Erika Grimaldi: nuovi personaggi nel rispetto della voce

Il soprano astigiano Erika Grimaldi debutterà il prossimo 17 nel personaggio di Leonora di Vargas nella Forza del destino a giugno a Bologna, dove è stata anche Maddalena di Coigny nello Chénier. L’abbiamo raggiunta per farle qualche domanda.

  • Come si costruisce la voce?

La voce è uno strumento così particolare e delicato. È l’unico strumento che non possiamo vedere con gli occhi durante la sua “costruzione” perché il cantante, a dispetto degli strumentisti, studia sullo strumento dall’interno. Ecco perché va trattato con i “guanti”. Personalmente ho costruito la mia voce, affidandomi all’orecchio esperto della mia insegnante e insieme abbiamo svolto un lavoro tecnico certosino, aggiungendo di volta in volta un piccolo pezzo al puzzle più lungo e complesso che si possa costruire.

  • È importante trovare dei buoni maestri?

È molto importante! Noi cantanti abbiamo bisogno di un costante punto di riferimento di cui fidarci ciecamente, un orecchio esterno che ci consiglia al meglio per mantenere in salute la nostra voce e guidarci sulle migliori scelte artistiche per il nostro strumento. Ho avuto la fortuna di incontrare la mia maestra all’inizio dei miei studi e ancora oggi mi perfeziono con lei. Conosce ormai ogni dettaglio della mia voce e affrontiamo sempre insieme ogni aspetto vocale applicato ai vari ruoli che devo affrontare.

  • In base a quali criteri fa le sue scelte di repertorio?

Negli anni il mio repertorio si è ampliato. La mia voce col tempo è cambiata e maturata e questo mi ha permesso di affrontare nuovi ruoli molto impegnativi che tanto desideravo cantare. La cosa più importante per me è affrontare nuovi ruoli sempre nel rispetto della mia voce e del percorso fatto fino ad ora. Proprio per questo cerco di valutate sempre tra le varie alternative quella che più risulta adatta alla mia vocalità del momento e non viceversa, cantando sempre con la “mia voce”, senza stravolgerla per adeguarla all’esigenze del personaggio o della tradizione.

  • Come sarà la sua Leonora a Bologna?

Non abbiamo ancora iniziato le prove, dunque ancora non conosco la chiave di lettura che il regista vuole dare a questo ruolo. Quello che posso dire per ora è che è un personaggio contrastato dai più svariati sentimenti: amore, odio e vendetta del fratello. Il tema che sento predominante in Leonora è la solitudine. È una donna che per una coincidenza di eventi sfortunati si trova a vivere isolata e urla a sé stessa e al mondo la sua sofferenza, senza però riuscire a sottrarsi al suo scritto destino. Leonora, pur continuando ad inseguire Alvaro con il corpo e con la mente, ne perderà sempre e inesorabilmente le tracce, sottostando a quello che per lei è stato deciso dal destino.

È più “facile” cantare in Italia o all’estero? 

Diciamo che più o meno è la stessa cosa. Quello che cambia è l’organizzazione delle stagioni con più largo anticipo all’estero, perciò in Italia è più difficile pianificare previamente i propri impegni. Anzi talvolta si è costretti a rifiutare perché la richiesta arriva all’ultimo momento e magari si è già impegnati in altre produzioni fuori.

In quanto a piacevolezza nell’esibirsi nulla cambia: amo cantare nella mia bella Italia tanto quanto all’estero.

Se non avesse cantato cosa avrebbe fatto? 

Forse avrei fatto il medico. Ne ho due in famiglia e mi ha sempre appassionato molto questa professione. Tuttora mi piace informarmi sulle nuove ricerche nel campo e sui risultati ottenuti.

Alessandro Cammarano

0 0 voti
Vota l'articolo
Iscriviti
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti