Vicenza: il Festival Vicenza in Lirica riparte da Monteverdi

Giunto alla decima edizione, il festival Vicenza in Lirica si è concesso un “preludio” nei giorni della Festa europea della musica.  Il programma principale si svolgerà a inizio settembre e sarà come l’anno scorso largamente dedicato a Mozart, ma intanto al teatro Olimpico e nel suo giardino è stata la volta di una interessante scelta di musiche rinascimentali e barocche.

Particolarmente suggestiva la proposta sulla scena palladiana, che ha visto la collaborazione del Conservatorio Santa Cecilia di Roma per l’esecuzione di due pagine capitali di Claudio Monteverdi, il Ballo delle Ingrate e il Combattimento di Tancredi e Clorinda, proposte nella mise en éspace di Cesare Scarton.

Si tratta di due composizioni distanti circa un quindicennio l’una dall’altra: il Ballo  risale infatti all’epoca della perduta Arianna e fu rappresentato per la prima volta al palazzo ducale di Mantova nel giugno 1608. Il testo è di Ottavio Rinuccini, una disquisizione mitologico-sentimentale che ha come scena l’ingresso dell’Averno e come personaggi – oltre alle “ingrate”, cioè le donne punite per essere state crudeli con i loro amanti – Amore, Venere e specialmente Plutone. Il Combattimento fu scritto a Venezia a partire dal Canto XII della Gerusalemme liberata del prediletto Torquato Tasso, e rappresentato per la prima volta a palazzo Mocenigo nel 1624. Entrambe le composizioni, confluirono nell’Ottavo Libro dei Madrigali pubblicato nel 1637: il Combattimento a concludere la prima parte, quella dedicata ai “madrigali guerrieri”, il Ballo a suggellare l’intera edizione e la parte dedicata ai “madrigali amorosi”.

Pur nella sapienza della scrittura monteverdiana, fascinosa nelle scelte strumentali in un caso e nell’altro e sempre sottilmente complessa nella trama delle parti, lo “stile concitato” del Combattimento, sofisticata teorizzazione del compositore qui per la prima volta messa in pratica, ci appare ancora oggi singolarmente attuale, a differenza del cosiddetto “stile molle” secondo il quale è costruito il Ballo. Anche lo “stile recitativo” della vocalità trae vantaggio dalla forte connotazione espressiva di questa musica che va oltre la logica rappresentativa (e infatti, a differenza del Ballo non ne fu realizzata all’epoca alcuna esecuzione di carattere scenico) e delinea sfumature psicologiche complesse e molteplici nel confronto fra Tancredi e Clorinda, ben oltre le suggestioni mimetiche della musica allorché i due incrociano le spade. È musica potente, che non ha bisogno di personaggi nel senso abituale del termine: i due guerrieri solo raramente prendono la parola, mentre tocca a un narratore, definito Testo, delineare nel suo duttilissimo recitar cantando una drammaturgia complessa e avvincente.

Ben più manierato il Ballo, forse anche per la sua natura di composizione “mondana” scritta per i festeggiamenti delle nozze del duca Francesco Gonzaga. Qui la danza ha un ruolo sostanziale, delineato con appropriata essenzialità dalla coreografia di Silvia Pinna, che ha fatto muovere le Ingrate fra i personaggi, a loro volta mobili intorno al gruppo strumentale al centro della scena.

Comprensibile la scelta di offrire anche nel Combattimento una sorta di riscontro narrativo basato sulla danza – e del resto le due composizioni sono state eseguite senza soluzione di continuità. In questo caso (coreografia di Daniele Toti) la scelta è stata quella di offrire un ulteriore elemento rappresentativo dando vita alle azioni dei due personaggi, Tancredi e Clorinda (i danzatori erano Yari Molinari e Silvia Pinna), con gesti molto energici, forse non abbastanza stilizzati. Il tutto mentre i “personaggi vocali”, se così si possono definire, comunque realizzavano anche un’immagine scenica, oltre che musicale. Alla fine, il gran movimento dei danzatori (che agivano nello spazio vuoto della platea) non ha impedito che il centro focale dell’esecuzione – sia drammaticamente che musicalmente – fosse dove doveva essere, cioè nella voce e nella figura stessa del Narratore. La parte è stata sostenuta con rigore e consapevolezza stilistica da Roberto Manuel Zangari, raffinato nelle sfumature e accattivante nel timbro, vicino al quale bene si sono disimpegnati Jesus Hernandez (Tancredi) e Marta Pacifici (Clorinda).

Nel Ballo delle Ingrate  in primo piano il corposo e ben controllato timbro di basso profondo di Gennaro Di Filippo, Plutone. Al suo fianco, una Venere elegante e di appropriata varietà belcantistica è stata Antonia Salzano, ben affiancata da Isabella De Massis nella piccola parte di Amore. Precisa e accorta Marta Pacifici nel dare dolente inflessione all’intervento di una delle Ingrate.

Interessante il gruppo strumentale “Caecilia Antiqua” del conservatorio romano, con Angela Naccari al cembalo e i violini di David Simonacci e Valentina Nicolai, la viola di Gianfranco Russo, il violone di Marco Contessi e il violoncello di Luca Peverini. Egregio l’apporto con torba e liuto di Francesco Tomasi e Michele Carreca.

La serata all’Olimpico è stata seguita da un pubblico lontano dal tutto esaurito, ma attento e prodigo alla fine di prolungati applausi.

Cesare Galla
(17 giugno)

La locandina

Mise en espace Cesare Scarton
Coreografia del Ballo delle ingrate Silvia Pinna
Coreografia del Combattimento di Tancredi e Clorinda Daniele Toti
Costumi Giuseppe Bellini
Ballo delle Ingrate
Personaggi ed interpreti:
Plutone Gennaro Di Filippo
Venere Antonia Salzano
Amore Isabella De Massis
Una delle Ingrate Marta Pacifici
Quattro Ingrate Alina Tugusheva, Marta Pacifici, Isabella De Massis, Antonia Salzano
Ombre d’Inferno Alina Tugusheva, Marta Pacifici, Roberto Manuel Zangari, Jesus Hernandez
Danzatrici Silvia Pinna, Martina Moroni, Giada Sereni
Combattimento di Tancredi e Clorinda
Personaggi ed Interpreti:
Testo Roberto Manuel Zangari
Tancredi Jesus Hernandez
Clorinda Marta Pacifici
Danzatori Yari Molinari (Tancredi), Silvia Pinna (Clorinda)
Ensemble Caecilia Antiqua
Violino I David Simonacci
Violino II Valentina Nicolai
Viola Gianfranco Russo
Violone Marco Contessi
Violoncello Luca Peverini
Tiorbe e liuti Francesco Tomasi, Michele Carreca
Maestro al cembalo Angela Naccari

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