Il Rigoletto dei veterani

Il Carlo Felice è semi-pieno, le aspettative sono tante e concentrate sull’interprete più atteso, Carlos Alvarez nel rôle-titre verdiano. Peccato che un’improvvisa indisposizione abbia costretto il grande baritono a rinunciare, con profonda delusione di chi attendeva di vederlo e sentirlo cantare. Ma niente paura, l’inossidabile Leo Nucci è pronto a cantare ancora una volta (sarà la millesima?) il suo ruolo più celebre.

Con il tema introdotto dalla prima tromba si innesta il motivo della “maledizione”, che ritornerà per tutta l’opera e si è subito immersi nella lunare atmosfera voluta dal bussetano.  Il direttore Dorian Wilson è incisivo nella varietà dei colori orchestrali, nella giocosità delle melodie delle danze, nella precisione degli attacchi.  La nota “economia orchestrale” di Rigoletto, intesa come ricerca dell’essenza del suono, viene ben espressa da Wilson. Particolare attenzione alle esigenze dei cantanti, con dilatazioni e contrazioni metronomiche sempre attente alla struttura orchestrale verdiana.

Il nuovo allestimento curato dal grande Rolando Panerai è rispettoso del dettato musicale e privo di inutili orpelli post-rinascimentali. Nel Preludio si punta l’occhio di bue su Rigoletto, posto centro della scena, come del resto Verdi fa per tutta l’opera, amplificandone la deformità e restituendocelo con tutta la sua disperazione di padre tradito e uomo deluso. L’abitazione di Gilda ricorda quella di Giselle, ruota e diventa la locanda di Sparafucile.  L’elemento più felice della scena è il fondale lunare con nubi dai bellissimi colori che portano a sintesi romanticismo, terrore e natura. Il cambio scena a vista provoca un drastico calo drammaturgico che non aiuta a immergersi nella storia della maledizione, ma viene comunque apprezzato dal pubblico.

La palma della serata è contesa tra Leo Nucci e Celso Albelo.  Il tenore spagnolo è a suo agio nei panni del Duca di Mantova e ben esprime la psicologia anfibia di questo personaggio: un despota arrogante, ma anche un uomo appassionato. Senza dubbio una figura negativa, ma, al contempo, simpatica, soprattutto a Verdi, che gli dedica motivi tutt’altro che sinistri. Quello di Celso Albelo è un Duca che brilla, sia vocalmente sia scenicamente. Acuti squillanti, centri corposi e uno spessore drammaturgico da grande interprete.

Di Leo Nucci sorprende la capacità, immutata, di dare vita a un personaggio completo e penetrante, con i patemi e sofferenze emblematici della vita stessa dell’uomo. Il suo essere difforme, impedisce a Rigoletto di vivere la vita di un individuo comune e la sua spoglia umanità fa da contrappeso all’egocentrismo del Duca di Mantova e al cinismo di Sparafucile. Vocalmente, l’attenzione alla parola scenica e la corposità del registro acuto ancora incantano il pubblico. La celebre stretta della Vendetta fa esplodere la platea in uno scrociare di applausi. “Bis! Bis!” si urla in sala e, dopo un confronto con direttore e pubblico, Nucci concede il bis.

Sophie Gordeladze è dotata di una vocalità di bel colore. Gualtier Maldè è eseguita con un buon controllo dello strumento. Lo Sparafucile di Mihailo Šljivić si caratterizza per una voce morbida, profonda e sonora. La dizione buona e l’imponente presenza scenica hanno messo in rilievo le caratteristiche del personaggio.

Completano il cast la Maddalena di Kamelia Kader, la Giovanna di Anna Venturi, il Monterone di Stefano Rinaldi Milani. Con loro Claudio Ottino (Marullo), Aldo Orsolini (Borsa), Giuseppe De Luca (Conte di Ceprano), Alla Gorobchenko (Contessa di Ceprano), Loris Purpura (Usciere) e Annarita Cecchini (Paggio).

Calorosi riscontri di pubblico in questa antivigilia natalizia genovese.

Pietro Gandetto

(Genova, 23 dicembre 2017)

La locandina

Regia Rolando Panerai
Regista assistente Vivien Hewitt
Costumi Regina Schrecker
Luci Luciano Novelli
Coreografie Giovanni Di Cicco
Nuovo allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice
Personaggi e interpreti:
Duca di Mantova Celso Albelo
Rigoletto Leo Nucci
Gilda Sophie Gordeladze
Sparafucile Mihailo Šljivić
Maddalena Kamelia Kader
Giovanna Anna Venturi
Il Conte di Monterone Stefano Rinaldi Milani
Marullo Claudio Ottino
Borsa Aldo Orsolini
Il Conte di Ceprano Giuseppe De Luca
La Contessa di Ceprano Alla Gorobchenko
Usciere di Corte Loris Purpura
Paggio della Duchessa Annarita Cecchini
Direttore Dorian Wilson
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Franco Sebastiani

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