La Scala inaugura con Boris Godunov

La Stagione d’Opera 2022/2023 del Teatro alla Scala si inaugura il 7 dicembre 2022 alle ore 18 con Boris Godunov di Modest Musorgskij, diretto dal Maestro Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten. Le scenografie sono state disegnate da Es Devlin, Ida Marie Ellekilde firma i costumi e Luke Halls i video, mentre le luci sono di Jonas Bøgh.

Interpreti delle parti principali sono Ildar Abdrazakov nelle vesti del protagonista, Ain Anger come Pimen, Stanislav Trofimov come Varlaam, Dmitry Golovnin come Grigorij e Rorbert Ernst come Šujskij, mentre Lilly Jørstad è Fëdor. Il Coro del Teatro alla Scala è diretto dal Maestro Alberto Malazzi.

La Prima, come ogni anno anticipata dall’Anteprima Under30 il 4 dicembre, è trasmessa in diretta in esclusiva da Rai Cultura su Rai1. È possibile seguire la serata anche su Radio3 e Raiplay; sono numerosi gli accordi con le televisioni internazionali, cui si aggiungono oltre 60 cinema in tre continenti.

La settimana dall’1 al 7 dicembre è animata dalle iniziative e dalle oltre 40 proiezioni di Prima Difusa, cui si aggiungono i tradizionali appuntamenti di preparazione in Teatro.

Titolo ricorrente delle stagioni scaligere fin dalla prima italiana del 1909 voluta da Toscanini (ma diretta da Edoardo Vitale), diretto tra gli altri dallo stesso Toscanini ma anche da Guarnieri, Votto, Gavazzeni e Gergiev,

Boris Godunov apre la Stagione scaligera per la seconda volta dopo la memorabile edizione diretta da Claudio Abbado nel 1979 con la regia di Jurij Ljubimov. La versione scelta è quella primigenia del 1869, che sgomentò i contemporanei per i tratti innovativi e realistici tanto dal punto di vista drammaturgico quanto da quello musicale, e si concentra sul tema della colpa individuale e sulle sue inevitabili conseguenze. Una vicenda cupa e attuale che riecheggia l’argomento del Macbeth verdiano con cui il Teatro alla Scala ha inaugurato la Stagione 2021/2022. Siamo nel 1598: morto lo zar Fëdor, guardie e sacerdoti esortano il popolo a pregare perché il boiaro Boris Godunov accetti di ascendere al trono. Infine l’incoronazione ha luogo nella piazza delle cattedrali del Cremlino con un’imponente cerimonia turbata però da alcuni disordini. In una cella del monastero di Cudov l’anziano monaco Pimen sta per terminare la sua cronaca delle vicende della Russia. La cronaca riporterà la verità sull’assassinio dello zarevic Dimitri, legittimo erede al trono, perpetrato su ordine di Boris. Pimen narra il delitto al novizio Grigorij, che avendo la stessa età dello zarevic risolve di farsi passare per lui e guidare una rivolta contro Boris per impossessarsi del trono. Grigorij ripara in Polonia evitando l’arresto attraversando la frontiera con la Lituania.

Le ultime scene narrano fatti accaduti nel 1604: i figli di Boris, Xenia e Fëdor sono cresciuti; lo zar governa un paese ormai stremato dalla carestia in cui il malcontento serpeggia tra il popolo e si moltiplicano le voci sul regicidio commesso, mentre alle frontiere premono le forze ribelli guidate da Grigorij. Perseguitato dal fantasma dello zarevic, Boris Godunov perde il senno e muore dopo un’ultima esortazione al figlio Fëdor.

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