Venezia: la Biennale delle Arti dal Vivo 2024

Sono le scelte, i programmi, il pensiero di Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte), Wayne McGregor, Lucia Ronchetti a comporre la Biennale delle arti dal vivo che si snoderà da giugno a ottobre con il 52. Festival Internazionale del Teatro (15 > 30 giugno), il 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (18 luglio > 3 agosto), il 68. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (26 settembre > 11 ottobre), e con le residenze dei giovani artisti di Biennale College. Una fabrica della nuova creatività che, accanto alla ricerca di nuove forme espressive e alla testimonianza dei cambiamenti in atto, coltiva progetti che abbiano la libertà di destini futuri.

“I programmi di Teatro, Danza e Musica presentati dai rispettivi Direttori – scrive Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia – sono attestazione di profonda riflessione e ricerca sui settori di loro competenza. Le tre discipline in questione sono accomunate dall’aspetto performativo, dalla condivisione di vibrazioni umane tra palco e platea. In Teatro, Danza e Musica – nell’alchimia propria delle tre arti – c’è un afflato di millenni che acquista senso solo nell’hic et nunc di una rappresentazione unica e irripetibile, che va oltre la scrittura, la coreografia, la partitura”.

Oltre 200 gli appuntamenti in programma con 72 novità e 600 artisti provenienti da 30 Paesi diversi che si ritroveranno a Venezia per i Festival di Teatro, Danza e Musica.

Fra i tanti nomi che il Teatro vedrà in scena dal 15 al 30 giugno ci saranno: Back to Back Theatre, la pluripremiata formazione australiana che della disabilità ha fatto strumento di indagine artistica, premiata con il Leone d’oro alla carriera e per la prima volta in Italia; il collettivo anglo-tedesco Gob Squad Theatre, destinatario del Leone d’argento e alfiere di nuovi modi di combinare media e performance che mettono al centro lo spettatore; l’ensemble lituano di Vaiva Grainytė, Lina Lapelytė, Rugile Barzdžiukaitė, esploso alla Biennale Arte 2019 (Leone d’oro per il miglior padiglione) con le sue performance apparentemente lievi e sottilmente eversive; il regista e drammaturgo iraniano Amir Reza Koohestani, presente sulle maggiori scene d’Europa con il suo teatro necessario che, come il cinema del conterraneo Asghar Faradhi, fa risuonare nella storia personale di una coppia gli echi di una società oppressiva; Milo Rau, autore e regista che sovverte le regole della prassi teatrale creando situazioni al limite tra spettacolo e indagine sociale, arte, politica, storia e cronaca giornalistica; Tim Crouch, imperdibile autore di spin off delle tragedie e delle commedie del Bardo; Muta Imago, fra le più accreditate giovani compagnie italiane, reduce dal Centre Pompidou per l’installazione Bar Luna, realizzata con Alice Rohrwacher.

Per la Danza, in scena dal 18 luglio al 3 agosto, fra i grandi protagonisti della scena internazionale invitati, saranno a Venezia: il Leone d’oro alla carriera Cristina Caprioli, danzatrice, coreografa, teorica sperimentale che ha influenzato generazioni di danzatori e il Leone d’argento Trajal Harrell, camaleontico e geniale artista fra i più richiesti del momento, presente nei teatri, nei musei, nelle gallerie di tutto il mondo, dalla Biennale di Gwangju al MoMA di New York; Sankofa Danzafro di Rafael Palacios, compagnia afro-colombiana per la prima volta in Italia, con un’opera sull’esperienza diasporica africana tra mitologia, spiritualità, radici ancestrali; Shiro Takatani dello storico collettivo giapponese Dumb Type, esempio di un teatro radicale e iconoclasta che ha coinvolto artisti come Ryoji Ikeda e Ryuichi Sakamoto; il pluripremiato fotografo britannico Benji Reid, che nelle sue creazioni fa coesistere fotografia, danza, teatro, racconto. E ancora: il corpo umano come misterioso paesaggio da attraversare nelle sue più intime fibre nel film/installazione De Humani Corporis Fabrica dei registi e antropologi Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor; la danza cyborg di Nicole Seiler e la danza cosmica di Cloud Gate, entrambe a confronto con l’Intelligenza Artificiale.

Nel ricco cartellone della Musica, programmata dal 26 settembre all’11 ottobre e dedicata alla Musica assoluta, spiccano il Leone d’oro alla carriera Rebecca Saunders, compositrice contesa dalle più importanti istituzioni musicali, e l’Ensemble Modern, Leone d’argento, che nella sua storia quarantennale è stato al fianco di nomi come Stockhausen, Reich, Andriessen, ma anche Zappa, Coleman, Braxton. Accanto a loro, il compositore americano, premio Pulitzer, David Lang, autore anche di importanti colonne sonore (indimenticabile I lie in Youth di Sorrentino) e Tyshawn Sorey, che, come il trombettista Peter Evans, è esponente di punta di una nuova generazione di performer/compositori decisi a superare gli schemi e le divisioni tra i generi, regolarmente invitato ai Donaueschinger Musiktage e al Lucerne Festival come alla Walt Disney Concert Hall e con il suo trio ai festival jazz di tutta Europa. E ancora: Tim Hecker, fra i più influenti producer di musica elettronica sperimentale e Golfam Khayam, compositrice e polistrumentista iraniana, nella scuderia dell’ECM di Manfred Eicher, che cortocircuita la musica tradizionale persiana e le sue tecniche ornamentali nell’ambito della performance improvvisativa. Su questa linea di dialogo tra passato e presente anche il concerto che affiancherà lo Stabat della compositrice svedese Lisa Streich accanto allo Stabat Mater di Pierluigi da Palestrina e a quello di Giovanni Croce. E il concerto di Catherine Simonpietri con l’ensemble vocale parigino Sequenza 9.3, interprete di un programma dedicato alla musica vocale assoluta, con lavori della compositrice lettone Santa Ratniece, della compositrice lituana Justė Janulytė e di Arvo Pärt.

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