Pordenone: la ANPO celebra la montagna

È il più alto monte della Turchia, con i suoi cinquemilacentotrentasette metri sopra il livello del mare il monte Ararat, e si trova nella Turchia orientale sul confine tra la provincia di Ağrı e quella di Iğdır, in un territorio che storicamente ha fatto parte dell’Armenia. Il nome Ararat proviene dalla Bibbia e deriva da Urartu, il nome che gli Assiri davano al popolo armeno. Il nome turco è traducibile invece come “Montagna del dolore”, e non c’è dubbio che la montagna possa essere portatrice di grandi dolori a chi la affronta senza rispettarla.

“Dall’Ararat alle Alpi” è invece il titolo del concerto che il Teatro Verdi di Pordenone ha programmato per celebrare, l’undici novembre, la Giornata Internazionale della montagna. In esclusiva per l’Italia, dunque, il massimo organismo teatrale del Friuli occidentale ha dedicato alla ricorrenza la prima esecuzione a Pordenone della Sinfonia delle Alpi (Eine Alpensinfonie) di Richard Strauss, – opera monumentale e ormai di rara riproposizione – eseguita dalla notevole Armenian National Philharmonic Orchestra sotto la guida del suo direttore principale Eduard Topchjan.

Il programma intendeva creare idealmente un “ponte musicale” tra le Alpi cantate da Richard Strauss e il monte Ararat, simbolo dell’identità culturale armena, e si apriva con due brani legati all’Armenia. Il Concerto per violino di Aram Khatchaturian, cui è intitolata la Sala da Concerto, una delle perle architettoniche di Erevan, capitale dell’Armenia, in cui svolge le sue attività l’ANPO. In quaranta minuti di musica che impegnano allo spasimo una solista, qui la giovane Anush Nikogosyan, energica e duttile a sufficienza per reggere il confronto con un organico orchestrale molto nutrito. Dedicato alla leggenda David Oistrakh che lo tenne a battesimo a Mosca nel 1940, il Concerto per violino e orchestra non è certo pagina maggiore nella produzione del musicista georgiano, che nei tre movimenti, – Allegro con fermezza, Andante sostenuto, Allegro vivace, – sembra voler raccontare l’inebriane vitalità del periodo estivo alternando al virtuosismo che caratterizza gli interventi del solista, momenti di riflessione che rimandano alla musica popolare del suo Paese. In apertura, l’ANPO aveva presentato con valore un’autentica rarità, il brevissimo affresco sinfonico Armenia, ossia i canti armeni tradotti sinfonicamente, composto da Gian Francesco Malipiero, di cui ricorrono i cinquant’anni dalla morte, ad Asolo nel 1917, in omaggio a un amico armeno, e a due anni dal Genocidio Armeno del 1915 in cui la mestizia del compositore per la sorte di quel popolo è cantata dalla voce dell’oboe.

«Se c’è un brano della grande musica sinfonica che più di tutti è riuscito a raccontarci cosa vuol dire vivere in simbiosi con la montagna, o scalare una montagna, questo è Eine Alpensinfonie di Strauss, un brano monumentale che in tanti piccoli quadri racconta le fasi di una scalata da un punto di vista emozionale», spiega Roberto Prosseda, nuovo consulente musicale del Teatro Verdi di Pordenone.

L’unicità del poema sinfonico è anche legata alla sua struttura. Scritta nel 1915 dal compositore bavarese che, dopo i successi teatrali di Salome, Elektra e Der Rosenkavalier, e impegnato all’epoca a gettare le basi per Ariadne auf Naxos, sembrava intenzionato ad abbandonare il sinfonismo puro per il teatro musicale; Eine Alpensinfonie è l’eccezione che conferma la regola, cui Strauss sostanzialmente si attenne. Rinunciando alle convenzioni della tradizionale sinfonia si compone di ventidue sezioni continue di musica durante le quali sono rappresentate le esperienze di undici ore trascorse scalando una montagna. Unica nella sua complessa costruzione, nei suoi cinquanta minuti abbondanti di estensione, Eine Alpensinfonie impegna oltre cento musicisti  descrivendo nei minimi dettagli il grande amore di Strauss per la montagna, trasmesso al pubblico attraverso brevi movimenti che narrano l’ascesa alla vetta.

Inutile dire che l’Armenian National Philharmonic Orchestra, e il suo direttore principale Eduard Topchjan, sono stati scelti a realizzare l’evento pordenonese Alpensinfonie non solo per il loro eccezionale valore, ma soprattutto per la loro consuetudine al lavoro di Strauss, restituita al pubblico che gremiva la sala con dovizia di suono e la sicurezza di chi, da qualche tempo, scava all’interno di una partitura, solo in apparenza superficiale, per conoscerla nel profondo e in grado quindi di farcela ascoltare e apprezzare al meglio. Un’esecuzione magistrale e applauditissima, che ha portato a uno straordinario bis, il terzo dei Vier letzte Lieder con cui Richard Strauss diede addio alla musica: Zum Schlafengehen (Andando a dormire) su testo di Hermann Hesse, pura poesia in cu la voce del soprano solista si alterna a quella del violino.

Il concerto sinfonico, è stato ricordato in apertura di serata dal Presidente Giovanni Lessio, s’inserisce nell’articolato “Progetto montagna” che unisce il Teatro Verdi di Pordenone e il Cai nazionale, qui rappresentato dal Vicepresidente Manlio Pellizon, nel comune impegno rivolto alla protezione e alla valorizzazione del territorio montano attraverso la cultura per cui è in progetto un Festival del teatro di montagna. È stato realizzato con il sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia, assessorato Agricoltura e Foreste, di Fondazione Friuli e di Camera di Commercio Pordenone-Udine.

L’occasione di questo concerto “monstre” è stata appoggiata altresì dal ministero del Turismo, con l’interessamento del ministro per i Rapporti con il Parlamento, il pordenonese Luca Ciriani, e si è avvalsa del patrocinio dell’Ambasciatrice della Repubblica d’Armenia in Italia, la Signor Tsovinar Hambardzumyan, e della collaborazione con il Centro studi e documentazione della Cultura Armena di Venezia il cui direttore Minas Lourian ha sposato con gioia il progetto.

Rino Alessi
(12 dicembre 2023)

La locandina

Direttore Eduard Topchjan
Violino Anush Nikogosyan
Armenian National Philharmonic Orchestra
Programma:
“Dall’Ararat alle Alpi”
Gian Francesco Malipiero
Armenia
Aram Khatchaturian
Concerto per violino e orchestra
Richard Strauss
Eine Alpensinfonie

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