Sara Prandin: Vi racconto la Gaga Symphony Orchestra

Il prossimo 11 settembre la Gaga Symphony Orchestra si esibirà, in formazione sestetto, al Castello Carrarese di Padova. Lo spettacolo, nuovo, si intitola “Note a margine-Viaggio nel Pop da Bach e Beyoncé”, a raccontarlo, insieme a molto altro è Sara Prandin che della Gaga Symphony è co-fondatrice e direttore artistico.

  • Come nasce la Gaga Symphony Orchestra?

Dobbiamo tornare a dicembre 2011, quando Simone Tonin, co-fondatore e direttore dell’orchestra, mi chiama per partecipare come flautista ad una performance musicale per la festa di Natale di un liceo artistico di Padova. La particolarità sta nel suo voler arrangiare alcune hit pop del momento (tra cui “Bad Romance” di Lady Gaga…) per un ensemble classico. L’idea mi galvanizza immediatamente e subito gli propongo non soltanto di aiutarlo a organizzare questa esibizione, ma di spingerci oltre e creare una vera e propria orchestra che suoni musica pop e faccia ballare la gente nei teatri.

Perciò, per quell’occasione scolastica, riuniamo in una settimana un organico improvvisato di 14 amici e incredibilmente è subito standing ovation da parte di tutto il liceo. Questo risultato per me e Simone diventa un’importante conferma: siamo sulla strada giusta e la nostra idea ora deve prendere corpo.

Nei mesi successivi lavoriamo, quindi, alla creazione di un organico (quasi) sinfonico, alla scrittura degli arrangiamenti e alla realizzazione del nostro primo spettacolo ufficiale, che teniamo nel settembre 2012 sempre nella nostra Padova.

Da allora non abbiamo mai smesso di crescere, sotto ogni punto di vista. Siamo cresciuti musicalmente, ma anche come organico; le nostre collaborazioni vantano nomi importanti del panorama musicale e cantautoriale italiano, basti pensare a Patty Pravo, Francesco De Gregori, Chiara Galiazzo e Michele Bravi, per esempio. Molte realtà istituzionali, diverse aziende e brand internazionali ci chiamano ormai abitualmente per tenere concerti durante i loro eventi, varcando anche i confini nazionali. Ciò che non è mai mutato in tutti questi anni è l’entusiasmo che proviamo noi membri della Gaga Symphony Orchestra nel far parte di questo progetto e l’emozione coinvolgente che sperimenta il pubblico durante i nostri concerti.

  • Il crossover è terreno spinoso, come riuscite a coniugare Bach e Beyoncé nello stesso programma?

Quando abbiamo deciso di sottotitolare il nostro nuovo spettacolo “Viaggio nel Pop da Bach e Beyoncé” abbiamo pensato alla sineddoche. Queste due personalità infatti rappresentano, a nostro avviso, una parte per il tutto e questo “tutto” – la musica generalmente definita “classica” e il genere definito “pop” – è veramente molto ampio. Stiamo sempre parlando di musica: anche se si tratta di una storia lunga, articolata e complessa, la musica di oggi si sviluppa e dipende da ciò che era in passato, non può prescindere dalla musica antica.

Durante il nostro nuovo spettacolo “NOTE A MARGINE – Viaggio nel Pop da Bach e Beyoncé” non soltanto leggeremo dei veri punti di incontro tra il classico e il pop (ad esempio nella forma o nell’armonia), ma, tramite gli elementi compositivi dei grandi Maestri del passato, mostreremo anche come il Pop, nella sua semplicità e immediatezza, possa essere un linguaggio musicale geniale.

Vogliamo trasmettere al nostro pubblico nuova consapevolezza nell’ascolto di qualsiasi genere e incuriosire gli spettatori per stimolarli a un successivo approfondimento. Tutto questo, ovviamente, durante una serata di musica e divertimento.

  • Da dove deriva la scelta del limite di 35 anni per i musicisti?

Non è un limite imposto a livello statutario, ma una scelta che parte dall’età del musicista più grande (non dirò più “anziano”) che suona regolarmente nella Gaga Symphony Orchestra.

Questo perché uno dei nostri pubblici d’elezione è proprio il pubblico giovane, i nostri coetanei a cui vogliamo rivolgerci parlando lo stesso linguaggio affinché il nostro messaggio di democratizzare la musica, anche quella colta, sia veramente colto e compreso a fondo. Per questo per noi l’età in un certo senso conta molto, anno più anno meno.

Inoltre, crediamo che la Gaga Symphony Orchestra sia anche un’opportunità di lavoro importante per i giovani musicisti, in un contesto dove non sono molte le possibilità lavorative, né tantomeno le occasioni di esprimere la propria professionalità appieno.

Quando abbiamo cominciato alcuni di noi non erano ancora maggiorenni, e ogni anno c’è sempre qualche nuovo giovane musicista che abbraccia il progetto e diventa un membro affiatato del gruppo. Ad esempio, alcuni violinisti che si alternano nel ruolo di spalla dell’orchestra sono dei talentuosi neo-ventenni!

Cosa accadrà quando la maggior parte di noi supererà i 35 anni? È una domanda che abbiamo cominciato a porci e le risposte che ci stiamo dando sono interessanti… ma non è ancora il momento di parlarne ufficialmente.

Fun fact: fino a poco tempo fa continuavamo a dire che siamo un’Orchestra under 30, ma… accidenti, come passano veloci gli anni!

  • Come avete vissuto il periodo di forzata inattività causato dalla pandemia e come vedete il futuro della musica dal vivo nel futuro prossimo?

La pandemia ci ha travolti e di colpo ha cambiato la nostra vita e le nostre abitudini. Come molti, abbiamo cercato di guardare il lato positivo: nessun concerto, ma più tempo per studiare a casa il proprio strumento e per riflettere sulle nostre idee e sul nostro futuro. Non sono mancate, durante il lockdown, comunque le occasioni per suonare insieme anche a distanza, ognuno da casa propria, diffondendo i nostri video sui social, sia per restare vicini e strappare un sorriso al nostro pubblico affezionato, sia per farci coraggio in un momento davvero buio per tutti e sostenere il lavoro importantissimo del Dipartimento della Protezione Civile, sensibilizzando amici e fan.

Il fatto è che il futuro, ora come ora, è ancora molto incerto, soprattutto a breve termine. Ad ogni modo cerchiamo di adattarci al cambiamento, provando a vedere in tutte le nuove limitazioni un’occasione per reinventarci e sperimentare. È così, in fin dei conti, che è nato il nuovo spettacolo “NOTE A MARGINE”, che vede sul palco solamente un sestetto e due voci narranti.

Parallelamente, continuiamo a lavorare su vari progetti per l’organico sinfonico (da oltre sessanta elementi), nella speranza che al più presto si torni a fare musica tutti insieme.

  • Quanto spazio c’è per una formazione giovane in un mondo in cui affermarsi è sempre più difficile?

Dipende dall’accezione che si vuole dare alla parola “spazio”.

Se si intende lo spazio nella realtà culturale italiana, non è un segreto né una novità che sia difficile fare dell’arte il proprio lavoro stabile. Ci sono territori più fortunati (o meglio amministrati) di altri, ma le difficoltà sono sempre molte, in particolar modo quando si tratta di reperire i budget o, nel nostro caso, anche solo delle sedi per le prove. Di questi tempi, infatti, direi che anche lo “spazio fisico” è addirittura diminuito, se si pensa che ora si devono limitare il numero di musicisti sul palco e il numero di spettatori in sala per poter rispettare le distanze necessarie per arginare i contagi da Covid-19, cosa che a sua volta aggrava i problemi sopra citati.

Non volendo nascondersi dietro a questi ostacoli, tuttavia, ritengo che chi ha delle buone idee, le capacità di svilupparle e la grinta per non farsi abbattere troverà sempre uno spazio e dei sostenitori, anche in Italia.

In particolare, se vogliamo considerare lo “spazio creativo”, di certo non siamo un gruppo che si pone dei limiti. Anzi, credo che potenzialmente tutti si possano ricavare il proprio spazio artistico. E una volta creato, se lo si vuole rendere anche un lavoro professionale, sta in chi lo gestisce capire come comunicarlo al proprio pubblico e renderlo fruibile.

La fantasia (di cui noi giovani non manchiamo) è la physis alla base di ogni scoperta e innovazione, supportata dalla tecnica. Sono convinta che tutti gli sforzi messi in campo prima o poi daranno i propri frutti. È proprio il mio compagno di avventure Simone Tonin che recentemente mi ha ricordato queste parole di Robert Schumann, grande autore romantico che peraltro eseguiremo durante “NOTE A MARGINE”: “L’arte non è fatta per ottenere ricchezze. Cerca solo di essere sempre il più grande artista; tutto il resto ti giungerà da solo”.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Prima della pandemia avevamo in campo diversi progetti e spettacoli a cui ora stiamo dando una differente collocazione temporale.

Più in generale, vogliamo ancora crescere artisticamente, sotto tutti i punti di vista: sperimentare nuove tecniche di arrangiamento, aumentare l’interazione con il pubblico durante i nostri spettacoli, trovare sempre nuovi e coinvolgenti modi per comunicare con la nostra community online.

Stiamo anche lavorando a una “Gaga Symphony Academy”: ci piacerebbe insegnare attraverso la nostra visione della musica d’insieme e fare didattica non soltanto sulla musica classica, ma anche sul pop, sempre nello stile Gaga Symphony!

Alessandro Cammarano

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