Marradi: Riccardo Muti inaugura il Teatro degli Animosi dopo i restauri

Marradi è un borgo di tremila abitanti in provincia di Firenze, sito però sul versante romagnolo dell’Appennino, tra le montagne e le colline del Mugello, in un paesaggio di seducente bellezza. Famoso per aver dato i natali al poeta Dino Campana e anche per il Marron Buono, prelibato frutto dei castagneti del circondario, ha colpito durante un breve viaggio Riccardo Muti, che ha dichiarato di essersene innamorato e si è reso disponibile per l’inaugurazione, successiva alla recente ristrutturazione, del Teatro locale.

Così, domenica 6 giugno Muti è stato accolto dal sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, e ha tagliato il nastro del Teatro degli Animosi. Rivolgendosi alla popolazione che si accalcava nei dintorni, e che in parte avrebbe potuto poi seguire il concerto su maxischermo in una piazza, ha detto tra l’altro: «Ho sempre sostenuto la necessità che le centinaia di teatri che i nostri antenati ci hanno lasciato nel Seicento, nel Settecento, nell’Ottocento, siano attivi. Molti invece sono chiusi, e questa mancanza di attenzione alla cultura è un segnale di inciviltà. Questo antico teatro deve essere inteso come il centro, il cuore della città e mi raccomando che sia un centro di cultura, che non ci passino cose fatue».

Riccardo Muti ha poi tenuto un concerto, organizzato in collaborazione con il Ravenna Festival, per un centinaio di spettatori tra i quali sedevano il ministro Dario Franceschini, i sindaci di Firenze e di Ravenna, Dario Nardella e Michele de Pascale, e altre autorità civili e militari. In un palco c’era anche Miuccia Prada, ed è fresca la notizia che nel prossimo mese di dicembre l’Italian Opera Academy di Muti sarà organizzata a Milano proprio con la Fondazione Prada, invece che a Ravenna.

Un pubblico scelto, al quale il direttore d’orchestra si è rivolto con un risoluto appello: «È necessario che diamo meno importanza agli eventi che attirano tanto certi media. Siamo arrivati a un bivio e dobbiamo ritornare a un punto superato anni fa, quando è iniziata la rincorsa al grande cantante e alla grande stagione. Dobbiamo dare invece la maggiore importanza a una cultura e un modo di intendere la società che facciano il bene delle nostre prossime generazioni: così si potrà risalire la china. Dopo tutte le disgrazie che abbiamo avuto, quasi due anni di questa epidemia, è arrivato il momento di pensare che la cultura è cibo spirituale per l’Italia».

All’inizio della cerimonia, all’aperto, L’Inno d’Italia era stato eseguito dalla banda di Popolano, un comune del circondario, con la quale Muti si è molto congratulato ricordando di essersi sempre battuto perché le bande, rappresentanti della cultura musicale, siano sostenute. Poi le note dell’Inno sono risuonate anche nel teatro bomboniera fondato nel 1792 dalla locale Accademia degli Animosi, seguite da un programma che allineava l’Air dall’Ouverture n. 3 in re maggiore BWV 1068 per orchestra di Johann Sebastian Bach e l’Ave Maria dall’Otello di Verdi, nella quale il soprano Rosa Feola ha dispiegato la sua pregevolissima gamma di doti vocali e interpretative; l’attrice Elena Bucci ha letto un testo che univa in un inedito collage stralci della Divina commedia e di scritti di Dino Campana; per finire con una brillante esecuzione del Divertimento per archi n. 1 in re maggiore K 136 di Wolfgang Amadeus Mozart.

Nell’acustica nitida della sala, si sono potute apprezzare appieno le qualità dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, compagine in periodico rinnovamento ma sempre di alto livello grazie alle cure costanti che in essa Muti profonde. Ringraziandola alla fine del concerto, il direttore ha dichiarato con una nota di denuncia: «Questi ragazzi sono bravissimi, il meglio che i Conservatori italiani hanno prodotto, e sono pronti a dare il risultato dei loro studi e i loro sacrifici per il miglioramento della società, ma sono alla disperata ricerca di un futuro professionale».

Dopo gli applausi, molti ospiti, autorità comprese, sono ripartiti con il mezzo che li aveva portati a Marradi: il Treno di Dante, composto di carrozze d’epoca, che fa servizio regolare tra Firenze e Ravenna collegando le due città che più di ogni altra condividono la memoria e l’eredità del Sommo poeta.

Patrizia Luppi
(6 giugno2021)

La locandina

Direttore Riccardo Muti
Soprano Rosa Feola
Attrice Elena Bucci
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Banda di Popolano
Programma:
Johann Sebastian Bach
Ouverture n. 3 in re maggiore BWV 1068, Air
Giuseppe Verdi
Otello, “Ave Maria”
Wolfgang Amadeus Mozart
Divertimento per archi n. 1 in re maggiore K 136

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