Martina Franca: il Recital di Belcanto cala un tris d’assi

Nel cortile di Palazzo Ducale le distanze dettate dall’emergenza si avvertono meno che in altri luoghi. Certo siamo lontani dalla “normalità”, ma la disposizione dei posti a sedere pensata dal Festival della Valle d’Itria – probabilmente anche per la natura stessa dello spazio, racchiuso e in certo modo intimo – non provoca il senso di smarrimento provato altrove.

Il festival di quest’anno, ripensato completamente rispetto a come lo si era immaginato prima della pandemia,  si intitola “Per ritrovare il filo” ed il filo passa dal pubblico agli interpreti, guidandoli e unendoli in una realtà “altra” rispetto a quella vissuta sino a pochi mesi fa ma che comunque presenta elementi innegabili di fascino ed immaginazione.

Il Recital di Belcanto è fra gli appuntamenti fissi e imprescindibili della kermesse martinese, accendendo ancora una volta i riflettori su due interpreti di punta.

Jessica Pratt – vestita splendidamente da Giuseppe Palella che fa di lei una naiade uscita da un quadro della Maniera veneziana – possiede il dono sublime di divertirsi mentre canta, il tutto favorito dalla facilità di emissione e da una tecnica pressoché perfetta; il soprano australiano sorride, ammicca, si offre al pubblico con gesto efficace e misurato ma sempre accompagnato da una certa qual ironia. Una gioia per orecchie ed occhi.

Il giovane tenore basco Xabier Anduaga conferma ancora una volta di possedere mezzi vocali tutt’altro che comuni, a cominciare da un timbro di rara bellezza e un’emissione fluida. Quel che sembra ancora mancare è il gusto per la parola, l’attenzione alle sfumature, la ricerca del dettaglio. Che rispetto al Rossini degli esordi Anduaga stia cercando un repertorio diverso – oltre Donizetti – sembra del tutto evidente; il controllo delle agilità cede a tratti il passo a qualche imprecisione. A vegliare su tutto Giulio Zappa, che sarebbe riduttivo e ingiusto definire semplicemente “accompagnatore”. Zappa respira con i cantanti, li sostiene, racconta la musica attraverso meditate scelte dinamiche e agogiche mai banali e allo stesso momento perfettamente in linea con l’estetica belcantista.

Ad aprire il concerto il rondò di Almaviva “Cessa di più resistere”, dove Anduaga è più a suo agio nel canto spianato che non nei passaggi di agilità. Fa meglio in “Ah mes amis”, con i famosi nove Do tutti ben piazzati.

Non benissimo la “furtiva lagrima”, eccessivamente esteriorizzata.

La Pratt apre con i couplet di Olympia da Les contes d’Hoffmann, dando voce e corpo ad una bambola di irresistibile comicità – per l’occasione vinta dal caldo e “rianimata” da Zappa–Coppelius con un provvidenziale vaporizzatore d’acqua – e impeccabile nei picchettati e nelle note ribattute.

Ancora meglio, se possibile, fa nella cavatina della contessa Adéle “En proie à la tristesse” dal Comte Ory, in cui risolve con gusto impeccabile ogni difficoltà, dando vita ad un’interpretazione di cristallino virtuosismo.

Il trionfo definitivo arriva con l’Amina di “Ah non credea mirarti”, che prende vita in un tripudio di mezzevoci e di acuti fulminanti, il tutto poggiato su un fraseggio intenso.

Interessanti i duetti; soprattutto “Vieni tra queste braccia” – prima si era ascoltato “Chiedi all’aura lusinghiera” – in cui le due voci trovano buona sintonia, grazie anche al pianoforte che vigila attento, sempre con una prevalenza del soprano sul tenore.

Successo trionfale e tre bis: la “Tarantella” di Rossini affidata ad Anduaga, “È strano” – habemus Violettam –, riservato alla Pratt e il “Brindisi” che ha riunito ancora una volta le due voci.

Alessandro Cammarano
(30 luglio 2020)

La locandina

Soprano Jessica Pratt
Tenore Xabier Anduaga
Pianoforte Giulio Zappa
Programma:
Gioachino Rossini
“Cessa di più resistere” da Il barbiere di Siviglia
 Jacques Offenbach
“Les oiseaux dans la charmille” da Les contes d’Hoffmann
Gaetano Donizetti
“Ah mes Amis” da La fille du régiment
“Chiedi all’aura lusinghiera” da L’elisir d’amore
Gioachino Rossini
“En proie à la tristesse” da Le comte Ory
Gaetano Donizetti
“Una furtiva lagrima” da L’elisir d’amore
Vincenzo Bellini
“Ah! Non credea mirarti” da La sonnambula
“Vieni tra queste braccia” da I puritani

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