Vicenza: Gabetta e Chamayou tha Mendelssohn e Brahms

Un bel concerto ha concluso al teatro Comunale di Vicenza la piccola ma densa sezione dedicata negli ultimi tre mesi al violoncello dalle stagioni dell’Orchestra del Teatro Olimpico e della Società del Quartetto. Dopo Nicolas Altstaedt ed Enrico Dindo, entrambi affiancati dalla formazione giovanile, è stata la volta di un’altra stella internazionale di questo fascinoso strumento, l’argentina Sol Gabetta, che è tornata a Vicenza a sei anni dal suo debutto, sempre accompagnata dal pianista francese Bertrand Chamayou.

Se nel febbraio 2017 il duo aveva preso le mosse dalla prima Sonata di Beethoven (op.5 n.1) per inoltrarsi poi nelle composizioni per violoncello e pianoforte di Schumann e di Chopin, questa volta il programma ha focalizzato Mendelssohn e Brahms, confermando l’interesse di questi interpreti per la grande stagione del Romanticismo, soprattutto tedesco. Mendelssohn è in particolare l’oggetto di uno specifico progetto ideato da Gabetta e Chamayou, che sfocerà in una incisione discografica della quale faranno parte anche alcune composizioni nuove. Vari autori contemporanei sono stati infatti interpellati per dare un seguito, se così si può dire, all’idea di estendere al duo violoncello-pianoforte le Romanze senza parole per pianoforte, concretizzata dal musicista tedesco alla fine della sua vita, con l’op. 109. Così, a sorpresa e fuori da quanto indicato nel programma della serata, all’inizio della seconda parte Sol Gabetta ha annunciato la prima esecuzione assoluta di un brano del giovane spagnolo Francisco Coll García. Si tratta di una composizione interessante, scritta in un linguaggio privo di asperità, che richiama e sottolinea la predisposizione al “cantabile” tipica dello strumento ad arco coltivata dagli autori ottocenteschi

Il programma “ufficiale” proponeva due autentici capolavori, forse non casualmente creati sia da Mendelssohn che da Brahms nell’ultima parte della loro vicenda creativa, di certo assai lontani dalle loro precedenti prove per quest’organico. La Sonata op. 99 di Brahms (1886) è composizione dagli accenti singolarmente moderni non solo e non tanto nella duttile libertà formale all’interno della tradizionale suddivisione in quattro movimenti, ma per quanto riguarda la relazione fra i due strumenti, che va ben oltre i due poli caratteristici dell’effusione sentimentale (in genere affidata al violoncello) e del virtuosismo espressivo (campo privilegiato della tastiera). Qui l’equilibrio fra le voci ha una prospettiva più ampia e nasce da una dialettica spesso sorprendente, da una relazione fra le parti che supera ogni schematismo.

Qualcosa del genere, sia pure in un ambito stilistico assai differente, accade nella Sonata op. 58 di Mendelssohn, nella quale la brillantezza virtuosistica tipica di questo compositore (della quale si era avuto un bell’esempio nelle Variazioni concertanti op. 17, poste ad aprire la serata) viene bilanciata da una ricchezza inventiva e da una forza espressiva che sono esaltate dalla sostanziale pariteticità fra il pianoforte e lo strumento ad arco.

Nell’uno e nell’altro caso, Sol Gabetta e Bertrand Chamayou hanno dato prova sia di una lucida e incisiva qualità strumentale – in competizione virtuosistica fra la precisione incisiva del tocco da parte del pianista e la sontuosa agilità mai disgiunta dal controllo del suono da parte della violoncellista – sia di un pensiero musicale per molti aspetti rivelatorio. Nei chiaroscuri mobili e poetici di Brahms, così come nelle eloquenti sortite melodiche di Mendelssohn, il fraseggio è parso sempre meditato, sostenuto da multiformi dettagli dinamici, inserito in tempi di splendida naturalezza. Il risultato è stato una serata di musica da camera di sapiente forza comunicativa, insieme profonda e brillante, sofisticata e coinvolgente, nella quale la forza cantabile dell’arcata di Gabetta ha dialogato in impeccabile equilibrio con il tocco mobile e raffinato di Chamayou.

Pubblico non da tutto esaurito, ma entusiasta. Alla fine, numerose chiamate hanno portato a un duplice bis nel nome di Manuel de Falla e delle sue Canciones Populares Españolas.

Cesare Galla
(19 marzo 2021)

La locandina

Violoncello Sol Gabetta
Pianoforte Bertrand Chamayou
Programma:
Felix Mendelssohn
Variations concertantes in Re maggiore per violoncello e pianoforte, Op. 17 (MWV Q19)
Johannes Brahms
Sonata n. 2 in Fa maggiore per violoncello e pianoforte, Op. 99
Felix Mendelssohn
Sonata n. 2 in Re maggiore per violoncello e pianoforte, Op. 58 (MWV Q32)

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