Macerata: Largo al F*cktotum

Il destino compie percorsi tortuosi, alla fine dei quali talvolta tutto sembra ritrovare un senso tanto inaspettato quanto intrigante.

Il Barbiere di Siviglia – vincitore del bando 2020 per regia, scene e costumi rivolto ad artisti under35, in collaborazione col Rossini Opera Festival e Opera Europa – sarebbe dovuto andare in scena due anni or sono ma il Covid ha stravolto malignamente i programmi, portandosi via anche Graham Vick, presidente della giuria che a questa produzione aveva assegnato la vittoria.

Il capolavoro di Rossini giunge allo Sferisterio con due anni di ritardo, ma trova perfetta collocazione in un festival – primo della direzione artistica di Paolo Pinamonti – il cui filo conduttore è il Cinema nelle sue molteplici declinazioni.

L’allestimento pensato da Daniele Menghini colloca l’azione in un centro di produzione televisiva dove sotto l’occhio vigile di Bartolo-megadirettore si realizzano tre format nazional-popolari assai simili a quelli che imperversano sulle varie reti tv.

Figaro è il mattatore di “F*cktotum”, in cui il barbiere-faccendiere unisce coppie sullo sfondo di un negozio di parrucchiere; a Don Basilio è invece affidato “Calunnia”, dove invece ci si dedica a mettere in crisi unioni e matrimoni. Rosina, infine, è la stellina de “L’inutil precauzione” – soap-opera di ambientazione settecentesca ambientata tra divani rosa e atmosfere che rimandano a “Sensualità a corte2 – e oggetto del deiderio Almaviva qui in veste di politico potente circondato da portaborse e assistenti varie.

Ci si diverte parecchio: la macchina teatrale di Menghini, grazie anche a settimane di prove, gira perfettamente ­– sempre in sintonia con la musica – in un turbine ben amplificato dal complesso e funzionalissimo impianto scenico fatto di schermi e strutture agili ideato da Davide Signorini, illuminato dalle luci sapienti di Simone De Angelis, e dai costumi rutilanti e volutamente trash realizzati da Nika Campisi.

Geniale l’idea di introdurre uno Zanni a fare da Leitmotiv alla narrazione richiamando echi della Commedia dell’Arte della quale il Barbiere è epigono: alla fine sarà proprio l’archetipo di tutti gli Arlecchini a venire ad avere la meglio, fuggendo in auto con Rosina con buona pace degli altri pretendenti.

Alessandro Bonato – che accetta la sfida di esordire in uno spazio all’aperto e con un titolo tanto “popolare” quanto impervio – si dimostra ancora una volta come uno dei più talentuosi tra i direttori under-30 rendendosi protagonista, insieme alla sua FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana in bello spolvero, di una prova maiuscola.

Bonato analizza la partitura fino a farla sua, rendendola poi vivida in una lettura capace di esaltare il minimo particolare, lavorando di cesello sulle agogiche, riflettendo su ogni spunto dinamico e su ciascun elemento melodico. Oltre a questo un lavoro meticoloso sui recitativi nei quali inserisce elementi “contemporanei” – il Nokia-tune è deliziosamente in tema – che risultano perfettamente in linea con l’idea dello spettacolo senza risultare “dissacranti”.

Alessandro Luongo è Figaro dall’appeal irresistibile, forte di una vocalità generosa, padrone di un gesto scenico sempre ben calibrato, così come Roberto De Candia dà vita ad un Bartolo dalla travolgente vis comica che tuttavia non cede mai alla tentazione di facili macchiettismi, il tutto con un fraseggio impeccabile.

Don Basilio si avvantaggia di tutta la classe che Andrea Concetti pone al servizio della caratterizzazione del personaggio, poggiando ogni cosa su una linea di canto di inappuntabile nitore.

Brava Serena Malfi, Rosina dalla vocalità sicura, rotonda nelle note centrali, svettante in acuto e sempre convincente nelle agilità oltre che attrice sempre partecipe.

Ruzil Gatin disegna un Almaviva divertente come pochissimi altri: il Don Alonso “in corsivœ” è un piccolo capolavoro.

Bene la Berta di Rosanna Lo Greco, giunta a sostiture all’ultimo minuto l’indisposta Fiammetta Tofoni, che canta la sua aria in forma di concerto e benissimo William Corrò come Fiorello.

Il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” diretto da Martino Faggiani dà ottima prova di sé.

Applausi meritatissimi per tutti al termine di una recita da tutto esaurito, come del resto le tre precedenti.

Alessandro Cammarano
(21 agosto 2022)

La locandina

Direttore Alessandro Bonato
Regia Daniele Menghini
Scene Davide Signorini
Costumi Nika Campisi
Luci Simone De Angelis
Personaggi e interpreti:
Il Conte d’Almaviva Ruzil Gatin
Bartolo Roberto De Candia
Rosina Serena Malfi
Figaro Alessandro Luongo
Basilio Andrea Concetti
Berta Rosanna Lo Greco
Fiorello William Corrò
FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del coro Martino Faggiani

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