettere l’ascesa al cielo di Orfeo, che per riaverla dall’Ade compie un percorso di crescita e catarsi attraverso il canto.

Attorno al protagonista si muove un contesto fatto di pastori e dei che nei cori glorificano il madrigali, moltiplicando le voci degli strumenti chiamati ad un esercizio polifonico lussureggiante.

Tutto questo, e anche di più, si è apprezzato nell’esecuzione concertante – in realtà a tutti gli effetti una calibratissima mise en espace – proposta da Emiliano Gonzales Toro e dal suo Ensemble I Gemelli ai Concerts d’Automne.

A monte una meticolosa concertazione di Toro – che in scena veste con autorità i panni del protagonista cedendo la direzione all’organo all’incredibilmente brava Violaine Cochard ­– improntata ad un’ariosa leggerezza capace però al contempo di mantenere viva la tensione drammatica.

Paradigmatiche in questo senso la perorazione a Caronte e l’ampio intervento della Messaggera, così come gli interventi strumentali – l’ensemble è un miracolo d’intonazione, con i cinque saqueboute sugli scudi – sempre luminosi grazie anche al sostegno di un contino meravigliosamente etereo in cui spiccano liuto, chitarra, tiorba e arpa.

Funziona tutto a meraviglia grazie anche ad un cast affiatato e partecipe.

Di Toro Orfeo palpitante si è già detto, ma giova ribadirne la prova maiuscola che si associa a quelle di Mathilde Etienne – Proserpina dagli accenti rapinosi – e di Natalie Perez che veste i panni di un’accorata Messaggera.

Ottime le voci gravi: Jérôme Varnier nella doppia veste di Caronte e di un Pastore e Nicolas Brooymans che disegna un Plutone pressoché perfetto.

Fulvio Bettini è Apollo svettante e incisivo mentre Juan Sancho e Olivier Coiffert completano con classe il corteggio dei Pastori.
Brave Maud Gnidaz come Ninfa e Alix Le Saux in veste di Speranza, mentre risulta opaca Lauranne Oliva – troppo spesso incomprensibile – come Euridice e La Musica.

Teatro al completo e successo pieno.

Alessandro Cammarano

(15 ottobre 2021)

La locandina

Direttore Emiliano Gonzalez Toro
Ensemble I gemelli
Personaggi ed interpreti:
Orfeo Emiliano Gonzalez Toro
Euridice, La Musica Lauranne Oliva
Pastore Juan Sancho
Apollo Fulvio Bettini
La Speranza Alix Le Saux
Messaggera Natalie Perez
Pastore, Caronte Jerôme Varnier
Plutone Nicolas Brooymans
Pastore Olivier Coiffet
Proserpina Mathilde Etienne
Ninfa Maud Gnidaz

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