Trieste: Bostridge, Florio e la gloria del Barocco

Il prezioso cartellone della Società dei Concerti di Trieste ha proposto lunedì sera al Teatro Verdi un’altra gemma musicale, un appuntamento eccezionale che domenica era in programma al Teatro Verdi di Pordenone. Protagonista Ian Bostridge, uno dei massimi musicisti del nostro tempo, per la prima volta sia a Pordenone sia a Trieste insieme a La Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio, musicista raffinato, uomo colto e di una classe che solo i napoletani possono vantare. Il loro concerto era incentrato sulla grande vocalità della musica italiana tra il Seicento e il Settecento.

Tormento d’amore, viaggio musicale sulla corda del tenore, è stata soprattutto un’occasione per ascoltare, dalla voce privilegiata di Bostridge – dipana trilli e abbellimenti con una disinvoltura invidiabile all’interno di un canto morbido, perfettamente appoggiato sul fiato, e con un legato superbo – e, naturalmente conoscere dei veri e propri tesori vocali. Inutile dire che le pagine in programma erano tutte di straordinaria rarità, e ci hanno consentito una rapida, ma non superficiale escursione nel primo secolo di vita dell’opera per musica, quello che precede l’avvento del successivo melodramma italiano che presto sarebbe diventato universale tanto da essersi meritato l’etichetta di Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.

Il programma si snodava nel repertorio delle due città italiane che all’epoca rappresentavano i principali poli musicali, fucine di grandi compositori e di voci passate alla storia: Venezia, rappresentata qui dalle musiche di Cavalli, Vivaldi, Cesti, Stradella, Sartorio e Legrenzi, e Napoli, con le arie di Provenzale, Caresana, Vinci (un autore riscoperto da non molto da Antonio Florio) e Fago. Un “ponte musicale” percorso da Bostridge assieme alla Cappella Neapolitana, con esattezza e forte partecipazione e – per un artista proveniente dalla Gran Bretagna e votato anche al repertorio del Novecento inglese, Brittenin primis, – con notevole risultato nella restituzione della parola “cantata”.

È stata una serata davvero speciale, che il pubblico numeroso, non numerosissimo, ma attento e partecipe della Società dei Concerti, ha seguito con passione alla scoperta di una musica soave che di rado si ha l’occasione di ascoltare dal vivo, come le arie dall’Eliogabalo di Cavalli, e da Il Corispero di Stradella, la sinfonia da Il schiavo di sua moglie di Provenzale, e ancora Il Faraone sommerso di Fago, accanto all’aria Gelido in ogni vena del più celebre Farnace di Vivaldi. Tre bis, la celeberrima Ombra mai fu che apre il Serse di Haendel, di nuovo l’aria di Mosé da Il Faraone sommerso di Fago e, in un napoletano perfettibile, ma tutto sommato accettabile, Lu Cardillo di Roberto Murolo.

Chi l’ha detto che il Barocco è soprattutto il periodo dei castrati? Anche i tenori avevano i loro spazi e, quando come non si è, come Bostridge, teste di tenori, è un bene che essi siano recuperati. Concerto indimenticabile.

Rino Alessi
(8 aprile 2024)

La locandina

Tenore Ian Bostridge
Direttore Antonio Florio
Capella Neapolitana
Programma:
Tormento d’amore, viaggio musicale sulla corda del tenore

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