Parma: le amplificazioni beethoveniane della Toscanini

La prima edizione del Festival Toscanini si è conclusa nel segno di Beethoven – facendo tra l’altro registrare un tutto esaurito – sulle note dell’“Inno alla Gioia”, risuonate come un’ulteriore manifestazione del desiderio di ritorno a ciò che possa somigliare il più possibile ad una “normalità” perduta oramai due anni or sono.

La scelta della Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125 “Corale” risulta dunque perfettamente centrata, anche perché ha permesso alla Filarmonica Arturo Toscanini di tornare a suonare ad organico pieno ritrovando la smagliante pienezza di suono che la contraddistingue e che nei concerti “in tempore Covid” non aveva giocoforza trovata piena possibilità di esprimersi, pur mantenendo sempre il suo consueto livello alto.

La facciata romanica del Duomo a fare da sfondo, cui si accompagnava la fuga agile delle colonnine del Battistero, appariva un meraviglioso valore aggiunto ad un programma che era già vincente sulla carta.

Tutte le belle storie hanno, purtroppo, un lato meno felice qui rappresentato da un sistema di amplificazione che, eufemisticamente, si potrebbe definire “troppo presente”.

In realtà la scelta delle due casse sospese ai lati dell’orchestra e un missaggio del suono è apparsa più adatta ad un comizio che non a un concerto sinfonico; a risentirne è stata soprattutto l’omogeneità dell’amalgama orchestrale, il tutto a pregiudicare l’ascolto.

Al netto delle mende tecniche resta comunque l’impressione di non completamente risolto anche sul versante dell’esecuzione:

Fabio Luisi optava per una lettura tetragona della Nona, calandola in un’atmosfera che sembra prescindere da tutti quegli ammiccamenti “popolari” che ne costituiscono uno dei caratteri fondamentali; manca respiro, difetta l’apertura alla melodia sacrificata in questa occasione all’altare di una certa qual algidità dinamica e a scelte agogiche cupe.

Il quartetto dei solisti – il soprano Adriana Gonzalez, il mezzosoprano Marta Pluda, il tenore Julian Hubbard e il basso Eric Greene – è volenteroso e partecipe, ma soccombe all’orchestra iperamplificata.

Buona la prova della Camerata Musicale di Parma ben preparata da Martino Faggiani.

Successo pieno e cordialissimo per tutti.

Alessandro Cammarano
(12 luglio 2022)

La locandina

Direttore Fabio Luisi
Soprano Adriana Gonzalez
Mezzosoprano Marta Pluda
Tenore Julian Hubbard
Basso Eric Greene
Filarmonica Arturo Toscanini
Camerata Musicale di Parma
Maestro del coro Martino Faggiani
Programma:
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125 “Corale” per soli, coro e orchestra

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