Firenze: Filidei e la fascinazione del passato per sognare il futuro

In una intervista di qualche tempo fa Francesco Filidei dichiarava…la solitudine in cui vive il compositore è forse l’aspetto più faticoso del mestiere…Riflessione che fotografa bene, depurata da personalismi e tentazioni neo-romantiche, le difficoltà nelle quali si dibatte la diffusione della musica contemporanea. Il compositore pisano, che vive a Parigi, sottolinea il carattere tutto italiano di questa problematica culturale al Teatro della Pergola di Firenze in chiusura della serata a lui dedicata dagli Amici della Musica nel nuovo format “Ritratti” ideato da Andrea Lucchesini proprio per avvicinare il pubblico della classica ai repertori contemporanei. Uno spazio libero che la storica istituzione musicale offre ai compositori di oggi dove non solo gli stessi propongano loro opere cameristiche ma anche i legami con la musica del passato.

Filidei affida alle sopraffine corde del Quartetto Prometeo l’andamento della serata, che si apre con il suo Notturno sulle corde vuote, un lavoro del 2015. Progetto sperimentale nato all’Ircam di Parigi, strettamente connesso all’uso di sofisticate tecnologie per la trasformazione e diffusione del suono. Tecnologie che a Firenze non ci sono e quindi il quartetto, senza il contributo dell’elettronica, modificherà direttamente sugli strumenti il suono. Il risultato è sorprendente. Su tutti i fronti, compositivo, esecutivo, timbrico e gestuale. Da un quasi silenzio crescono suoni inquieti, flebili, strusciati, che accumulano sempre maggiore energia, tensioni e corposità per poi arrivare alla forza dirompente dell’intero collettivo. Un percorso pulsante che vede fantasmi vagare, memorie romantiche, richiami espliciti a materiali che verranno dopo (Puccini e Šostakovic), anche colori urbani, volumi sporchi e trasversali tanto che ad un certo punto le corde del violoncello paiono esplodere. Nel finale si torna al silenzio attraverso nebbie vaghe, meno inquietanti dell’incipit forse perché siamo più attrezzati. Notevoli i meriti dell’ensemble nel gestire la complessità, gli equilibri dell’andamento compositivo come per una lettura spregiudicata e coerente dell’opera.

Filidei sceglie i quartetti di Giacomo Puccini e Dmitrij Šostakovich come suo sguardo indietro. Riavvicinarsi a Crisantemi. Elegia per quartetto d’archi, scritta nel 1890, la più nota delle poche composizioni cameristiche pucciniane è sempre un’emozione. L’eleganza fatta forma, melodia mai stucchevole intrisa di quel lirismo espressivo, emozionale, tipico del compositore lucchese. Una vena di tristezza diffusa, leggera come una piuma, spalmata su due temi speculari contraddistinti da diversi parametri ritmici e struggenti colorature armoniche. Il Quartetto n.7 in fa diesis minore op.108 di Dmitrij Šostakovic del1960, evidenzia più spigoli. Nei suoi tre movimenti, nel fantasmagorico dialogo interno alle corde, dove i pizzicati disegnano un vitale substrato ritmico, si sviluppa un profondo scavare di forme che trovano nel lento il loro momento più alto. L’allegro è un tripudio di schegge sonore, strutture fugate, volumi avvolgenti. Ci accompagna verso una chiusura riflessiva, sospesa, introspettiva.

Ma Filidei allunga il proprio sguardo ancora più indietro con le sue trascrizioni da Giovanni Maria Trabaci (Consonanze stravaganti del 1603) e da Tarquinio Merula (Ciaccona – 1624?). Una fascinazione verso la musica antica non solo come bagaglio culturale che ti porti dietro ma come laboratorio di ricerca.  Due brevi pietre preziose, tra contrappunto e arie danzanti popolari, che il compositore toscano con rispetto e ammirazione sfiora, non tanto per trasportarle meccanicamente e rischiosamente nella contemporaneità, quanto per dirci come la storia della musica sia un unicum straordinario e irripetibile.

Paolo Carradori
(5 febbraio 2023)

La locandina

Ritratti / Francesco Filidei
Quartetto Prometeo
Violino Giulio Rovighi
Violino Aldo Campagnari
Viola Danusha Waskiewicz
Violoncello Francesco Dillon
Programma:
Francesco Filidei
Notturno sulle corde vuote
Giacomo Puccini
Crisantemi. Elegia per quartetto d’archi
Dmitrij Šostakovic  
Quartetto n. 7 in fa diesis minore, op.108
Francesco Filidei  
Due trascrizioni da Merula e Trabaci
                Consonanze stravaganti (G.M. Trabaci)
                 Ciaccona (T. Merula)

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