Milano: successo alla Scala per La traviata diretta da Chung

Torna Traviata alla Scala, titolo verdiano inflazionatissimo ma che non cessa mai di aprire infiniti e inaspettati spiragli interpretativi.

Il valore aggiunto di questa ripresa non è certo l’elegante e ben nota regia di Liliana Cavani, bensì la direzione del maestro coreano Myung-Whun Chung. Dell’ormai storica produzione scaligera – definita dai più “tradizionale” –  è indiscutibile un grande pregio: funziona sempre. A differenza di alcune memorabili regie, prima fra tutte la leggendaria Bohème firmata da Franco Zeffirelli cucita su misura su un preciso cast e ancor più sulle tinte della bacchetta di Herbert von Karajan, la Traviata che la Cavani presentò nel 1991 al pubblico milanese lascia molto spazio alla musica e agli interpreti, complici le magnifiche scene di Dante Ferretti, i sontuosi costumi di Gabriella Pescucci e le luci di Marco Filibeck.

Ma concentriamoci sull’aspetto musicale. Il maestro Chung, che accompagna sempre con estrema intelligenza il canto mantenendo ottimi equilibri fra buca e palcoscenico, ha idee ben precise: i suoi raffinati fraseggi alternano momenti di tensione viscerale ad attimi di lirici abbandoni. Interessante la precisa volontà di dar rilievo all’asciutta orchestrazione verdiana, curando l’alternarsi dei passi dei fiati con gli archi, nonché dedicando particolare attenzione agli interventi dei timpani.

Le lentezze che talvolta potevano apparire eccessive, erano sempre giustificate e sostenute da una tesa cantabilità drammatica. Tanti i sospirati pianissimi, improvvisi e inaspettati come i tormenti che affollano l’animo di Violetta.

Concertazione non certo prevedibile e semplice da seguire, soprattutto per il soprano lettone Marina Rebeka al suo debutto scaligero nel personaggio. La Rebeka, dotata di voce corposa soprattutto nella zona acuta, affronta il ruolo in modo non del tutto convincente. Non è certo il mi bemolle inspiegabilmente mancato alla fine del primo atto a mettere in discussione la sua interpretazione, bensì una certa discontinuità nel condurre l’intera recita, anche nei momenti in cui avrebbe potuto sfogare maggiormente il suo temperamento.

Vocalmente in stato di grazia il tenore Francesco Meli ha regalato una magistrale interpretazione. Particolarmente attento alla scrittura verdiana, ha saputo conferire al personaggio di Alfredo quella giusta inflessione lirica fatta anche di pianissimi e mezze voci che non hanno condizionato i momenti di maggior impeto.

Leo Nucci, non più nel fiore del suo splendore vocale, al suo apparire in scena definisce immediatamente il personaggio di Giorgio Germont, affrontando la parte col suo inconfondibile accento e scenica scienza.

Ottima Chiara Isotton nelle vesti di Flora Bervoix così come Costantino Finucci nei panni del barone Douphol. Corretto il Marchese d’Obigny di Antonio Di Matteo.

A completare il cast il pregevole Gastone del giovane Riccardo Della Sciucca, la premurosa Annina di Caterina Piva, il dottor Grenvil di Alessandro Spina, il Giuseppe di Sergei Ababkin e il domestico di Jorge Martiniz.

Il coro, diretto da Bruno Casoni, straordinario come sempre.

A impreziosire il secondo quadro dell’atto secondo il solista per le danze Mick Zeni e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Frédéric Olivieri.

Il pubblico che gremiva la sala del Piermarini ha decretato il successo per tutto il cast con generose e meritatissime ovazioni per il maestro Myung-Whun Chung.

Gian Francesco Amoroso
(11 gennaio 2019)

La locandina

Direttore Myung-Whun Chung
Regia Liliana Cavani
Scene Dante Ferretti
Costumi Gabriella Pescucci
Coreografia Micha Van Hoecke
Luci Marco Filibeck
Violetta Marina Rebeka
Flora Chiara Isotton
Annina Caterina Piva
Alfredo Germont Francesco Meli
Giorgio Germont Leo Nucci
Gastone Riccardo Della Sciucca
Barone Douphol Costantino Finucci
Marchese d’Obigny Antonio Di Matteo
Dr. Grenvil Alessandro Spina
Giuseppe Sergei Ababkin
Domestico di Flora / Commissionario Jorge Martiniz
Solista per le danze del II Atto Mick Zeni
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Maestro del Coro Bruno Casoni

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