La festa della musica dell‘ORT nel Solstizio d’Estate

Il 21 giugno, solstizio d’estate, è anche festa della musica in centinaia di Peasi del mondo a partire dal 1982. L’anno successivo all’istituzione di questa importante giornata, una compagine orchestrale toscana, fondata nel 1980, ebbe il riconoscimento ufficiale ministeriale di Istituzione Concertistica Orchestrale con il nome di Orchestra Regionale Toscana.

Il direttore artistico di allora era Luciano Berio, che ha contribuito da subito alla crescita di quei fantastici musicisti e a fare dell’orchestra  una realtà d’eccellenza. Negli anni si sono avvicendati altri direttori artistici, tutti validissimi e che ne hanno mantenuta alta la qualità: ultimo nominato, da quella che ora si chiama Orchestra della Toscana, dal febbraio 2023, è Daniele Spini, fiorentino ma noto in tutta Italia come giornalista, musicolog e direttore artistico.

In occasione della festa della Musica Spini – insieme al presidente dell’ORT Maurizio Frittelli, alle istituzioni e al nuovo direttore principale Diego Ceretta – ha presentato il cartellone della prossima Stagione Concertistica. Data la natura “regionale” dell’orchestra, i 53 concerti si terranno in parte a Firenze, ma anche in tutti i capoluoghi della Toscana (eccetto Prato) e anche in qualche Comune non capoluogo, per “sconfinare” per ben due volte a Milano. Ma non solo. Dopo un primo contatto dall’esito soddisfacente nella Stagione scorsa con CESVOT, che ha permesso di portare la musica nelle Caritas, il Presidente Frittelli ha annunciato che questa esperienza si farà di nuovo: portare la musica nei luoghi di disagio vuol dire permettere a fasce sempre più ampie di pubblico di goderne e quindi un plauso in più all’ORT per questa ottima iniziativa.

E, ovviamente, un pensiero è dedicato anche alla fascia di pubblico del futuro, i giovani che hanno sollecitato la nascita di un’ altra novità: gli studenti di ogni ordine e grado di scuola, fino ai 25 anni, potranno accedere ai concerti con un biglietto a soli 5 euro.

La parola giovani è certamente una delle parole chiave che contraddistinguono le scelte dell’ORT. Prima di tutto va tenuto in considerazione il fatto che questa compagine è nata 40 anni fa con musicisti che allora erano giovani pure loro, e che ora stanno via via raggiungendo l’età della pensione. Questo, dunque, ha dato il via a un processo di rinnovamento anagrafico di molti dei suoi componenti: il Professor Spini ha parlato di un 25 per cento di nuovi musicisti, ma a noi, che conosciamo l’ORT dalle origini, pare che la percentuale sia anche maggiore…Bello questo momento di cambio di pelle, in cui si vedono le “vecchie” glorie sedere al leggio a fianco di “nuove leve”…panta rei. Ecco allora motivata la scelta di Daniele Spini di un programma di “consolidamento”, altra parola chiave per descrivere questo cartellone, perché con tutti questi nuovi giovani è giusto che il repertorio sia ben assimilato anche da loro. E così si sentiranno pietre miliari della musica come Mozart, Beethoven, Mendelssohn, Dvorák, Čaikovskij  e Mahler.

Rimanendo sulla parola chiave giovani vogliamo ricordare che l’ORT da anni sta puntando su questa fascia di età anche per i direttori d’orchestra e i solisti. Non a caso (“ma forse il caso non esiste” per citare il Professor Spini, che lo ha ricordato più di una volta nel presentare la Stagione),  al posto di Daniele Rustioni – oggi giovane, ma quando debuttò all’ORT e ne fu praticamente adottato, era giovanissimo – è stato scelto Diego Ceretta, milanese,  classe 1996, come direttore principale. A lui saranno affidati tre concerti, due a dicembre e uno a marzo, quest’ultimo che vedrà l’ORT sconfinare dalla Toscana il 6 marzo, per esibirsi a Milano nella Sala  Verdi del Conservatorio. Ma anche altre bacchette presenti in Stagione sono più o meno coetanei di Ceretta: Andrea Battistoni (che recentemente ha dato prova di una maturità e bravura eccellenti nel concerto di chiusura della scorsa Stagione, dedicato a Luciano Berio) e Erina Yashima. Battistoni dirigerà il programma dedicato ad autori russi il 29 febbraio che include il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Čaikovskij con solista Dmitry Masleev, vincitore del Premio “Čaikovskij” del 2015. La Yashima, invece, chiuderà la Stagione, il 16 maggio 2024 con un solista giovanissimo nel Concerto n. 2 per violoncello e orchestra op. 104 di Dvorák: il ventenne Ettore Pagano. E ancora la violoncellista Erica Piccotti, ventiquattrenne, diretta da Ceretta nel concerto di Natale il 24 dicembre (impegnata nelle Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op.33 di Čaikovskij). Quasi trentenne il direttore del concerto del 25 gennaio, Emmanuel Tjeknavorian e poco più grande di lui il violinista belga Marc Bouchov – di origini russo-ucraine – solista nel concerto del 10 aprile sotto la guida di Umberto Clerici. E che dire del concerto di inaugurazione? L’ORT si unirà a un’altra eccellenza locale, l’Orchestra Giovanile Italiana, geniale idea di Piero Farulli per avviare i giovani (appunto, anche Farulli li aveva nel cuore) alla carriera orchestrale, idea  che in tanti hanno poi copiato. Con Markus Stenz sul podio e il mezzosoprano Sophie Harmsen come solista, verrà eseguito un programma interamente dedicato a Mahler, che vedrà la prima a Milano, all’Auditorium della Fondazione Cariplo. Non mancheranno, certo, nomi più maturi del panorama musicale, come Kolja Blacher, Francesca Dego, Mario Brunello; ci sarà il fantastico duo Igudesman and Joo (per il concerto di Carnevale): quindi un “rinnovamento nel consolidamento” a tutto tondo. Quello che corre l’obbligo di rilevare è che in un momento storico come questo, specialmente a Firenze,  la scelta dell’ORT è una economia virtuosa del bene musicale, che dimostra come si possa proporre qualità anche senza attingere solo allo star system e ai conseguenti cachets esosi.

E, per rimanere in ambito giovanile, anche per il riuscitissimo ciclo estivo di concerti “Ville e Giardini Incantati”, che porta la musica dell’ORT nelle Ville Medicee Toscane, la sera del 21 la Festa della Musica è stata celebrata con un programma affidato a due di loro: Nicolò Jacopo Suppa sul podio e Francesco Papa violino solista. Papa ha solo 17 anni, ma ha una tecnica impressionante, sebbene il volume sonoro del suo violino non le renda giustizia (ma quando i violinisti bravi come lui entrano in carriera viene presto loro affidato un gioiello di liuteria che, siamo certi, farà la differenza). Un talento che si è rivelato non solo nel Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn-Bartholdy, ma anche nei due bis: la Sarabanda  e poi la Giga dalla Partita n. 2  di J.S. Bach, che hanno dato conferma al pubblico che, nonostante sia praticamente un adolescente, Papa ha già una notevole maturità interpretativa oltre a una tecnica eccellente.

Donatella Righini
15 giugno 2023

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